Catherine Breillat (Bressuire, 13 luglio 1948) è una regista, sceneggiatrice, scrittrice e attrice francese.
Catherine Breillat nasce a Breillat nel 1948, figlia del medico Marcel Breillat e di Marie-Jeanne Meillan. Si appassiona di cinema fin da bambina; all'età di dodici anni decide di diventare scrittrice e regista. All'età di 17, dopo aver lasciato la casa dei genitori ed essersi trasferita a Parigi, scrive il suo primo romanzo, L'homme facile (1968), che suscita molto scandalo.[1]
Come attrice, negli anni settanta appare in alcuni film in ruoli minori, fra cui Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (1972), insieme alla sorella, l'attrice Marie-Hélène Breillat. In seguito collabora a diverse sceneggiature con importanti registi, come Liliana Cavani (La pelle, 1981), Federico Fellini (E la nave va, 1983) e Maurice Pialat (Police, 1985), ed è assistente al montaggio di Marco Bellocchio in Gli occhi, la bocca (1982).[2]
Debutta alla regia nel 1976 con L'adolescente (Une vraie jeune fille)[3], adattamento cinematografico del suo quarto romanzo, Le Soupirail,[4] seguito nel 1979 da Tapage nocturne, entrambi riservati ad un pubblico adulto.
Il suo terzo film, Vergine taglia 36 (36 fillette, 1988) tratto da un suo romanzo omonimo,[5] racconta le vicende di Lili, una quattordicenne sessualmente curiosa e ribelle, in campeggio con la sua famiglia a Biarritz, che ha una relazione emotivamente carica e doppiamente manipolativa con un playboy quarantenne.[6]
Due dei suoi successivi film, Romance (1999) e Pornocrazia (Anatomie de l'enfer, 2003) sono interpretati dal pornodivo Rocco Siffredi. Quest'ultimo film, un'esplorazione dei tabù sociali e religiosi sulla sessualità, ricco di un'iconografia religiosa e classica, racconta la storia di una donna alla ricerca della propria identità sessuale, che dopo aver tentato di suicidarsi nei bagni di un club maschile, stringe un contratto con un uomo per essere da lui osservata per quattro notte mentre mette in mostra il proprio corpo.[7]
Il film A mia sorella! (À ma soeur!, 2000), incentrato sul rapporto di amore-odio nutrito dalla dodicenne Anaïs per la sorella maggiore, vince numerosi premi nei Festival di Cannes, Berlino, Rotterdam e Chicago.[8][2] Nello stesso anno Breillat è protagonista alla Mostra di Venezia nel 2000 con la sceneggiatura di Selon Matthieu diretto da Xavier Beauvois, e nel 2001 presenta Brève Traversée, storia di una trentenne disillusa e disgustata dagli uomini e dall’amore, che seduce ed è sedotta da un sedicenne.[9]
Sul finire del 2004 Breillart è vittima di un'emorragia cerebrale che le causa una paralisi al lato sinistro e la costringe a mesi di ricovero ospedaliero e ad una lenta riabilitazione.[10]
Il suo successivo lavoro, Une vieille maîtresse (2007), un film ispirato all'omonimo romanzo, un classico libertino ottocentesco di Jules Barbey d'Aurevilly, interpretato da Asia Argento, partecipa al concorso del 60º Festival di Cannes.[11]
Nel 2013 viene presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival Abus de faiblesse, interpretato da Isabelle Huppert, un film semi-autobiografico, tratto dal suo omonimo libro.[12] La storia raccontata rielabora la vicenda, realmente accaduta, della truffa subita dalla regista da parte di Christophe Thierry Daniel Rocancourt, un impostore francese professionista che, approfittando del suo handicap e della sua debolezza, si era fatto dare in prestito ingenti somme di denaro, mai restituite.[13]
Nel 2019 Breillat presiede la giuria del 72° Festival di Locarno.[14]
Nel 2023 concorre alla Palma d'oro del Festival di Cannes con il film L'Été dernier, che ha per protagonista un'affermata avvocata impegnata in una relazione clandestina con il figliastro diciassettenne.[15]
I libri e i film di Breillat, perlopiù adattati da romanzi scritti da lei stessa o da altri autori, sono incentrati sui temi della sessualità femminile e sui conflitti e le rivalità tra i sessi, innescando spesso polemiche per la loro esplicita rappresentazione della sessualità e della violenza.[1] Fra i temi esplorati, la perdita traumatica della verginità (L'adolescente, A mia sorella!, Vergine taglia 36), le relazioni sessuali intergenerazionali (Brève Traversée, Perfect Love), il masochismo femminile (Romance).[16]
In un'intervista a Senses of Cinema, ha descritto David Cronenberg come un regista con un approccio simile al suo, impegnato a sfidare i codici estetici della rappresentazione del sesso.[16] Il suo lavoro è stato associato con la tendenza denominata New French Extremity.[1][17][18]
Una testimonianza di Catherine Breillart si trova in una sezione dedicata al cinema delle donne nella rivista numero 800 di Cahiers du cinéma, intitolato alla tematica Refaire le monde. La regista parla dell'innamoramento per Una vampata d'amore di Bergman, il film che l'ha spinta a diventare cineasta, dove per la prima volta si riconosceva sullo schermo e che questo sia il principio della finzione: per conoscersi bisogna riconoscersi.[19]