Il Chiostro Verde

Il Chiostro Verde fa parte del complesso del convento di Santa Maria Novella, appartenuto all'ordine domenicano a Firenze. Oggi fa parte del Museo di Santa Maria Novella, uno dei musei civici della città. Da Chiostro Verde, vero cuore del complesso, si accede al Cappellone degli Spagnoli, al Chiostro dei Morti ed al Chiostro Grande.

Storia

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Questa parte del convento venne costruita dal 1332 al 1350 circa su progetto di Fra' Jacopo Talenti, con arcate a sesto ribassato su pilastri ottagonali. I costoloni dipinti a imitazione dei conci bicromi, furono aggiunti nel restauro del 1859, per armonizzare con lo stesso motivo usato all'interno della chiesa. Si accede al chiostro verde, oltre che dalla chiesa, da un passaggio a sinistra della facciata, da piazza Santa Maria Novella, tramite un lungo androne con lapidi funebri ed alcune tracce di affreschi tre e quattrocenteschi.

Il chiostro venne affrescato con pitture in terra verde (un pigmento a base di ossido di ferro e acido silicico), da cui il nome, nella prima metà del Quattrocento. Restaurato nel 1859, fu danneggiato durante l'alluvione del 1966. Gli affreschi furono quindi tutti staccati, prelevate le sinopie (che oggi sono nei depositi della soprintendenza), e ricollocati nel 1983, anche se per alcune lunette i restauri procedono tutt'oggi.

Affreschi

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Creazione degli animali, Creazione di Adamo, Creazione di Eva e Peccato originale, Paolo Uccello
Storia di Noah, Paolo Uccello

Il chiostro è famoso per il ciclo di affreschi in parte realizzato da Paolo Uccello verso il 1425-1430. Tra gli altri artisti che parteciparono alla decorazione vi è, secondo la tradizione risalente a Giorgio Vasari, Dello Delli.

Storia di Noah, detail
Storia di Noah, detail

Le pitture più antiche risalgono al Trecento e si trovano nell'angolo nordoccidentale, con un Crocifisso tra i santi Domenico e Tommaso (attribuito dal Vasari al misterioso Stefano Fiorentino), una Madonna col Bambino in stile senese (1330 circa, sopra un affresco cinquecentesco con i Santi Domenico e Pietro Martire) e l'Albero domenicano della seconda metà del XIV secolo. Nelle volte sono dipinti sulle vele Busti di santi e beati domenicani, molto lacunosi e risalenti al Trecento.

Le opere più interessanti sono quelle di Paolo Uccello, con Storie della Genesi, che si dispiegano sul lato nord, in continuazione dell'androne di accesso. Il ciclo, probabilmente ideato da Jacopo Passavanti, inizia in fondo con:

La prospettiva, la cui definizione si era andata sviluppando a Firenze durante la sua assenza, utilizzata da Paolo Uccello, serve per creare un mondo irreale governato dalle forze centrifughe che si sprigionano dai vari gruppi dove le figure semplici e monumentali, come nelle sculture di Donatello e di Nanni di Banco, sono come bloccate in pose statuarie.

Le storie sugli altri lati non appartengono al maestro, forse ad un artista della sua bottega (Francesco d'Antonio) o forse a quella di Dello Delli. Sono molto affollate e differiscono notevolmente da quelle di Paolo Uccello per stile e per tecnica. Vi sono raffigurate Storie di Abramo sul lato meridionale e Storie di Giacobbe sul lato occidentale.

Storie di Abramo
Storie di Giacobbe

Bibliografia

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Altri progetti

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