L'agontano o grosso agontano è stata una moneta del libero comune di Ancona durante il basso medioevo, nel XIII e nel XIV secolo. Era un grosso d'argento con lega di 965 millesimi ed aveva il diametro di 18-22 millimetri e il peso di 2,04-2,42 grammi. Il valore era di un soldo.

Origine

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PP.SQVIRIACVS in cerchio. San Ciriaco. DE ANCONA in cerchio. Croce patente

Le prime notizie sulla monetazione di Ancona medievale sono del XII secolo. La città iniziò a battere moneta non per concessione imperiale o papale, bensì per decisione autonoma[1]. Secondo alcune tradizioni[2] la città batteva moneta su concessione dell'Impero bizantino, in seguito alla fedeltà dimostrata durante l'assedio del 1173, ma la notizia è tarda e non supportata da fonti. La moneta, detta anche "grosso agontano", ebbe un grande successo e fu imitata in tutte le Marche ed anche in Emilia-Romagna, Toscana, Lazio ed Abruzzo. Zecche che emisero imitazioni furono ad esempio quelle di Ascoli, Atri, Bologna, Camerino, Chieti, Civitaducale, Massa Marittima[3], Ravenna, Rimini, Volterra[4], Pesaro, Ferrara[5].

Agontano aureo

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Meno conosciuto di quello in argento, esistette anche l'agontano in oro; chiamato anche ducato, se ne ha notizia da documenti del sec. XIV, ma gli esemplari a noi conservati sono del periodo a cavallo tra il XV e il XVI secolo[4]. Fu emesso durante i pontificati di Paolo II, Sisto IV, Innocenzo VIII, Alessandro VI, Giulio II, Leone X, Adriano VI[6].

Aspetto

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Sul dritto l'agontano presenta una croce patente racchiusa da un cerchio intorno al quale è la scritta DE ANCONA. Sul rovescio è rappresentato San Ciriaco, protettore della città, in abiti da vescovo greco[7], con pastorale e in gesto di benedire; intorno ad esso è la scritta P.P.S.QUIRIACUS. La testa del santo con l'aureola e le gambe interrompono il cerchio che racchiude il resto del corpo.

L'abbreviazione PPS Quiriacus è interpretata Perpetuus Patronus Sanctus Quiriacus, ma c'è stato anche chi ha letto Sanctus Quiriacus Papa de Ancona (iniziando a leggere dalla lettera S)[8]

Per i seguenti caratteri si distingue dalle altre monete emesse dalla zecca anconitana[9].

Note

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  1. ^ Marco Dubbini e Giancarlo Mancinelli Storia delle monete di Ancona, edizioni Il lavoro editoriale, Ancona 2009, ISBN 978-88-7663-451-2
  2. ^ La tradizione è riportata e smentita in: Marco Dubbini e Giancarlo Mancinelli Storia delle monete di Ancona, edizioni Il lavoro editoriale, Ancona 2009, ISBN 978-88-7663-451-2
  3. ^ Massimo Sozzi, L'Agontano di Massa di Maremma, in "L'Agontano. Una moneta d'argento per l'Italia medievale", a cura di Lucia Travaini, Atti del Convegno di Trevi, 11-12 ottobre 2001, Perugia, Centro Stampa della Regione Umbria, 2003, pp. 111-140.
  4. ^ a b Voce sull'agontano nell'Enciclopedia Treccani
  5. ^ Voce Agontano sull'enciclopedia Sapere.it
  6. ^ Ducato aureo emesso dalla zecca di Ancona nel XV secolo
  7. ^ Istituto Giovanni Treccani, Roma Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti Volume 3 edizione 1959 pagina 159
  8. ^ Pietro Valvasense, Francesco Caraffa, Memorie per servire all'istoria letteraria, Pietro Valvasense, 1756 (google libri, vedi alla pagina 41
  9. ^ Vedi la pagina Grosso Agontano, ove si trovano anche delle ottime immagini dell'agontano

Bibliografia

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Altri progetti

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