L'aquila in araldica è di foggia convenzionale, corpo di fronte, ali spiegate, testa verso destra. L'aquila nella mitologia greca e latina è l'uccello sacro a Zeus, dio del fulmine e delle nuvole, suo attributo specifico, ed è spesso identificata con lo stesso padre degli dèi. È anche simbolo di potenza, vittoria e prosperità.
Nella Roma antica l'aquila era utilizzata nell'esercito romano come insegna dell'intera legione romana. Questo simbolo araldico, con il suo blasone e attributi, si riscontrano nei secoli successivi: Sacro Romano Impero, Asburgo d'Austria-Savoia (Pace di Carlowitz, 1699), impero prussiano (stemma della Marca di Brandeburgo, dal 1701), Secondo Reich.
L'aquila è una figura araldica naturale femminile (ovvero non sono rappresentati i genitali maschili). Con Carlo Magno, diviene il simbolo del Sacro Romano Impero e guadagna anche una seconda testa al momento della fusione tra l'Impero d'Oriente e l'Impero d'Occidente.
Questa concorrente aerea del leone vola raramente, e ciò potrebbe avvenire per rimarcare la sua supremazia: essa può regnare sulle stesse zone del leone, mentre quest'ultimo non ha alcun potere nell'aria, che diviene simbolicamente un mondo superiore.
L'aquila naturale ha le zampe coperte di piume fino agli artigli, contrariamente all'aquila araldica, le cui zampe glabre sono spesso rosse, e che dunque è più simile al falcone da caccia.
L'aquila, benché molto utilizzata nelle armi, soprattutto nell'Europa orientale, non ha conosciuto la stessa banalizzazione del leone. È sicuramente questa la ragione per cui le varianti sono meno numerose:
L'aquila ha dato origine ad alcune figure mostruose tra cui l'arpia e il grifone, quest'ultimo con il suo reale concorrente terrestre il leone.
L'araldica napoleonica ristabilì un'aquila più vicina al modello naturale e al modello romano, volante, o in ogni caso sorante (che sta spiccando il volo), ma che si ritrova principalmente negli ornamenti esteriori dello scudo.
L'aquila è rappresentata di fronte, con zampe e penne della coda divaricate, ali aperte con penne spiegate (si dice volo spiegato) e testa di profilo, che guarda a destra, come deve avvenire per ogni animale araldicamente corretto (è appena il caso di ricordare che nello scudo la destra è quella che l'osservatore vede a sinistra e viceversa, in quanto indica in realtà la destra di colui che porta lo scudo davanti a sé).