Rappresentazione di un embrione animale. Sono indicati: Sacco vitellino (yolk sac), che fornisce il nutrimento necessario nelle prime fasi dello sviluppo. Occhi (Eye). Processo maxillare (Maxillary process), che darà origine al seno mascellare ed alla pre-maxilla. Arco mandibolare (Mandibular arch), che darà origine, tramite la sinfisi mandibolare, alla mandibola, al pavimento dello stomodeo e al palato secondario. Arco ioide (Hyoid arch), che darà origine, tramite fusione con l'arco mandibolare, alle mascelle. Cuore (Heart). Abbozzo dell'arto anteriore (Fore-limb). Abbozzo dell'arto posteriore (Hind-limb).

La biologia dello sviluppo è la disciplina della biologia che studia i meccanismi molecolari e fisiologici che controllano le varie fasi embrionali e la formazione di cellule, organi e tessuti differenziati a dare un lento processo costituito da cambiamenti progressivi, chiamato sviluppo[1][2].

Descrizione

[modifica | modifica wikitesto]

Con il termine sviluppo si intendono[3][4]:

Il termine inteso come branca specifica venne coniato da Paul Weiss e Norman Berrill in uno scambio di lettere in cui si chiedevano come denominare la scienza che contenesse sia l'embriologia sia l'attività dei geni, la rigenerazione, i movimenti cellulari, ecc.[5]

La biologia dello sviluppo usa metodi di biologia cellulare (citologia), genetica, biologia molecolare, biochimica e microscopia, e studia soprattutto alcuni organismi chiamati organismi modello. Un'idea fondante la biologia dello sviluppo è infatti che i processi di sviluppo siano governati da principi generali comuni, anche se questi possono non essere tutti rappresentati in un solo organismo[5]. Perciò i biologi dello sviluppo utilizzano quegli organismi che meglio illustrano principi comuni: si tratta di un numero relativamente piccolo di animali o di piante, scelti perché convenienti da studiare e adatti alla manipolazione sperimentale e/o all'analisi genetica. Gli organismi modello sono facili da riprodurre, manipolare e osservare durante lo sviluppo. Per esempio C. Elegans (nematode), il riccio di mare, il moscerino della frutta, il pesce zebra, il rospo africano e il topo; per le piante, Arabidopsis thaliana.

Meccanismi generali dello sviluppo

[modifica | modifica wikitesto]
Divisioni cellulari successive che portano alla formazione della morula

Eventi dello sviluppo

[modifica | modifica wikitesto]

Gli eventi che caratterizzano lo sviluppo sono:

Funzioni dello sviluppo

[modifica | modifica wikitesto]

Generalmente vengono attribuite allo sviluppo due funzioni:

Tipologie di sviluppo

[modifica | modifica wikitesto]

A seconda del grado di sviluppo dell'organismo che fuoriesce dall'uovo o dal corpo della madre, si distinguono due tipi di sviluppo:

Sviluppo diretto

[modifica | modifica wikitesto]

Si verifica quando, a partire dallo zigote, si forma un embrione. L'embrione svilupperà progressivamente i caratteri anatomici e funzionali tipici della specie di appartenenza. Dall'uovo o dal corpo della madre emergerà un organismo simile all'adulto in miniatura.

Tale sviluppo è caratterizzato dalla crescita dell'organismo, ovvero dall'aumento di massa e di dimensioni di tessuti e organi.

Tale crescita può essere di due tipi:

Di tipo armonico, quando tutte le porzioni dell'organismo aumentano di volume mantenendo inalterate le proprie proporzioni;
Di tipo disarmonico, quando alcune porzioni dell'organismo aumentano di volume più di altre (generalmente la testa diventa meno grande o meno lunga delle gambe, mentre il torace si espande maggiormente rispetto alle altre parti), es: sviluppo post embrionale dell'essere umano[15].

Lo sviluppo diretto interessa la maggior parte delle specie di vertebrati: rettili, uccelli, mammiferi, e anche alcune specie di invertebrati: molluschi e aracnidi.

Sviluppo indiretto

[modifica | modifica wikitesto]

Si verifica quando dall'uovo fuoriesce un organismo molto diverso dall'adulto e impossibilitato a raggiungere la maturità sessuale.
Tale organismo, per divenire simile all'adulto e per poter raggiungere la maturità sessuale, deve attraversare un processo di trasformazione chiamato metamorfosi.

Tale sviluppo è caratterizzato dalla metamorfosi dell'organismo, ovvero dal cambiamento radicale nell'anatomia dell'organismo, accompagnata spesso dalla comparsa di nuovi organi, da un cambiamento nel tipo di alimentazione e dall'occupazione di una diversa nicchia ecologica.

Lo sviluppo indiretto interessa la maggioranza delle specie di invertebrati (insetti, crostacei, echinodermi) e anche alcune specie di vertebrati (anfibî, pesci).

Modalità di sviluppo

[modifica | modifica wikitesto]

Le cellule uovo possiedono un preciso programma di accrescimento e organizzazione, e ciò è reso possibile dall'immagazzinamento di molte molecole utili nelle primissime fasi di sviluppo, denominate generalmente determinanti o fattori.

La maggioranza degli organismi si trova fra due estremi di sviluppo:

Sviluppo a mosaico[16]

[modifica | modifica wikitesto]

Detto anche sviluppo autonomo, in questo caso la differenziazione e la specializzazione cellulare dipendono dalla presenza, nel citosol delle cellule, di molecole denominate determinanti citoplasmatici, i quali vengono accumulati nell'uovo durante l'ovogenesi (meccanismo che permette la formazione della cellula uovo).

La determinazione cellulare viene stabilita precocemente e dipende dai determinanti citoplasmatici depositati nell'uovo secondo un preciso ordine spaziale.

I determinanti citoplasmatici, noti anche nella denominazione alternativa di fattori citoplasmatici (es: proteine, RNA), sono disposti in ordine ben preciso. Durante la divisione cellulare questi materiali sono distribuiti in maniera asimmetrica, in parte a una cellula e in parte a un'altra.

Un modello a mosaico di determinanti conduce all'assegnazione precoce dei compiti e conferisce alle cellule la capacità di procedere indipendentemente le une dalle altre, lungo le proprie strade.

Il fenotipo cellulare (che definisce se una cellula diverrà, ad esempio, muscolare od ossea) viene determinato senza rapporto con le cellule vicine, ma a seconda dei determinanti che ogni cellula erediterà dalla cellula uovo (specificazione autonoma).

Sviluppo regolativo

[modifica | modifica wikitesto]

Detto anche sviluppo dipendente, in questo caso la differenziazione e la specializzazione cellulare dipendono dalle interazioni con le altre cellule.

In questa modalità di sviluppo, esse sono in grado di rilevare l'assenza di un'altra cellula e rimpiazzarla.

Le cellule comunicano mediante segnali, e queste interazioni rendono lo sviluppo dei varî tipi cellulari dipendente dalle cellule vicine, permettendo anche correzioni regolative nel caso di interferenze potenzialmente dannose.

L'induzione nello sviluppo[17]

[modifica | modifica wikitesto]

Durante il differenziamento cellulare le cellule si diversificano per funzioni e struttura, diventando tipi cellulari distinti, assumendo responsabilità e compiti diversi e intraprendendo vie di sviluppo specifiche.

Visto che in ogni cellula del corpo sono presenti gli stessi geni, la differenziazione cellulare si basa sull'espressione differenziale di questi ultimi. Affinché ciò si possa verificare, taluni geni devono essere spenti, altri accesi, altri ancora modulati, e quando ciò accade la cellula si dice determinata.

La determinazione è una fase precoce dello sviluppo che precede il differenziamento e consiste in un cambiamento stabile nello stato interno di una cellula, tale che il suo destino risulti fissato o determinato. È la programmazione, l'assegnazione dei compiti.

La determinazione non si associa a un cambiamento evidente nell'aspetto esterno della cellula e si verifica mediante induzione.

L'induzione è quel meccanismo che, tramite l'interazione cellulare, permette alle cellule di differenziarsi e di specializzarsi mediante la comunicazione e lo scambio di segnali con le altre cellule. Questi segnali sono definiti induttori e sono generalmente di tipo chimico o elettrico.

Le cellule che non subiscono questa programmazione si dicono indifferenziate e possono liberamente specializzarsi in qualsiasi fenotipo cellulare. Tali cellule vengono definite staminali o cellule totipotenti.

La scoperta dell'induzione portò Hans Spemann a vincere il premio Nobel nel 1935.

Interazioni induttive

[modifica | modifica wikitesto]
Interazione istruttiva
Si verifica quando una cellula, definita inducente, invia un segnale il quale dà origine a una nuova espressione genica nella cellula ricevente, detta responsiva. La cellula responsiva non può specializzarsi in tale maniera senza il segnale proveniente dalla cellula inducente.
Interazione permissiva
Le cellule responsive hanno tutte le potenzialità per esprimersi e non dipendono strettamente da cellule inducenti, ma necessitano di un ambiente che permetta l'espressione dei loro caratteri. Ad esempio, la fibronectina o laminina (cellule epiteliali) per poter essere espressa nei tessuti in sviluppo necessita di un substrato solido.

Tipologie di induzione

[modifica | modifica wikitesto]
Interazioni induttive primarie
Sono principalmente a carico delle cellule, sono fondamentali per generare le condizioni idonee per una successione a cascata di ulteriori eventi di induzione e non sono in grado di costruire l'intero embrione.
Interazioni induttive secondarie
Sono principalmente a carico dei tessuti, avvengono grazie a interazioni tissutali a breve distanza, cioè quando un tessuto viene a contatto con un altro, e permettono di dirigere in modo specifico il destino di sviluppo di un tessuto.
Possono verificarsi solo se il tessuto responsivo è stato già reso competente (tramite induzioni primarie) a fornire un'adeguata risposta.

Per "competenza" s'intende la capacità di rispondere in modo specifico a un determinato stimolo, ovvero a uno specifico segnale induttivo.

La competenza può essere raggiunta mediante:

Modalità di induzione[18]

[modifica | modifica wikitesto]
A breve distanza
Si basa sulla diffusione di induttori da una cellula a un'altra: le due cellule non sono in contatto fisico, si ha la formazione di un gradiente maggiormente concentrato vicino alla cellula induttiva e gli induttori viaggiano negli spazi o cavità presenti fra le cellule (Da Grobstein, 1956).
Per contatto
Si basa sul contatto della matrice di una cellula con un'altra: le cellule sono in contatto fisico e la diffusione avviene attraverso le due membrane cellulari (Da Grobstein, 1956).
Per contatto specifico
Si basa su punti di contatto fra cellule induttive e responsive: le cellule sono in comunicazione solo in alcuni punti, generalmente le membrane delle cellule induttive-responsive formano delle estroflessioni (le quali entreranno in contatto l'una con l'altra), le membrane cellulari restano separate e gli inducenti passano da una cellula a un'altra attraverso questi punti di contatto (Da Grobstein, 1956).

Organismi modello della biologia dello sviluppo

[modifica | modifica wikitesto]
Arabidopsis thaliana (arabidopsis, piante)
Zea mays (mais, piante)
Caenorhabditis elegans (verme, nematodi)
Paracentrotus lividus (riccio di mare, echinodermi)
Drosophila melanogaster (moscerino della frutta, insetti)
Xenopus laevis (rospo africano, anfibî)

Danio rerio (pesce zebra)

[modifica | modifica wikitesto]
Gallus gallus domesticus (pollo domestico, uccelli)
Mus musculus (topo, mammiferi)

Sviluppo ed evoluzione[19]

[modifica | modifica wikitesto]

Nella quasi totalità dei sistemi di sviluppo degli organismi viventi è stata dimostrata un'origine comune e una conservazione dei moduli genetici responsabili dei sistemi di sviluppo.

Queste dimostrazioni supportano l'origine comune dei phyla descritta dalla biologia evolutiva.

J.V. Thompson, prima di Darwin, aveva già dimostrato che le larve dei cirripedi erano quasi identiche alle larve dei granchi, e classificava quindi i cirripedi come artropodi e non come molluschi.

Kowalevsky, nel 1871, riuscì a dimostrare che le larve dei tunicati posseggono notocorde e che sviluppano il tubo neurale e altri organi in modo molto simile a quello del cordato primitivo anfiosso. I tunicati furono quindi classificati assieme ai cordati.

Metchnikoff, nel 1891, propose che l'evoluzione non dipendesse da modifiche negli organismi adulti, ma da modifiche negli embrioni:

«L'uomo è comparso come risultato di un miglioramento parziale, e non totale, dell'organismo, sfruttando non tanto il modello delle scimmie adulte, quanto quello dei loro feti malformati. Da un punto di vista puramente di storia naturale si potrebbe riconoscere l'uomo come un “mostro scimmia” con cervello, faccia e mani enormemente sviluppati.»

E.B. Wilson, osservando la segmentazione a spirale nello sviluppo embrionale di anellidi, molluschi e platelminti, scoprì che ciascun organo di ognuno di essi deriva dallo stesso gruppo di cellule: per Wilson ciò era una chiara dimostrazione dell'origine comune dei phyla.

In tempi recenti l'attenzione scientifica si è spostata sui geni e sui moduli genici di cui essi fanno parte:

Ad esempio, i moduli genici OTX dei mammiferi (uomo compreso) risultano essere i medesimi utilizzati anche nella formazione della testa degli insetti (Drosophila melanogaster). Se tali geni vengono soppressi in Drosophila melanogaster, il moscerino non svilupperà più la testa, ma se i moduli genici OTX umani vengono sostituiti a quelli del moscerino, esso svilupperà in maniera corretta la testa.

Pertanto, nonostante le chiare differenze anatomiche e fisiologiche fra la drosophila e l'uomo, gli stessi moduli genici sono responsabili della formazione di testa e cervello.

Questi moduli vengono pertanto definiti omologhi o conservati, ovvero non emergono differenze significative nel confronto delle sequenze nucleotidiche e delle funzioni di tali moduli, sebbene essi siano presenti in organismi molto differenti.

Oltre che nello sviluppo di testa e cervello, tali evidenze sono state riscontrate anche nello studio dello sviluppo dell'apparato visivo.

Per esempio, i moduli genici di pax6 nei mammiferi risultano omologhi dei moduli genici di eyeless/toy di drosophila. Nonostante le profonde differenze nella morfologia, nell'anatomia, nella struttura e nella biochimica, che differenziano la visione degli insetti rispetto a quella dei mammiferi, è stato dimostrato che i geni che promuovono lo sviluppo dell'apparato visivo, sia in insetti sia in mammiferi, risultano essere i medesimi.

Tutto ciò concorda con l'origine comune dei viventi promossa dalla biologia evolutiva.

«Mostrano una così stretta corrispondenza sia per la loro origine sia per il loro destino che sembra impossibile spiegare la somiglianza se non come risultato di una discendenza comune.»

Tali scoperte hanno infine promosso la nascita di una nuova disciplina in campo scientifico, definita biologia evolutiva dello sviluppo.

Storia

[modifica | modifica wikitesto]

Visto il campo e l'oggetto di studio occupato dalla biologia dello sviluppo, storicamente essa è stata oggetto di ampie dispute e numerosi dibattiti:

Preformisti e teoria cellulare

[modifica | modifica wikitesto]

Durante il periodo storico che va dal 1600 al 1800, a seguito delle opinioni del medico italiano Giuseppe degli Aromatari (1586-1660), prese forma una corrente di pensiero definita preformismo.

I preformisti ritenevano che il feto, chiamato homunculus, fosse già presente all'interno dell'ovulo femminile o dello spermatozoo maschile e che il periodo di sviluppo altro non fosse che il progressivo ingrandimento di questo homunculus.

Albrecht von Haller (1708-1777) e Charles Bonnet (1720-1793) sostenevano che il feto fosse già presente all'interno dell'ovulo femminile, e furono tra i più famosi sostenitori del movimento chiamato ovismo (feto nell'ovulo).

François de Plantade (1670-1741) arrivò invece a sostenere di aver visto chiaramente al microscopio un homunculus dibattersi all'interno di uno spermatozoo. François de Plantade fu uno dei più famosi sostenitori del movimento chiamato animalculisti (feto nello sperma).

Tale questione continuò a imperversare, sfociando spesso nella polemica, fino all'elaborazione della teoria cellulare, sulla base della quale fu dimostrato che il nuovo organismo non è contenuto all'interno dell'ovulo o dello spermatozoo, bensì viene generato dalla fusione dei due.

Solo nel 1876 Oscar Hertwing e Herman Fol dimostrarono empiricamente, e in maniera indipendente l'uno dall'altro, la derivazione dello zigote dalla penetrazione dello spermatozoo nella cellula uovo e dalla fusione dei loro nuclei.

Morgan, Wilson, Boveri e il controllo dell'ereditarietà

[modifica | modifica wikitesto]

Fra il 1800 e il 1900 era ormai appurato che gli organismi si sviluppassero a partire da un uovo fecondato, frutto della fusione fra sperma maschile e ovulo femminile, tuttavia non era chiaro cosa controllasse l'ereditarietà e i processi di sviluppo.

Secondo Morgan (1897) la capacità di un organismo di differenziarsi e accrescersi, dando origine a un adulto, sarebbe a carico del citoplasma dell'ovulo femminile, pertanto i fattori che consentono a un organismo di accrescersi fino alla forma adulta, sarebbero da ricercarsi nel citoplasma della cellula uovo.

Secondo Wilson (1894-1904) gli elementi in grado di costruire la forma, consentendo lo sviluppo embrionale, andavano invece ricercati nei geni del nucleo cellulare.

La disputa fu risolta da Thedor Boveri, il quale, tramite esperimenti sul riccio di mare, riuscì per primo a dimostrare che ogni cromosoma possiede la proprietà di controllare differenti processi vitali.

Ciò portò alla formulazione dell'attuale teoria cromosomica dell'ereditarietà, ovvero l'evidenza che l'ereditarietà sia a carico dei cromosomi e il controllo dello sviluppo sia di tipo genetico.

Storia recente

[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1900 a oggi le nuove tecniche di clonazione, unite a quelle di ibridazione, le quali consentono di ottenere rispettivamente cloni e organismi geneticamente modificati, in aggiunta alla questione morale dovuta alla manipolazione degli embrioni, fanno sì che i dibattiti e le polemiche in seno alla biologia dello sviluppo continuino a essere vive, specialmente sui giornali, distanziandosi dall'aspetto scientifico e sconfinando in questioni morali o religiose.

Genecentrismo ed Evo-Devo

[modifica | modifica wikitesto]

Le evidenze sperimentali fino al 1980 hanno rivestito l'unità del gene come unica depositaria dell'informazione contenuta in ogni organismo, e quindi come unica unità morfofunzionale (unità che genera le caratteristiche anatomiche e le funzioni di ogni organismo), regolatrice e operante dei processi di sviluppo, evoluzione, processi patologici, fisiologici, ecc.
Tale visione del gene fu definita "genecentrica".

Intorno al 1990, evidenze scientifiche hanno generato una nuova disciplina biologica, definita biologia evolutiva dello sviluppo: l'unità genica non viene più vista come l'unità principale sulla quale operano i processi di sviluppo e di evoluzione, e maggior peso viene dato alle reti e alle interazioni del genoma (ovvero l'assetto completo di tutto il DNA contenuto in una cellula).
La nascita di tale disciplina si deve soprattutto alle influenze che la biologia evolutiva ha operato nel settore scientifico e alla progressiva fusione fra le competenze e le conoscenze della biologia dello sviluppo e della biologia evolutiva.

Principali autori e contributi

[modifica | modifica wikitesto]

Note

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Scott F. Gilbert, Biologia dello sviluppo, Zanichelli, 2005(3 ed.), ISBN 88-08-07275-4.
  2. ^ Campanella Chiara, Bazzicalupo Paolo, Di Lauro Roberto; 2002; Sviluppo embrionale e post-embrionale. Interpretazione moderna di alcuni aspetti di embriologia classica; Liguori
  3. ^ G. Giudice, Gabriella A. Tocco, C. Campanella, Biologia dello sviluppo, Piccin, 2010, ISBN 978-88-299-2047-1.
  4. ^ Sadler Thomas W.; 2006; Embriologia medica di Langman; Elsevier
  5. ^ a b Biologia Dello Sviluppo in “Enciclopedia della Scienza e della Tecnica” – Treccani
  6. ^ Monesi V.; 1977;Istologia; Padova; Piccin
  7. ^ Dyson R.D.; 1979; Biologia della Cellula (Edizione italiana a cura di: Autori F., Buongiorno-Nardelli M., Barsacchi G.); Amsterdam; Inter European Editions; ISBN 0-201-07818-X
  8. ^ García-Bellido A.; 1972; Pattern formation in imaginal discs, in Results and problems in cell differentiation; vol.5; (a cura di H. Ursprung e R. Nüthiger); Berlin; pp. 59-91
  9. ^ Journal of Biology of Reproduction
  10. ^ Alessandro Cellerino; 2002; Eros e cervello. Le radici biologiche di sessualità, estetica, amore; Bollati Boringhieri; Torino
  11. ^ Eric L. Charnov; 1982; Sex allocation; Princeton University Press; Princeton; New Jersey; ISBN 0-691-08312-6
  12. ^ Bainbridge, David A., The X in sex: how the X chromosome controls our lives, Harvard University Press, 2003, ISBN 0-674-01028-0.
  13. ^ Lewis E. B.; 1978; A gene complex controlling segmentation in Drosophila; Nature; CCLXXVI; pp. 565-570
  14. ^ Townes P. L. Holtfreter J.; 1955; Directed movements and selective adhesion of embryonic amphibian cells; Journal of experimental zoology; CXXVIII; pp. 53-120
  15. ^ Larsen William J.; 2002; Embriologia umana; Idelson-Gnocchi
  16. ^ Gardner R. L.; 1978; The relationship between cell lineage and differentiation in the early mouse embryo, in Genetic mosaics and cell differentiation; (a cura di W. J. Gehring); Berlin; pp. 205-241
  17. ^ Holtfreter J.; 1951; Some aspects of embryonic induction; Growth; X, pp. 117-152
  18. ^ Grobstein C.; 1961; Cell contact in relation to embryonic induction; Experimental cell research; VIII; suppl. pp. 234-245
  19. ^ 2009; Evolution and Development; Volume 86; Pagine 1-257; Editore William R. Jeffery; ISBN 978-0-12-374455-5

Bibliografia

[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàThesaurus BNCF 44485 · LCCN (ENsh85037352 · GND (DE4152440-8 · BNF (FRcb119586710 (data) · J9U (ENHE987007550689605171
  Portale Biologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biologia