Capece | |
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Di rosso, al leone di vaio, armato d'oro, con la testa dello stesso. Cimiero: una testa e collo di cavallo inalberato di nero. (Capece-Minutolo[1]) | |
Stato | Ducato di Napoli Regno delle Due Sicilie |
Casata di derivazione | Duchi di Napoli Sergii |
Etnia | italiana |
Rami cadetti | Capece Minutolo, Capece Bozzuto |
I Capece sono un'antica casata nobile napoletana che si vuole discendente dalla dinastia sovrana dei duchi di Napoli Sergii (da Sergio I a Sergio VI), che ressero questa città e i territori limitrofi alquanto estesi, indipendenti dai bizantini. Tale Ducato di Napoli, indipendente e sovrano, fu poi sottomesso dai normanni Hauteville (Altavilla) che assunsero la sovranità regnante su tutta l'Italia meridionale.
Come molte famiglie antiche, anche l'origine dei Capece ha la sua leggenda. In questo caso le origini porterebbero a Enea e precisamente a Capi, uno dei suoi compagni d'avventura[2]. Un'altra interpretazione etimologica spiega i cognomi Capece e Minutolo con il fatto che originariamente gli esponenti della famiglia fossero di bassa statura, ma dotati di grandi capacità. Il problema è che l'abbinamento storico dei due cognomi è di parecchio successivo[3] alle accertate origini familiari.
Il gruppo dei Capece, sul cui lignaggio, nel corso del XVI e del XVII secolo, si scatenarono roventi polemiche, benché avesse assunto innumerevoli modi di denominazione diversa nei suoi vari rami - Minutolo, Sconditi, Aprano, Zurlo, Piscicelli, Galeota, Tomacelli-Cybo, Latro, Bozzuto - e la diversità dei simboli araldici, discende da uno stesso ceppo di "equites" molto potenti già in età sveva.
Elio Marchese, all'inizio del Cinquecento, nel suo Liber de neapolitanis familiis, in cui distingue famiglie nobili originarie della Città e famiglie provenienti dall'estero, afferma che la perdita del patrimonio, del potere e dello stesso cognome risale alla caduta di Manfredi e all'ascesa al seggio reale di Carlo d'Angiò: "Et pro Capiciis alii Minutolos, alii Sconditos, Apranos, Zurulos, Piscicellos, Galiotos, Tomacellos, Latros Boczutos se cognominavere".
I Galeoti, i Tomacelli-Cybo, i Piscicelli-Zurlo, gli Aprani avevano stemmi con simboli geometrici che attestavano, secondo i genealogisti, la loro "origine greca", mentre il leone, "segno" di un'origine germanica, era stato assegnato dai re Svevi alle maggiori famiglie napoletane, fra cui i Capece.
Alla fine del XVI secolo, il gruppo si ricompattò intorno ad un solo cognome ed un solo simbolo, attualizzando così l'antica fedeltà monarchica di cui avrebbe dato prova sin dall'età sveva: volevano infatti alludere, sottolineando questa virtù per così dire "ereditaria", alla loro lealtà verso i nuovi re spagnoli.
Ai Capece va il merito di aver costruito il Duomo di Napoli (dedicato a Santa Maria Assunta: nello stesso duomo è anche visibile la Cappella dedicata a San Gennaro, patrono della città) nel quale vi è la cappella di famiglia con ancora il tumulo del vescovo Filippo Minutolo (XIV secolo), citato da Boccaccio nella novella del Decameron Andreuccio da Perugia.
Col tempo si divisero in molti rami, tra cui i Capece Minutolo, unione di due famiglie, che ebbero alti prelati, cardinali e funzionari nel Regno delle Due Sicilie (una regina e due vice-re). Furono investiti di feudi, marchesati, baronati e di titoli nobiliari. Il ramo principale è costituito da quello dei principi di Canosa, mentre tra quelli secondari ricordiamo il ramo dei duchi di San Valentino Torio.
I Minutolo, anche loro originari di Napoli, si erano già distinti in Sicilia. Nel 1356 primo a stabilirsi nell'Isola fu Raimondo Minutolo di Napoli, che era familiare e capitano di re Roberto d'Angiò. Senza dimenticare Francesco, barone della Vaccara e Murena, segreto del Regno, ambasciatore ad Innocenze Vili, familiare e consigliere di re Ferdinando nel 1483.
Oltre ai Capece Minutolo (suddivisi in parecchi rami) vanno ricordati i ceppi dei Capecelatro o Capece Latro (di origine normanna, dai conti di Alatro, si imparentarono coi Capece, di cui anteposero il cognome), Capece Zurlo, Capece Piscicelli, Capece Bozzuto, Capece Scondito, Capece Aprano, Capece Galeota, Capece Piscicelli, Capece Tomacelli, e altri ancora[4].
La linea si origina da Ferdinando, nipote di Ferdinando, V duca di San Valentino
La linea si origina da Alfredo, pronipote di Ferdinando, V duca di San Valentino
La linea si origina da Francesco, discendente di Francesco, IV duca di San Valentino
Di nero, al leone d'oro coronato dello stesso.[1]