Lo scanner protocollatore è un particolare tipo di scanner utilizzato nel campo dell'archivistica per catalogare correttamente diversi tipi di atti e documenti all'interno di un registro di protocollo. Questa periferica di input avanzata, infatti, a differenza dei comuni scanner, oltre ad acquisire digitalmente una superficie analogica (ad esempio fogli stampati e pagine cartacee), è anche in grado di stamparci sopra una o più stringhe alfanumeriche che consentono di classificare il documento da archiviare nel registro di protocollo.

Tale strumento viene impiegato soprattutto per l'archiviazione dei documenti da parte della pubblica amministrazione: in particolare, in quella italiana, secondo le attuali norme vigenti (con riferimento al DPR 445/2000[1]), gli enti pubblici devono riportare un numero minimo di informazioni sui documenti cartacei ricevuti o inviati ad altri soggetti pubblici o privati (come ad esempio i cittadini). Per tale motivo, disporre di informazioni di questo tipo su un documento (sia esso cartaceo o digitale) permette al soggetto in questione di eseguirne in futuro la ricerca, potendo facilmente distinguere in modo univoco due o più documenti (in apparenza simili per oggetto, data o altro) fino ad identificare quello di interesse; ad ogni documento viene infatti assegnato un numero di protocollo che, assieme ad altre informazioni, ne determina appunto l'unicità.

Ambito principale di utilizzo

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In passato, prima dell'avvento dei computer e dei programmi software di gestione documentale, quando un documento cartaceo oppure un plico (es. posta, pacco) era ricevuto da una Amministrazione pubblica, l'operatore doveva individuare nel libro mastro il primo numero subito disponibile ed assegnarlo ad esso.

Anche la ricerca di un documento o di una pratica rappresentava un'operazione più complessa dato che, in particolare, era necessario rinvenire proprio l'originale cartaceo che, tempo addietro, era stato consegnato, inviato o rilasciato a terzi. Ad esempio, se ci si recava al proprio Comune di residenza, poiché al cittadino non era ancora pervenuta risposta ad una determinata richiesta scritta (ad es. un'autorizzazione per lavori), bisognava comunicare all'operatore il numero di protocollo e la data del documento, quindi attendere con fiducia che essa fosse ritrovata in tempi brevi all'interno dell'archivio documentale.

Ad oggi, dopo che l'operatore ha digitato le informazioni principali negli opportuni campi della finestra del software documentale (es. Mittente, data di ricezione, oggetto), la normativa prevede che sia ora possibile assegnare automaticamente un numero di protocollo univoco. A questo punto, dovendo l'operatore trascrivere il numero di protocollo e ad altre informazioni sul documento in lavorazione, sussistono tre diverse possibilità:

  1. Timbro: l'operatore appone un timbro e trascrive manualmente le informazioni negli spazi predisposti (es. Comune di xxxxx, data: gg/mm/aaaa, nr. di protocollo xxxxxxx, ora: xx.xx).
  2. Etichetta adesiva: l'operatore seleziona sul software documentale l'opzione di stampa di una etichetta, che sarà generata da una apposita stampante. L'etichetta, che mostra le stesse informazioni del timbro o anche dati aggiuntivi (es. codice a barre), viene apposta in uno spazio libero del documento.
  3. Scanner protocollatore: l'operatore inserisce subito il documento (una pagina o tutte le pagine) nel caricatore dello scanner e seleziona sul software l'opzione di "protocollazione". La periferica, in un'unica operazione, esegue sia la stampa che l'acquisizione del cartaceo.

Vantaggi

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I vantaggi dello scanner protocollatore, rispetto a timbri ed etichette adesive, sono molteplici e di seguito se ne riportano i principali:

Tipologie

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Esistono due tipologie di scanner protocollatore:

Note

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  1. ^ Normativa, su normattiva.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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