San Simeone il nuovo teologo | |
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Abate | |
Nascita | Galazia, 949 |
Morte | Regione del Mar di Marmara, 12 marzo 1022 |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 12 marzo |
Simeone (Galazia, 949 – Regione del Mar di Marmara, 12 marzo 1022) è venerato come santo dalla Chiesa cristiana ortodossa che gli ha attribuito, come a Giovanni evangelista e a Gregorio Nazianzeno, l'epiteto di "teologo".
Nato in Galazia e formatosi a Costantinopoli, divenne abate presso il monastero di San Mamas.
Simeone fu un monaco e poeta bizantino che incarnò la tradizione mistica. Uno dei cardini principali della sua teologia mistica è l'apofatismo: "Se la creatura comprendesse il creatore e lo pensasse interamente qual è e potesse esprimerlo con la parola o la scrittura, il prodotto sarebbe più potente del suo creatore" (Inno 21, 144-7). Simeone dunque, negando il razionalismo aristotelico di non contraddizione, opera per ossimori e iperboli. Il suo vocabolario per esprimere Dio in modo negativo è assai ampio e variegato: l'inconoscibilità di Dio è pertanto creatrice di umiltà all'interno dell'uomo, che può così aprire il suo cuore ed esperire Dio, piuttosto che cercare continuamente di comprenderlo razionalmente. Le controversie trinitarie dell'XI secolo erano affatto virulente, e col suo metodo egli cercava di evitare vertiginose speculazioni filosofiche su temi che dividevano così tanto l'oriente cristiano.
Tra i suoi più ferventi nemici si ha Stefano di Nicomedia, successore del patriarca Sergio II.
I suoi lavori influenzarono la controversia esicastica del XIV secolo.
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