Quartiere Harar | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Milano |
Coordinate | 45°28′28.56″N 9°07′06.85″E / 45.4746°N 9.11857°E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1951-1955 |
Realizzazione | |
Architetto | Luigi Figini Gino Pollini Gio Ponti |
Committente | INA-Casa |
Il quartiere Harar è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano, posto tra i quartieri di Quarto Cagnino e San Siro, nei pressi dello stadio di San Siro.
Il quartiere Harar fu costruito nell'ambito del piano INA-Casa per la costruzione di case popolari[1][2].
La sua struttura urbanistica venne studiata dagli architetti Figini, Pollini e Ponti[1][2]; venne realizzato dal 1951 al 1955[3][4][5].
Il complesso occupa un'area di 137 000 m2[2], e conta 942 alloggi[5] per un totale di 4800 vani[2][6]; fu progettato per accogliere 5500 abitanti[5].
La struttura urbanistica, studiata dagli architetti Figini, Pollini e Ponti[1][2][3], si caratterizza per il contrasto fra i lunghi edifici in linea ("grattacieli orizzontali"), alti cinque piani, e le casette unifamiliari a due piani, raggruppate in piccoli isolati ("insulae")[1][7].
I "grattacieli orizzontali" sono variamente disposti, delimitando uno spazio verde centrale in cui sono posti gli edifici scolastici[1]; gli spazi residui verso le strade esterne sono invece occupati dalle "insulae", di forma irregolare.
Le due tipologie edilizie contrastano anche per lo stile architettonico: mentre i "grattacieli orizzontali" sono disegnati in stile razionalista, nelle "insulae" si ritrovano elementi dell'edilizia rurale tradizionale[7][5]. Nelle intenzioni dei progettisti, questa dualità avrebbe dovuto simboleggiare la progressiva trasformazione della campagna verso l'ambiente urbano[5].
Complessivamente vennero costruiti 9 "grattacieli orizzontali" (indicati con lettere da A a I) e 12 "insulae" (indicate con numeri romani da I a XII); di seguito se ne riportano i singoli progettisti[3]: