L'azione sociale è un concetto introdotto dal sociologo tedesco Max Weber. Può essere definito come un'azione condivisa con altre persone e destinata a produrre effetti su altre persone[1]. Essa può essere generata da un impulso emotivo o da un valore condiviso ed è dotata di un significato di cui l'attore sociale[2], cioè colui che la esercita, la riempie[1].

Tipologia weberiana

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A questo proposito Weber opera una classificazione idealtipica dell'azione sociale:

Le azioni affettive e quelle tradizionali sono al limite tra le azioni sociali, consapevolmente orientate, e i comportamenti puramente reattivi. Per classificare le azioni bisogna tenere conto della situazione così come viene definita dagli attori, data la conoscenza che ne hanno e il punto di vista che adottano. La definizione della situazione da parte degli attori è espressa dal teorema di Thomas: "una situazione definita dagli attori come reale, diventa reale nelle sue conseguenze", di cui uno sviluppo è il concetto di profezia che si autoadempie di R.K.Merton.

Tipologia di Parsons

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Il concetto di azione sociale fu ripreso da Talcott Parsons, sociologo statunitense del XX secolo, che definisce l'azione sociale come ogni comportamento motivato e influenzato da precise cause che consistono nello scopo di raggiungere determinati obiettivi.

Egli individua nell'azione quattro elementi:

Note

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  1. ^ a b Vanio Preti e Anabel Valdivieso, Glossario, in Città e formazione linguistica transculturale, Università di Bologna. URL consultato il 23 gennaio 2016.
  2. ^ Definizione di attori sociali, su definizione.info.

Bibliografia

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Voci correlate

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