Acheo di Eretria (in greco antico: Ἀχαιός?, Achaiós; Eubea, 484 a.C. – ca. 405 a.C.) è stato un tragediografo greco antico contemporaneo di Sofocle ed Euripide[1].
Il lessico Suda, che ci fornisce anche il nome del padre (Pitodoro o Pitodoride), ne colloca la nascita al tempo della 74ª Olimpiade (484-481 a.C.), aggiungendo che era di poco più giovane di Sofocle; le sue opere furono messe in scena a partire dall'83ª Olimpiade (448-445 a.C.) e ottenne una vittoria in un agone olimpico[2].
La sua bravura come tragediografo gli valse l'inclusione nel Canone alessandrino in età ellenistica insieme ai tre tragici maggiori e a Ione di Chio[3].
Un suo concittadino, il filosofo Menedemo di Eretria, in una notizia riportata da Diogene Laerzio[4], afferma che per la sua celebrità come autore di drammi satireschi era al secondo posto dopo Eschilo, ma lo precedeva come tragediografo[5].
Non essendo menzionato nelle Rane di Aristofane, si è supposto che Acheo morì intorno al 405 a.C.; tuttavia, la data non è certa[6].
Acheo fu autore di drammi satireschi e tragedie, conservati in un discreto numero di frammenti[7]: tuttavia, per la produzione tragica, la Suda riporta le tre cifre, già allora incerte, di 44, 30 e 24 drammi.
L'attribuzione dei titoli tramandati all'uno o all'altro genere è, comunque, oggetto di controversia. Oggi, seguendo la ricostruzione dello studioso inglese Sutton[8], si tende a indicare come drammi satireschi Ἆθλα o Ἆθλοι (Athla o Athloi), Αἴθων (Aithon, su Erisittone[9]), Ἀλκμέων (Alcmeone), Ἥφαιστος (Efesto), Ἶρις (Iris), Κύκνος (Kyknos), Λίνος (Lino), Μοῖραι (Moire), Μῶμος (Momo), Ὀμφάλη (Onfale).
Le restanti tragedie di cui abbiamo notizie e frammenti sono Ἄδραστος, Ἀζᾶνες, Ἀλφεσίβοια, Ἐργῖνος, Θησεύς, Οἰδίπους, Περίθοος, Φιλοκτήτης, Φρίξος.