Arcidiocesi di Toledo Archidioecesis Toletana Chiesa latina | |||
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Diocesi suffraganee | |||
Albacete, Ciudad Real, Cuenca, Sigüenza-Guadalajara | |||
Arcivescovo metropolita e primate | Francisco Cerro Chaves | ||
Ausiliari | Francisco César García Magán[1] | ||
Arcivescovi emeriti | Braulio Rodríguez Plaza | ||
Presbiteri | 432, di cui 402 secolari e 30 regolari 1.396 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 80 uomini, 752 donne | ||
Diaconi | 1 permanente | ||
Abitanti | 735.093 | ||
Battezzati | 603.435 (82,1% del totale) | ||
Stato | Spagna | ||
Superficie | 19.333 km² | ||
Parrocchie | 272 (3 vicariati) | ||
Erezione | I secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santa Maria dell'Assunzione | ||
Santi patroni | santa Leocadia | ||
Indirizzo | Arco de Palacio 3, 45002 Toledo, España | ||
Sito web | www.architoledo.org | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Spagna | |||
L'arcidiocesi di Toledo (in latino: Archidioecesis Toletana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2022 contava 603.435 battezzati su 735.093 abitanti. È retta dall'arcivescovo Francisco Cerro Chaves.
L'arcidiocesi comprende la città e gran parte della provincia di Toledo e alcuni comuni appartenenti alle province estremadurane di Cáceres e di Badajoz, per un totale di 232 comuni spagnoli.[2]
Sede arcivescovile è la città di Toledo, dove si trova la cattedrale primaziale di Santa Maria dell'Assunzione. Due celebri basiliche minori dell'arcidiocesi sono quella di Nostra Signora di Guadalupe e di Nostra Signora del Prado a Talavera de la Reina.
Il territorio si estende su 19.333 km² ed è suddiviso in 272 parrocchie, raggruppate in 26 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 4 vicariati.
La provincia ecclesiastica di Toledo comprende le seguenti suffraganee:
La diocesi di Toledo fu eretta nel I secolo.
Nel IV secolo è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana. Per tradizione la più importante diocesi di Spagna, Toledo è sede del Primate di Spagna.
La diocesi, che per tradizione è sede primaziale della Spagna, è storicamente documentata per la prima volta come sede metropolitana della provincia Carthaginensis durante l'episcopato di Montano, nella prima metà del VI secolo, quando parte della regione era già da tempo occupata dai Visigoti; questo è evidente in alcune lettere dell'epistolario di Montano e nel concilio di Toledo del 17 maggio 531. Secondo Ildefonso, vescovo toletano del VII secolo, la sede era già metropolitana all'epoca dei vescovi Audencio e Asturio, tra IV e V secolo; questa indicazione è tuttavia anacronistica, giustificata dal tentativo di Ildefonso di retrodatare l'antichità della metropolia toletana in contrapposizione a quella di Cartagena.[3]
Infatti, il primato di Toledo, assunta a capitale del regno visigoto, fu contestato dalla sede di Cartagena, che vantava diritti metropolitici sulla parte della Carthaginensis non sottomessa ai Visigoti. Questo dualismo perdurò per diverso tempo e potrebbe spiegare la nascita, forse all'epoca del re Leovigildo (568-586), della provincia Carpetana, con capitale Toledo, in contrapposizione alla provincia Carthaginensis, sottomessa alla fine del secolo ai Bizantini, con Cartagena come capitale; nel concilio di Toledo del 589 Eufimio sottoscrisse gli atti come ecclesiae catholicae Toletanae metropolitanus episcopus provinciae Carpetaniae. La fine del dominio bizantino in Spagna e la conquista di Cartagena ad opera dei Visigoti nel 625 pose fine ai dissidi; già in precedenza il re Gundemaro aveva decretato, nella Constitutio Cartaginensium sacerdotum del 610, l'erezione di Toledo a unica sede metropolitana di tutta la Carthaginensis.[4]
Durante la dominazione araba, la città di Toledo divenne una roccaforte del Cristianesimo e vi si mantenne l'arcidiocesi con la sua successione episcopale. Nell'VIII secolo ebbe luogo una persecuzione dei cristiani che permanevano in territori occupati dai musulmani, che comportò una migrazione verso i regni cristiani nel nord della penisola.
Il re Alfonso VI e i cristiani riconquistarono la città di Toledo nel 1085 ristabilendo l'antico potere dell'arcidiocesi. Il primo arcivescovo di questa fase fu Bernando di Cluny, membro della Congregazione cluniacense, che in quell'epoca si diffondeva per tutta la Spagna. La sede episcopale partecipò attivamente alla Reconquista, controllando il territorio conquistato e arginando l'espansione degli ordini militari di Santiago, di Calatrava e di Alcántara.
Il 6 marzo 1101 papa Pasquale II confermò Toledo come sede primaziale con la bolla Actorum synodalium.
Durante questo periodo fu iniziata la costruzione dell'attuale cattedrale di Santa Maria, i cui lavori si protrarranno per due secoli.
Terminata la conquista, durante il regno dei Re Cattolici, fu arcivescovo il cardinale Francisco Jiménez de Cisneros, che inaugurerà l'Università di Alcalá, il cui territorio apparteneva allora all'arcidiocesi, che avrà un ruolo di primo piano nella politica del regno. Durante il regno di Filippo II la corte si trasferì a Madrid, sebbene ecclesiasticamente la città continuasse a dipendere da Toledo. Sino al 1885 il suo territorio comprese anche tutta la città e la provincia di Madrid, nonostante questa già da più di due secoli fosse stata la nuova capitale del regno di Spagna. Ciò fu dovuto alla forte opposizione all'erezione di Madrid a sede vescovile esercitata dagli arcivescovi, timorosi di perdere l'influenza sul Re e sulla Corte.
Durante il resto dell'era moderna la città subì un lento declino. Sebbene l'arcidiocesi conservasse il rango primaziale, a poco a poco perse territori e importanza a vantaggio delle diocesi limitrofe.
Negli ultimi due secoli l'arcidiocesi si trovò in gravi situazioni. Durante l'invasione napoleonica l'arcidiocesi venne saccheggiata, e l'arcivescovo fu costretto a trovare rifugio a Siviglia. Con la desamortización di Mendizábal e di Madoz si aprì un conflitto fra il governo e la Santa Sede, e la sede di Toledo rimase vacante per un certo periodo. Infine, la Guerra civile spagnola comportò la distruzione di buona parte del patrimonio artistico dell'arcidiocesi e l'assassinio di 281 sacerdoti. Al termine della guerra, si procedette alla ricostruzione materiale e spirituale.
Il 23 aprile 1954[5], il 20 maggio[6] e il 22 novembre 1955[7], con tre distinti decreti della Congregazione Concistoriale, furono rivisti i confini dell'arcidiocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. L'arcidiocesi di Toledo cedette gli arcipresbiterati di Cazorla alla diocesi di Jaén, quello di Huéscar alla diocesi di Guadix, e quelli di Guadalajara, Brihuega, Pastrana e Tomajón alla diocesi di Sigüenza, più la parrocchia di Navahondilla ceduta alla diocesi di Avila. Ampliò al contempo il proprio territorio con 31 parrocchie appartenute alla stessa diocesi di Avila e con altre 9 cedute dalla diocesi di Cuenca.
Il più antico catalogo dei vescovi di Toledo è contenuto nel codice Emilianense, risalente al 992 e oggi conservato nella biblioteca del monastero dell'Escorial; l'elenco riporta la serie dei vescovi toledani dagli inizi fino a Juan, che si dice deceduto nel 926. Dei 21 vescovi che precedono Eufimio (589), solo quattro sono storicamente documentati anche da altre fonti; per gli altri se ne conosce solo il nome, proprio grazie al codice Emilianense.[8]
Nella presente cronotassi, si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Nel 2013, contavano case in arcidiocesi le seguenti comunità religiose:[18]
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 735.093 persone contava 603.435 battezzati, corrispondenti all'82,1% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 755.857 | 755.867 | 100,0 | 374 | 307 | 67 | 2.021 | 278 | 1.451 | 364 | |
1970 | 554.272 | 554.950 | 99,9 | 481 | 378 | 103 | 1.152 | 138 | 1.097 | 245 | |
1980 | 507.790 | 508.620 | 99,8 | 440 | 380 | 60 | 1.154 | 121 | 1.210 | 257 | |
1990 | 488.145 | 490.320 | 99,6 | 406 | 340 | 66 | 1.202 | 169 | 1.057 | 259 | |
1999 | 547.760 | 550.095 | 99,6 | 443 | 390 | 53 | 1.236 | 153 | 981 | 265 | |
2000 | 556.972 | 557.953 | 99,8 | 459 | 399 | 60 | 1.213 | 147 | 1.050 | 266 | |
2001 | 557.235 | 558.721 | 99,7 | 462 | 401 | 61 | 1.206 | 160 | 1.054 | 268 | |
2002 | 551.400 | 566.774 | 97,3 | 486 | 425 | 61 | 1.134 | 154 | 1.062 | 268 | |
2003 | 547.821 | 560.576 | 97,7 | 468 | 411 | 57 | 1.170 | 147 | 1.158 | 268 | |
2004 | 566.538 | 574.409 | 98,6 | 476 | 422 | 54 | 1.190 | 173 | 1.048 | 268 | |
2010 | 636.477 | 719.482 | 88,5 | 480 | 443 | 37 | 1.325 | 97 | 893 | 270 | |
2014 | 634.669 | 735.154 | 86,3 | 469 | 436 | 33 | 1.353 | 104 | 1.034 | 270 | |
2017 | 636.173 | 726.391 | 87,6 | 484 | 465 | 19 | 1.314 | 89 | 1.080 | 273 | |
2020 | 613.380 | 721.105 | 85,1 | 447 | 424 | 23 | 1.372 | 1 | 91 | 1.030 | 273 |
2022 | 603.435 | 735.093 | 82,1 | 432 | 402 | 30 | 1.396 | 1 | 80 | 752 | 272 |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 160421542 · BAV 494/32848 · BNE (ES) XX140168 (data) |
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