La bellezza in un kimono nero, circa 1710-1720, pergamena appesa, inchiostro, colori e oro su carta, Kimbell Art Museum

Torii Kiyonobu I[1], (鳥居 清信?), noto anche come Shōbei (庄兵衛?) (Osaka, 1664Edo, 22 agosto 1729), è stato un pittore giapponese, oltre che xilografo.

Biografia

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La cortigiana dipinge uno schermo, xilografia ukiyo-e del XVIII secolo.
xilografia. Shunga. 1703.

Torii Kiyonobu I fu il fondatore, nel 1690, dell'unica scuola ukiyo-e sopravvissuta fino ad oggi, quella dei Torii,[2][3] con la quale inaugurò il genere dei 'ritratti d'attore', caratterizzati da una grande profondità psicologica e una eleganza stilistica.[4]

L'ukiyo-e è un genere di stampa artistica giapponese su carta, impressa con matrici di legno, fiorita nel periodo Edo, tra il XVII e il XX secolo, eseguita inizialmente in nero e successivamente a colori.[5]

Torii ha imparato a dipingere grazie agli insegnamenti di suo padre, Torii Kiyomoto, di professione pittore e attore, che recitò in ruoli femminili a Ōsaka,[2][3] e in un secondo tempo seguì le lezioni di Hishikawa Moronobu, che lo influenzò notevolmente.[6]

In seguito la famiglia si trasferì a Edo (ora Tokyo) nel 1687, e Torii iniziò la sua carriera artistica dedicandosi alla creazione di manifesti teatrali per il teatro Kabuki, di brillanti scene storiche,[4], di illustrazioni di libri nello stile Ukiyo-e, di ritratti delle bellezze del suo tempo in uno stile realistico e incantevole, ma soprattutto di numerosi ritratti di attori del Kabuki da riprodurre come stampe.[2][3] L'artista avvierà un rapporto talmente solido con i teatri kabuki di Edo che la scuola Torii manterrà il monopolio sui poster kabuki fino al XX secolo.[7]

Torii Kiyonobu I fu un maestro sia per la tecnica ukiyo-e, grazie alla quale le stampe venivano colorate con la lacca, sia per quella beni-ye, contraddistinte dalla prevalenza della tempera del carminio.[4]

Le opere di Torii Kiyonobu I si distinsero per uno stile libero e potente, soprannominato hyotan mimizugaki, caratterizzato da forti e affusolate pennellate,[2] dalle linee audaci, fluide ed espressive, dalle forme piene e arrotondate, dalla libertà di spirito.

Le sue opere diventarono popolari perché condividevano lo stato d'animo generale dei drammi Kabuki contemporanei,[2] e sono state elogiate dagli scrittori contemporanei.[4]

Le sue opere più importanti furono Shōgi gachō ("Album fotografico di cortigiane") e i due volumi Fūryū shihō byōbu ("Ritratti di famosi attori"), pubblicati nel 1700.[2]

La scuola di Torii Kiyonobu I ebbe come allievo e successore Kiyonobu II[8], considerato da alcuni storici dell'arte come il figlio, invece da altri come il fratello minore, oltre che Chinchō Motonobu[4], Torii Kiyotada[9] e Kiyoharu Kondō.[10]

Opere di entrambi i Kiyonobu sono conservate al Museo del Louvre, nella Collezione Camondo.[4]

Note

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  1. ^ Per i biografati giapponesi nati prima del periodo Meiji si usano le convenzioni classiche dell'onomastica giapponese, secondo cui il cognome precede il nome. "Torii" è il cognome.
  2. ^ a b c d e f (EN) Torii Kiyonobu, su britannica.com. URL consultato il 3 settembre 2018.
  3. ^ a b c (ES) Torii Kiyonobu I (1664-1729), su web-japan.org. URL consultato il 3 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2018).
  4. ^ a b c d e f le muse, VI, Novara, De Agostini, 1964, p. 274.
  5. ^ Torii Kiyonobu I, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 3 settembre 2018.
  6. ^ (EN) Tomb of Torii Kiyonobu, su taito-culture.jp. URL consultato il 3 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2018).
  7. ^ Marco Milone, Ukiyo-e, L'erudita, 2022, p. 129.
  8. ^ Bernabò Brea, Kondo, p.30.
  9. ^ Bernabò Brea, Kondo, p.34.
  10. ^ Bernabò Brea, Kondo, p.85.

Bibliografia

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