La Circolare 300 contiene complementi e varianti alle circolari 200 e 800.
Autorità emittente | Ministero della Guerra Comando del Corpo di Stato Maggiore - Ufficio Operazioni |
Luogo di emissione e data | Roma, 21 gennaio 1932 |
Protocollo | Prot. N. 300 |
Allegati | 1 |
Oggetto | Aggiunte e varianti agli allegati alle circolari del Comando del Corpo di Stato Maggiore nº 200 in data 6 gennaio 1931 e nº 800 in data 5 marzo 1931 - IX |
Firma | Il Generale Addetto E. MONTI |
La Circolare 300 è costituita da un foglio con cui si approva un allegato compilato dall'Ispettorato dell'Arma del Genio.[1]
«Si approva l'annesso foglio di aggiunte e varianti agli allegati alle circolari del Comando del Corpo di Stato Maggiore n° 200 in data 6 gennaio 1931 e n° 800 in data 5 marzo 1931 - IX, compilato dall'Ispettorato dell'Arma del Genio.
D'ordine
Il Generale Addetto
E. MONTI»
L'allegato ha come titolo l'oggetto della circolare e comprende i seguenti punti:
Possibilmente conviene ricavare l'opera in caverna, perché la roccia di ottima qualità presenta vantaggi rispetto al calcestruzzo.
Di norma vanno considerati buoni terreni per caverne attive le sole rocce compatte eruttive (basalto, granito, porfido, ecc.) e le migliori rocce di media compattezza (calcaree e dolomitiche); occorre inoltre accertarsi che non vi siano discontinuità trasversali nella massa rocciosa.
In caso contrario si dovrà considerare se sia conveniente costruire le postazioni totalmente in calcestruzzo, eseguendo uno scavo parallelepipedo di dimensioni tanto maggiori quanto minore è la resistenza della roccia, e mascherando il blocco di calcestruzzo in modo da riprendere completamente la forma del terreno.
Per i ricoveri sarà invece sempre possibile affondarsi quanto occorre nel terreno per raggiungere la protezione voluta e perciò si dovrà abbassare il ricovero rispetto alle postazioni cercando di ottenere la protezione necessaria con roccia o terra.
Di massima per ottenere la resistenza ai grossi calibri occorre una massa coprente di:
Il mascheramento delle opere di difesa deve tendere a ripristinare nelle sue condizioni primitive il terreno. Esso costituisce la veste architettonica delle opere di ingegneria militare e deve quindi essere curato e studiato come nelle costruzioni civili si cura la parte architettonica.
Per ottenere un buon mascheramento si dovrà:
Nelle costruzioni effettuate nella stagione lavorativa 1930-31 si sono impiegati ferri a doppio T del nº 20 su due strati, solo per esaurire le provviste già eseguite da alcuni uffici fortificazioni. Nelle nuove opere in progetto o da costruire dovranno essere impiegati ferri a doppio T del tipo NP 30[2] su di un solo strato a perfetto contatto, con un robusto collegamento fra loro mediante tondini trasversali ed un largo appoggio.
Nei ricoveri e nei cunicoli i ferri saranno disposti in senso normale al lato lungo.
Nelle postazioni per mitragliatrici è preferibile porre i ferri nel senso del maggior lato per dare appoggio alla piastra metallica a rinforzo della feritoia e per ridurre il numero dei ferri stessi.
Quando non è necessario sfruttare tutto il settore di tiro permesso dalla suddetta piastra, è possibile utilizzarla con settori inferiori, dando alla feritoia una svasatura corrispondente al settore da battere.
Nei terreni dove è possibile l'impiego dei carri armati, è da prevedersi che questi possano intercettare il settore di tiro delle mitragliatrici addossandosi alle feritoie.
Le difese che più si prestano allo scopo sono quelle costituite da:
Dette difese dovranno essere disposte nelle immediate vicinanze delle casematte nel breve tratto di terreno che precede il settore battuto dalle mitragliatrici ed in modo da evitare l'aggiramento delle difese.
La casamatta metallica suddetta permette di soddisfare particolari esigenze dei lavori di fortificazione soprattutto in terreni a lieve ondulazione nei quali non è facile l'occultamento ed il mascheramento di opere di calcestruzzo emergenti per qualche metro dal suolo e quando si renda necessario dare alla mitragliatrice un settore orizzontale di tiro tale che la sua normale feritoia in caverna od in calcestruzzo possa riuscire facilmente imboccabile da artiglierie avversarie poste a breve distanza.
Essa presenta le seguenti caratteristiche:
Il costo della casamatta metallica si aggira sulle 50.000 lire e la spesa per un centro di resistenza in caverna con due casematte metalliche resistenti a tutti i calibri e ricovero in caverna sia aggira sulle 300-350.000 lire circa.
Allo scopo di permettere che la casamatta metallica per mitragliatrice resistente ai grossi calibri possa essere posta in opera anche in località di alta montagna dove è impossibile trasportare pesi rilevanti a causa della deficienza di strade, è stata studiata la divisione in pezzi del peso massimo di 5500 kg circa, collegati in modo da non diminuire la resistenza dei singoli pezzi della casamatta nonostante la sua costituzione in elementi.
Nello studio di opere di fortificazione deve però essere tenuto presente che la casamatta da mettersi normalmente in opera è quella costituita da un solo pezzo (descritta al n. 5°) perché dà maggiori garanzie di resistenza e che alla casamatta suddivisa in pezzi si dovrà ricorrere soltanto nei casi in cui si ha assoluta impossibilità di trasporto della casamatta intera.
Per la difesa vicina degli sbarramenti stradali di cui alla circolare 800, è stata studiata, in sostituzione della torretta girevole, una torretta fissa di acciaio fuso resistente ai medi calibri, suddivisa in due elementi. Essa ha la possibilità di battere l'intero orizzonte, essendo munita di quattro feritoie aventi ciascuna un settore di 100°.
Può contenere almeno due tiratori che possono far fuoco contemporaneamente con due mitragliatrici contrapposte senza disturbarsi. È inoltre possibile tenere tutte le mitragliatrici costantemente in posizione e far passare da una mitragliatrice all'altra i due tiratori, oppure togliere in pochi secondi un mitragliatrice da una feritoia e metterla in posizione, altrettanto rapidamente, in qualsiasi altra.
Le caratteristiche principali della torretta sono le seguenti:
Recenti esperienze dirette a stabilire se l'installazione 74/906 del tipo tav. 2ª, alleg. 2º alla circ. 200, risponda alle necessità di impiego hanno consigliato di rinunciare senz'altro all'adozione di tale tipo di installazione.
Di conseguenza è stato deciso di adottare nelle caverne l'installazione tipo tav. 1ª, i cui particolari costruttivi e precedenti esperienze assicurano un buon funzionamento con settore orizzontale di 300°° cioè 16°.
È in istudio un secondo tipo analogo con un settore orizzontale di 500°° cioè 32° circa.
Il problema dell'aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria nelle opere permanenti ha carattere di grande importanza. Gli enti tecnici compilatori dei progetti di difesa dovranno quindi tenerne conto fin dall'inizio degli studi.
Le disposizioni dei locali delle opere e le loro relazioni altimetriche sono talmente variabili che non si possono fornire norme precise
per i mezzi di ventilazione. In linea generale si dovrà: