Albert O. Hirschman, sulla sinistra, nella Reggia di Caserta nel 1945 mentre fa da interprete al generale tedesco Anton Dostler

Albert Otto Hirschman (Berlino, 7 aprile 1915Ewing, 11 dicembre 2012) è stato un economista tedesco naturalizzato statunitense, autore di diversi libri di economia politica.

Biografia

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Nato Otto-Albert Hirschmann in una famiglia della borghesia ebraica di Berlino, figlio di Carl Hirschmann e Hedwig Marcuse e fratello di Ursula Hirschmann (che sarebbe divenuta moglie di Eugenio Colorni, e che, dopo la morte di quest'ultimo, avrebbe sposato Altiero Spinelli).[1] Dopo essersi iscritto nel 1932 all'Università Humboldt di Berlino, studiò alla Sorbona (a Parigi), alla HEC Paris, alla London School of Economics (a Londra) e all'Università di Trieste, dove nel 1938 ottenne il dottorato in Economia.[1] Successivamente Hirschman fu volontario combattente per la repubblica spagnola nella Guerra civile spagnola. Dopo che la Francia si arrese ai nazisti, lavorò con Varian Fry per aiutare molti importanti artisti e intellettuali europei a rifugiarsi negli Stati Uniti d'America; Hirschman li fece fuoriuscire dalla Francia occupata in Spagna attraverso percorsi nei Pirenei e quindi in Portogallo.

Vincitore di una Rockefeller Fellowship presso l'Università della California (1941-1943), fu soldato nell'esercito statunitense (1943-1946), fu nominato Capo della sezione Europa Occidentale e Commonwealth Britannico del Federal Reserve Board (1946-1952), fu consigliere finanziario del "National Planning Board" della Colombia (1952-1954) e successivamente divenne consulente economico privato a Bogotà (1954-1956). In seguito ottenne varie cattedre di economia alla Yale University (1956-1958), alla Columbia University (1958-1964), alla Harvard University (1964-1974) e all'Institute for Advanced Study a Princeton (1974-2012). Nel 2007 il Social Science Research Council istituì un premio annuale Archiviato il 10 giugno 2016 in Internet Archive. in onore di Hirschman.

Contributi

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Il suo maggiore contributo è relativo alla disciplina dell'Economia dello sviluppo, analizzando tramite la teoria del doux commerce di Montesquieu.

In questo campo ha pubblicato nel 1958 The Strategy of Economic Development [trad. it. La teoria dello sviluppo economico][2] in cui sviluppò la teoria della crescita squilibrata o unbalanced growth. Poiché i paesi in via di sviluppo mancano di capacità decisionali, gli squilibri possono stimolarle e aiutare a smuovere risorse che necessitano di essere attivate: questo progresso dovuto all'iniziale squilibrio si diffonde successivamente al resto dell'economia attraverso effetti di connessione (linkage effects) che possono essere attivati attraverso meccanismi di mercato (connessioni a monte e a valle) ovvero attraverso effetti sociali o pubblici (connessioni di consumo e connessioni fiscali).

In molti altri contributi Hirschman mette in evidenza come lo sviluppo sia attivato da meccanismi non tipicamente "di mercato" (cfr. il rifiuto della "parsimonia" ovvero della massimizzazione dell'utilità individuale, l'esistenza di ostacoli allo sviluppo come meccanismo di innesco di un processo di crescita, il principio della mano che nasconde, ecc.) e come questo processo non sia lineare ma costellato da successi e fallimenti che si alternano ciclicamente.

Un altro campo d'indagine, che Hirschman esplorò successivamente, è relativo all'analisi delle relazioni tra comportamenti individuali (razionalità) e dinamiche sociali.

In The Passions and the Interests: Political Arguments For Capitalism Before Its Triumph [trad. it. Le passioni e gli interessi. Argomenti politici in favore del capitalismo prima del suo trionfo] pone enfasi sulla crescente consapevolezza delle società europee settecentesche che né la religione, né la filosofia morale avrebbero potuto arginare gli effetti distruttivi delle passioni umane. Tale consapevolezza suggerì l'idea che l'interesse economico - così come formulato da Adam Smith e dagli economisti classici, vale a dire in base al quale il perseguimento di un interesse economico individuale avrebbe garantito il benessere sociale - fosse per l'appunto uno strumento "per porre un freno alle distruttive passioni degli uomini".

In Exit, Voice, and Loyalty: Responses to Decline in Firms, Organizations, and States. [trad. it. Lealtà, defezione e protesta. Rimedi alla crisi delle imprese, dei partiti e dello Stato] e in Shifting Involvements: Private Interest and Public Action [trad. it. Felicità privata e felicità pubblica] Hirschman affronta il tema delle relazioni tra dimensione individuale e dimensione sociale dell'agire. Nel primo saggio individua tre modalità attraverso le quali le due dimensioni si mettono in relazione: l'uscita è il tipico meccanismo di mercato in base al quale se il consumatore non è soddisfatto della qualità di un bene non lo acquista, uscendo di fatto dal mercato; la lealtà è invece un meccanismo tipico delle organizzazioni basate su legami fiduciari molto forti per cui, anche di fronte a qualità del servizio insoddisfacenti, il fruitore è in sostanza fidelizzato; la voce o protesta è infine la modalità attraverso cui il consumatore/fruitore insoddisfatto fa sapere a chi produce il bene o eroga il servizio che sono necessari miglioramenti se vuole evitare l'opzione "uscita". Nel secondo saggio Hirschman analizza i meccanismi per cui la "delusione" (deception) del consumatore si trasforma in azione collettiva e per cui il (l'eventuale successivo) fallimento delle azioni collettive rimette al centro della scena la dimensione "privata" dell'agire umano.

Infine, in The Rhetoric of Reaction [trad. it. Retoriche dell'intransigenza. Perversità, futilità, messa a repentaglio] Hirschman analizza la retorica della "reazione" o del conservatorismo e, per contrasto, quella dei progressisti. Da un lato, i conservatori riterranno che il riformismo generi effetti perversi (l'effetto finale di una riforma è l'esatto contrario di ciò che la riforma voleva perseguire), futili (l'effetto finale di una riforma è nullo, non modicando la situazione pre-esistente) e/o pericolosi (l'effetto finale di una riforma è dannoso, nel senso che comporta una riduzione del benessere generale). D'altra parte, per i progressisti ogni riforma genererà effetti positivi e che aumentano il benessere generale. In definitiva, Hirschman invita a prendere coscienza del fatto che le riforme non sono "buone" o "cattive" a priori, ma siano stadi di un processo che può condurre ad un aumento/una diminuzione del benessere collettivo e che quindi devono essere programmate adeguatamente, in base sia alle esigenze della società che agli obiettivi che si ritengono desiderabili e che si intendono raggiungere.

Opere

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Selezione di alcuni articoli di Hirschman

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Articoli fondamentali

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Note

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  1. ^ a b (DE) Honorary degree awarded to Albert O. Hirschman da parte dell'Università libera di Berlino
  2. ^ Hirschman, A. O. (1958) The Strategy of Economic Development. Yale University Press

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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