Autobianchi Primula
Descrizione generale
CostruttoreBandiera dell'Italia Autobianchi
Tipo principaleBerlina
Altre versioniCoupé
Produzionedal 1964 al 1970
Sostituita daAutobianchi A111
Esemplari prodotti74.858[1]
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
LunghezzaBerlina: 3785 mm
Coupé: 3715 mm
Larghezza1578 mm
AltezzaBerlina: 1400 mm
Coupé: 1350 mm
Passo2300 mm
Massa835 kg
Altro
ProgettoDante Giacosa
Stessa famigliaFiat 238
Fiat 1100
Auto similiBMC Ado 16
Fiat 128
Peugeot 204
Simca 1100

L'Autobianchi Primula è un'autovettura prodotta dalla casa automobilistica italiana Autobianchi tra il 1964 e il 1970.

La genesi

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La Primula fu la prima auto del gruppo Fiat a sperimentare la trazione anteriore[2] e motore trasversale. Il suo compito, quasi si trattasse di una vettura da laboratorio, era quello di legittimare questo tipo di soluzione tecnica, mal vista nel gruppo Fiat. L'ostracismo era dovuto ad un incidente di collaudo, verificatosi nel 1932, durante il quale prese fuoco il primo prototipo di vettura FIAT a trazione anteriore, coinvolgendo personalmente il senatore Giovanni Agnelli.

All'inizio degli anni sessanta, tuttavia, Oreste Lardone e Dante Giacosa riuscirono a convincere i vertici della casa a sperimentare nuovamente una soluzione tecnica che, su automobili di piccola e media taglia, dava vantaggi indubitabili. Nessuno però se la sentì di utilizzare il marchio FIAT per questa sperimentazione, preferendo il "collaterale" Autobianchi: iniziò quindi nel 1961 quello che in codice era il "Progetto 109". Utilizzando un nuovo pianale e sistemando in posizione anteriore trasversale il 4 cilindri in linea 1221 cm³ a carburatore della 1100 D, accoppiato stavolta ad un cambio con sincronizzatore anche per la prima velocità, nacque nel 1964 la Primula a trazione anteriore[2].

Primula Coupé S

Da notare che la prima auto a trazione anteriore e motore trasversale fu la Mini, progettata da sir Alec Issigonis. Ma mentre nella Mini il cambio era nella coppa dell'olio, il che creava problemi, dato che l'olio motore ha caratteristiche diverse da quello del cambio, nella Primula l'ingegner Dante Giacosa ebbe l'intuizione di piazzare il cambio esterno in posizione laterale, con il risultato che i due semiassi sono di lunghezza diversa, il che va bene per potenze limitate. Quando le potenze crescono, il semiasse più lungo viene suddiviso in due parti, una fissa, l'altra di lunghezza pari a quella dell'altro lato, questo per evitare sbandate durante le accelerazioni violente causate dall'effetto giroscopico. Questa configurazione, motore trasversale e cambio laterale adottata anche sul Fiat 238[3], è stata in seguito la configurazione adottata dai costruttori della maggior parte le auto a trazione anteriore e motore trasversale, soluzione non brevettata, ma che è un'innovazione introdotta da FIAT.

Caratterizzata da una razionale e sobria linea a due volumi con accennate pinne posteriori, assai in voga all'epoca, la Primula poteva essere scelta in configurazione berlina o coupé.

La berlina poteva avere il pratico portellone posteriore o un semplice cofano bagagli, nelle versioni a 2, 3, 4 o 5 porte, mentre il modello coupé, caratterizzato da un padiglione più basso e posteriormente rastremato, veniva offerto nella sola versione a 2 porte.

Il portellone posteriore che la rendeva una vettura "fastback", poco apprezzato in Italia, fu invece molto gradito in Francia; caso raro, dato che le vetture straniere non erano particolarmente apprezzate oltralpe[4], ma dove modelli utilitari come la Citroën 2CV Mixte o la Renault 4 erano assai amati proprio per il portellone posteriore che consentiva una grande versatilità d'utilizzo.

Caratterizzata da finiture raffinate, grazie ai 59 CV del motore la nuova Autobianchi aveva buone prestazioni, supportate da una tenuta di strada eccellente; merito della trazione anteriore e delle sospensioni anteriori a ruote indipendenti MacPherson, altra novità per la casa.

Coppia Pianta-Grasso su Autobianchi Primula al Rally Sanremo '69

Ulteriore novità introdotta da questa vettura per prima tra quelle del gruppo Fiat è l'adozione dello sterzo a cremagliera[2].

L'evoluzione

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Nel 1968 la Primula venne ristilizzata. Sulla berlina cambiarono la mascherina anteriore e gli interni, mentre il coupé ottenne anche una coda completamente ridisegnata e priva delle caratteristiche pinne (che rimasero, invece, sulla berlina).

Dal punto di vista tecnico, invece, la novità più importante era data dall'adozione dei motori della Fiat 124. La berlina venne equipaggiata col 1197 cm³ da 65 CV della 124 base, mentre il coupé (ora denominata Coupé S) ottenne il 1438 cm³ da 75 CV della 124 Special[2].

La linea del coupé, che nella parte posteriore sembrava "incompleta", piacque meno di quella della serie precedente, nonostante il miglioramento delle prestazioni e delle finiture.

La produzione terminò nel 1970. Sul mercato c'era, ormai da quasi due anni, la sua erede spirituale, l'A111. Lo stabilimento di Desio "sfornò" 74.858 esemplari di questa vettura dal 1964 al 1970.

Dalla Primula derivò anche il furgone Fiat 238.

Caratteristiche tecniche

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Versioni

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Motorizzazioni

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1200 Berlina (1964 - 1968)

1200 Coupé (1965 - 1968): stesse caratteristiche, tranne:

1200 65 C Berlina 1968 - 1970: stesse caratteristiche 1200 Berlina, tranne:

1400 Coupé S: stesse caratteristiche 1200 65C Berlina, tranne

Telaio

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Trasmissione

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Carrozzeria

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Note

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  1. ^ Paolo Chiabra, Classiche Sostenibili, collana TiPubblica, Lampi di Stampa, 2 novembre 2017, p. 30, ISBN 8848819583.
  2. ^ a b c d Valerio Berruti e Aurelio Magistà, 1 volume, in L'Automobile Marche e modelli dalle origini ad oggi, Gruppo Editoriale l'Espresso, 2009, p. 266-267.
  3. ^ Daily motive. Professional DNA - Vittorio Garroni Carbonara - Google Libri
  4. ^ Dante Giacosa "Progetti alla Fiat" ed. Automobilia

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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