Il Grande Carro dell'Orsa Maggiore al polo nord del cielo.
Il nome "Arturo" può essere di derivazione greca o celtica, risalendo alle stesse radici indo-europee riferentisi alle costellazioni del polo nord celeste roteanti intorno alla stella polare: il Grande Carro e l'Orsa Maggiore.
Il nome greco Αρκτούρος (Arktouros) ha come radice ἄρκτος (árktos) che significa sia "nord" che "orso" (l'Orsa Maggiore). Dà il nome a una stella della costellazione di Bootes, Arturo, e può significare "Guardiano del Nord", "Guardiano dell'Orsa" oppure "Coda dell'Orsa", da ἄρκτος più οὖρος (ouros, "guardiano") oppure οὐρά (ourà, "coda"). La stellaArturo può essere considerata sulla sfera celeste come il prolungamento dell'arco formato da tre stelle dell'Orsa Maggiore, la "coda dell'Orsa" per l'appunto, e verosimilmente era considerata nell'antichità parte integrante del Grande Carro. La derivazione del nome direttamente da quello della stella Arturo ha trovato tuttavia accoglienza limitata fra gli studiosi.[4][5][6][7][8][9].
Un'altra ipotesi fa derivare Arturo direttamente dal celticoArto-wiros che significa "uomo dell'Orsa", come composto di artos (orso") e viros ("uomo");[2][3] il secondo elemento viene talvolta ricondotto anche a rigos ("re").[2] Tuttavia questo nome composto darebbe origine ad Artgur in gallese antico ed Arthwr in gallese medio e moderno, mentre nelle poesie gallesi compare solamente Arthur (variante di Arturo) in rima con parole terminanti in -ur, non in -wr, a conferma del fatto che il secondo elemento del nome non può essere -[g]wr ("uomo").[16]
A proposito della sua diffusione, il nome è molto noto per essere stato portato dal protagonista del ciclo arturiano, re Artù; in Inghilterra entrò nell'uso comune nel Medioevo, grazie alle storie di tale ciclo, e nel XIX secolo ebbe un notevole aumento di diffusione[2].
L'onomastico si può festeggiare il 15 novembre in memoria del beato Richard Whiting, chiamato anche "Arturo di Clastonburgh", ultimo abate di Glastonbury e martire. Si ricordano con questo nome anche altri due beati, Arturo Bell, martire a Londra, onorato l'11 dicembre[17], e Arturo Ros Montalt, padre di famiglia e martire a Valencia, commemorato il 28 agosto[18].
(DE) Olli Salomies, Die römischen Vornamen. Studien zur römischen Namengebung, Helsinki, 1987.
Ciro Santoro, Per la nuova iscrizione messapica di Oria, A. VII, n. 27, La Zagaglia, 1965.
Ciro Santoro, La Nuova Epigrafe Messapica IM 4. 16, I-III di Ostuni ed nomi in Art-, Ricerche e Studi, Volume 12, 1979.
(DE) Wilhelm Schulze, Zur Geschichte lateinischer Eigennamen (Volume 5, Issue 2 of Abhandlungen der Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen, Philologisch-Historische Klasse, Gesellschaft der Wissenschaften Göttingen Philologisch-Historische Klasse), 2nd Edition, Weidmann, 1966.
(DE) Stefan Zimmer, Die keltischen Wurzeln der Artussage: Mit einer vollständigen Übersetzung der ältesten Artuserzählung Culhwch und Olwen, Winter, 2006, ISBN3-8253-5107-6.
(EN) Stefan Zimmer, The Name of Arthur - A New Etymology, in Journal of Celtic Linguistics, Volume 13, Number 1, University of Wales Press, marzo 2009.