Sonata per pianoforte n. 1 | |
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Compositore | Fryderyk Chopin |
Tonalità | Do minore |
Tipo di composizione | sonata |
Numero d'opera | 4 |
Epoca di composizione | 1827-28 |
Pubblicazione | Haslinger, Vienna, 1851 Richault, Parigi, 1851 Cocks, Londra, 1852 |
Dedica | Józef Elsner |
Durata media | 25' |
Organico | pianoforte |
Movimenti | |
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La Sonata per pianoforte n. 1 in Do minore, op. 4 è la prima delle tre sonate composte da Fryderyk Chopin. Opera giovanile, fu scritta fra il 1827 e il 1828.
Chopin, ancora studente di composizione con Józef Elsner al secondo anno della Scuola Superiore di Musica di Varsavia, scrisse fra il 1827 e il 1828 la sua prima sonata per pianoforte con l'intenzione di far notare al suo insegnante, a cui la composizione è dedicata, quanto egli fosse ormai avanzato nello studio.[1] Quasi certamente Chopin scrisse il suo lavoro concordando i punti salienti con il maestro, in particolare discusse con lui di alcune innovazioni che, ai tempi, non sarebbero state permesse in una sonata classicamente intesa.[1]
Il giovane musicista aveva giustamente a cuore far pubblicare la sua composizione per cui, già alla fine del 1828, spedì una copia manoscritta a Vienna all'editore Tobias Haslinger, ma, poiché Chopin non era ancora noto nell'ambiente musicale, l'opera venne messa da parte e poi accantonata. Circa dieci anni più tardi la casa editrice stampò un'edizione di prova della Sonata, inviandola a Chopin per eventuali modifiche; il musicista, pensando di dover rielaborare molte cose nella partitura, ritenendola piena di difetti, non accettò la stampa e non invio più alcuna copia modificata all'editore. In seguito però alcune copie furono fatte girare privatamente e quando il compositore lo venne a sapere si inquietò molto.[2] La Sonata op. 4 venne pubblicata postuma, nel 1851, da Karl Haslinger, erede di Tobias.[1]
Anche se può essere senz'altro considerata un'opera minore, è comunque importante avvicinare questa composizione alle due sonate successive per poter riscontrare alcuni rimarchevoli elementi nello sviluppo del linguaggio del musicista.[3] Franz Liszt, dicendo che nelle sonate di Chopin vi fosse "più volontà che ispirazione",[4] probabilmente si riferiva alla Sonata op. 4; dietro l'intento di realizzare una composizione di grande spessore secondo le regole classiche, era evidente che l'inesperienza giovanile poneva dei limiti che sono presenti nei temi non molto incisivi e coinvolgenti e in uno sviluppo troppo lungo ed elaborato. Le novità introdotte nella sonata da Chopin, concordate con Elsner, sono però notevoli. Il primo movimento che presenta un solo tema, l'inconsueto tempo in 5/4 del Larghetto, un ampio uso del cromatismo, che è presente in tutta la composizione, ne fanno, per l'epoca, un'opera al di fuori dagli schemi e all'avanguardia.[1]
Primo movimento. Allegro maestoso. Il brano si presenta in forma-sonata, ma la scrittura appare ancora un po' approssimativa; l'insolita mancanza di un secondo tema in contrapposizione al primo, priva la costruzione della sonata del suo aspetto centrale; il passaggio di tonalità dal Do minore iniziale al Si bemolle minore nella ripresa smorza però, parzialmente, quella che può essere una mancanza di veri contrasti.[1]
Secondo movimento. Minuetto. Non contando quello presente nello Studio in Re bemolle maggiore del 1839, questo è l'unico minuetto scritto da Chopin. Il musicista probabilmente lo ha introdotto per dare un sapore "classico" alla sua sonata, anche se poi, a ben ascoltare, il ritmo assomiglia molto di più a quello di un valzer.[1] La forma tripartita contiene regolarmente nella sezione centrale il Trio, in Mi bemolle minore; il brano è molto piacevole e presenta alcuni spunti che preannunciano quelle che saranno le composizioni più mature del musicista.
Terzo movimento. Larghetto. Scritto nel tempo insolito di 5/4, il brano è simile a un notturno di cui ha tutta l'atmosfera romantica con in più una sensazione di spaesamento e di esitazione.[1]
Quarto movimento. Finale, Presto. L'ultimo tempo, il più lungo fra quelli conclusivi delle tre sonate, presenta elementi di virtuosismo un po' eccessivo e ostentato.[3]
Indubbiamente la meno incisa delle tre, la Sonata op.4 conta almeno tre incisioni fra i grandi pianisti: Vladimir Ashkenazy per la Decca Records, Nikita Magaloff per la Philips Classics Records e Lilya Zilberstein per la DGG. Sia Ashkenazy che Magaloff hanno registrato l’integrale dell’opera pianistica di Chopin. Tra le più recenti, quella del pianista Norvegese Leif Ove Andsnes per la Erato.