Arcidiocesi di Utrecht Archidioecesis Ultraiectensis Chiesa latina | |||
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Diocesi suffraganee | |||
Breda, Groninga-Leeuwarden, Haarlem-Amsterdam, Roermond, Rotterdam, 's-Hertogenbosch | |||
Arcivescovo metropolita | cardinale Willem Jacobus Eijk | ||
Ausiliari | Theodorus Cornelis Maria Hoogenboom[1], Herman Willebrordus Woorts[2] | ||
Presbiteri | 307, di cui 124 secolari e 183 regolari 2482 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 283 uomini, 540 donne | ||
Diaconi | 74 permanenti | ||
Abitanti | 4115800 | ||
Battezzati | 762.100 (18,5% del totale) | ||
Stato | Paesi Bassi | ||
Superficie | 10.000 km² | ||
Parrocchie | 47 (3 vicariati) | ||
Erezione | 695, ristabilita 4 marzo 1853 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santa Caterina | ||
Indirizzo | Maliebaan 38-40, 3581 EA Utrecht, Nederland | ||
Sito web | www.aartsbisdom.nl | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica nei Paesi Bassi | |||
L'arcidiocesi di Utrecht (in latino Archidioecesis Ultraiectensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica nei Paesi Bassi. Nel 2020 contava 762100 battezzati su 4115800 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Willem Jacobus Eijk.
L'arcidiocesi comprende le province olandesi di Utrecht, Gheldria, Overijssel e la parte centrale della provincia di Flevoland.
Sede arcivescovile è la città di Utrecht, dove si trova la cattedrale di Santa Caterina. Sono otto le basiliche minori presenti nell'arcidiocesi: San Giorgio ad Almelo, l'Esaltazione della Croce a Raalte, San Lamberto a Hengelo, San Nicola a IJsselstein, San Pancrazio a Tubbergen, San Plechelmo a Oldenzaal, San Walburg a Arnhem e Santa Maria Assunta a Zwolle.
Il territorio si estende su 10000 km² ed è suddiviso in 47 parrocchie, raggruppate in 3 vicariati: Utrecht, Deventer e Arnhem. Alcune parrocchie per gli immigrati non fanno capo a nessun decanato.[3]
La provincia ecclesiastica di Utrecht, istituita nel 1559, comprende le seguenti suffraganee:
La diocesi di Utrecht fu eretta nel 695 quando san Villibrordo fu consacrato vescovo dei Frisi a Roma da papa Sergio I e con il beneplacito di Pipino di Herstal andò ad occupare la cattedra dell'importante città di Utrecht. Dopo la morte di Villibrordo la diocesi ebbe a soffrire enormi danni dalle incursioni dei Frisi e, più tardi, da quelle dei Normanni.
Tempi migliori trascorse durante il regno degli imperatori sassoni che frequentemente invitarono i vescovi di Utrecht alle diete ed ai concili imperiali. Nel 1024 i vescovi furono investiti dell'autorità e del lignaggio di principi del Sacro Romano Impero. Con l'ottenimento della immediatezza imperiale, il vescovo ottenne il titolo di principe dell'Impero: il territorio su cui estendeva la sua autorità politica comprendeva lo Sticht, corrispondente all'attuale provincia di Utrecht[4], ma anche alcuni territori conosciuti come l'Oversticht, corrispondenti grosso modo alle attuali province di Drenthe e di Overijssel e alla città di Groninga, che non erano in continuità con lo Sticht perché vi si interponevano i territori della Ducato di Gheldria, corrispondente all'attuale provincia della Gheldria[5].
Nel 1122, con il Concordato di Worms, il diritto di investitura dell'imperatore fu abrogato ed il diritto di provvedere all'elezione del vescovo fu riservato al capitolo della cattedrale il quale, molto presto, si trovò a doverlo condividere con i quattro capitoli delle chiese collegiate più importanti della città (San Salvatore, San Giovanni, San Pietro e Santa Maria). I conti di Olanda e di Gheldria, fra i cui possessi si estendevano le terre governate dal principe-vescovo di Utrecht, tentarono di acquisire influenza politica sulla scelta dei capitoli cercando spesso di imporre un candidato a loro gradito. Tale situazione provocò frequenti dispute e controversie con conseguenti frequenti interventi della Santa Sede, la quale si vide costretta ad interferire in più di un'elezione. Dopo la metà del XIV secolo i papi ripetutamente nominarono direttamente i vescovi senza alcun riguardo per il diritto dei cinque capitoli, forzati dalla situazione di grave ingerenza esercitata dai poteri politici locali e confinanti.
Nel 1527 l'ultimo principe-vescovo alienò i suoi territori all'imperatore Carlo V ed il principato divenne parte dei dominii degli Asburgo; nel contempo, i cinque capitoli trasferirono volontariamente il loro diritto di elezione all'imperatore, con il consenso di papa Clemente VII.
Il 12 maggio 1559 con la bolla Super Universas di papa Paolo IV Utrecht cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Haarlem (oggi diocesi di Haarlem-Amsterdam), di Deventer, di Groninga (oggi diocesi di Groninga-Leeuwarden), di Leeuwarden e di Middelburg e contestualmente fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con sei diocesi suffraganee.
Ma il nuovo stato di cose non durò a lungo. Quando le province settentrionali dei Paesi Bassi si rivoltarono, l'arcidiocesi decadde con la fine del potere spagnolo. Secondo i termini dell'Unione di Utrecht, i diritti ed i privilegi dei cattolici avrebbero dovuto essere garantiti, ma il 14 giugno 1580 la pratica della religione cattolica venne proibita dai magistrati di Utrecht. La cattedrale di San Martino fu devastata ed il governo delle Province Unite fu incapace di controllare gli estremisti. Il 25 agosto dello stesso anno l'arcivescovo Schenk morì e due successori nominati dal re di Spagna non riuscirono ad entrare nel territorio della diocesi.
Nel 1592 papa Clemente VII dichiarò i territori a nord del fiume Waal territorio di missione, la Missione Olandese, affidata a vicari apostolici.
La sede rimase vacante fino al 1602, quando l'incarico di arcivescovo fu conferito ai vicari apostolici della Missione Olandese (Hollandse Zending). Questi vicari furono consacrati come arcivescovi titolari per non urtare la sensibilità del governo olandese, ma a condizione che avrebbero assunto il titolo di arcivescovi di Utrecht quando le circostanze lo avrebbero permesso. Durante l'ultimo periodo del vicariato apostolico, fra il clero della diocesi si diffusero le teorie gianseniste e gallicane, avversate dalla Curia Romana e tollerate dal vescovo Van Neercassel. Quando a questi succedette Petrus Codde, acceso sostenitore del giansenismo, si aprì un aperto conflitto con Roma che si risolse solo con la sospensione del presule e con la sua sostituzione con un nuovo vescovo e vicario apostolico. Codde, d'altra parte e fino alla fine dei suoi giorni, continuò a considerarsi arcivescovo e ad esercitare una residua autorità al di fuori della comunione con la Santa Sede. La maggioranza del clero dell'arcidiocesi, anche dopo la sua scomparsa, continuò a rivendicare il diritto all'elezione dell'arcivescovo.
Nel 1723 i capitoli, avendo ottenuto il permesso del governo olandese, provvidero ad eleggere un nuovo arcivescovo, al quale però Benedetto XIII decise di negare il suo assenso e di comminare la scomunica (1725). Questo fu l'inizio dello scisma di Utrecht (o scisma vetero-cattolico), che tuttora si prolunga. Ciò nonostante, fino al 1858 tutti gli arcivescovi vetero-cattolici eletti notificarono la loro elezione al Papa e fino al Concilio Vaticano I non si considerarono separati dalla Chiesa di Roma.
Nel 1725 gli Stati Generali dei Paesi Bassi, in un tentativo di indebolire e dividere i cattolici, espulsero i vicari apostolici dal paese. I superiori della Missione Olandese si stabilirono a Bruxelles fino al 1794, successivamente il superiore Ludovico Ciamberlani (1794-1828) ebbe residenza a Münster e poi ad Amsterdam e il suo successore Francesco Capaccini pose la residenza all'Aia, dove rimarrà fino al ristabilimento della gerarchia. Intanto nel 1795 la Repubblica batava concesse a tutti i cittadini, compresi i cattolici, libertà di religione.
Il 4 marzo 1853 la Santa Sede, con il breve Ex qua die di papa Pio IX, ristabilì una propria gerarchia nei Paesi Bassi, ufficiosamente chiamata Nuova Chiesa Cattolica e fu ripristinata l'arcidiocesi di Utrecht con quattro sedi suffraganee.
Il 16 luglio 1955 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Groninga (oggi diocesi di Groninga-Leeuwarden).
L'arcidiocesi nel 2020 su una popolazione di 4.115.800 persone contava 762.100 battezzati, corrispondenti al 18,5% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 624.000 | 1.872.000 | 33,3 | 729 | 729 | 855 | 377 | ||||
1969 | 849.982 | 2.856.449 | 29,8 | 895 | 768 | 127 | 949 | 127 | 355 | ||
1980 | 942.000 | 3.266.000 | 28,8 | 1.022 | 472 | 550 | 921 | 1 | 950 | 3.000 | 359 |
1990 | 901.862 | 3.521.322 | 25,6 | 892 | 378 | 514 | 1.011 | 24 | 794 | 2.383 | 362 |
1999 | 800.000 | 3.000.000 | 26,7 | 276 | 276 | 2.898 | 55 | 153 | 1.550 | 355 | |
2000 | 852.752 | 3.751.379 | 22,7 | 382 | 274 | 108 | 2.232 | 60 | 256 | 1.551 | 348 |
2001 | 835.823 | 3.779.499 | 22,1 | 394 | 286 | 108 | 2.121 | 54 | 279 | 1.335 | 218 |
2002 | 834.348 | 3.783.699 | 22,1 | 628 | 285 | 343 | 1.328 | 63 | 508 | 1.259 | 342 |
2003 | 832.068 | 3.937.376 | 21,1 | 584 | 252 | 332 | 1.424 | 62 | 491 | 1.137 | 316 |
2004 | 829.184 | 3.836.649 | 21,6 | 577 | 262 | 315 | 1.437 | 69 | 463 | 1.057 | 336 |
2010 | 757.000 | 3.979.000 | 19,0 | 425 | 214 | 211 | 1.781 | 85 | 320 | 697 | 234 |
2014 | 750.000 | 4.049.000 | 18,5 | 341 | 158 | 183 | 2.199 | 84 | 288 | 540 | 232 |
2017 | 753.700 | 4.070.300 | 18,5 | 323 | 140 | 183 | 2.333 | 79 | 283 | 540 | 53 |
2020 | 762.100 | 4.115.800 | 18,5 | 307 | 124 | 183 | 2.482 | 74 | 283 | 540 | 47 |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 153044580 · ISNI (EN) 0000 0004 0561 0326 · LCCN (EN) n79065276 · GND (DE) 219501-X · BNF (FR) cb116872994 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n79065276 |
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