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Pinguino Papua
Pygoscelis papua
(Isola Petermann - Antartide)
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdineSphenisciformes
FamigliaSpheniscidae
GenerePygoscelis
SpecieP. papua
Nomenclatura binomiale
Pygoscelis papua
(Forster, 1781)
Sinonimi

Aptenodytes papua

Nomi comuni

pinguino becco rosso
pinguino gentoo

Areale
Uovo di Pygoscelis papua

Il pigoscelide comune o pinguino Papua (Pygoscelis papua (Forster, 1781)) è un uccello della famiglia Spheniscidae, diffuso nella regione antartica.[2]

Descrizione

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Il pinguino Papua è lungo dai 51 ai 90 centimetri[3] e pesa 4,5-8 kg[4] il che ne fa (anche se le sue dimensioni variano) il terzo pinguino più grande del mondo. Ha un corpo affusolato di colore bianco sul ventre e nero, a volte con sfumature brunastre, su testa e dorso; ciò che lo distingue è la fascia bianca, meno presente nei giovani, che collega gli occhi passando per la sommità della testa. Ha zampe arancioni, becco rosso-arancio con punta nera nella parte inferiore e margine superiore del becco nero; ha una coda relativamente lunga.[5] La specie non ha alcun dimorfismo sessuale per quanto riguarda il piumaggio ma i maschi sono leggermente più grandi delle femmine.[4] Il pinguino papua mentre cammina mantiene la coda sollevata dal suolo e le ali volte all'indietro.[6]

Biologia

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Riproduzione

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La stagione riproduttiva del pinguino papua inizia nella primavera australe quando verso ottobre i pinguini si dirigono fino a 1-2 km dalla costa, in terreni rocciosi o erbosi anche a molti metri di altezza sul livello del mare. I primi ad arrivare alla colonia, che di solito non supera qualche centinaio di coppie, sono i maschi che scelgono i territori migliori anche contendendoseli con colpi di becco o di ali;[7] successivamente attirano una femmina nel nido costruito con ciottoli, erba, piume che vi deporrà due uova a distanza di 4 giorni circa. I genitori covano entrambi le uova con turni di 2-3 giorni mantenendosi in posizione orizzontale per tenere l'uovo a contatto con una zona ventrale altamente vascolarizzata che tiene l'uovo al caldo.[4][5][6] L'incubazione dura poco più di un mese e dopo la schiusa i genitori provvedono a nutrire e proteggere i piccoli che dopo 3-4 settimane possono riunirsi in gruppi in attesa dei genitori a pesca. I piccoli raggiungono l'indipendenza dopo poco più di tre mesi, in seguito i genitori si impegnano nella caccia per accumulare grasso che servirà durante la muta annuale, dato che durante la muta non riescono a nuotare.[4]

Alimentazione

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Il pinguino papua è attivo di giorno e può spostarsi per oltre 20 km per cercare cibo;[5] compie immersioni brevi per cercare le prede e altre più lunghe per catturarle: riesce a stare in immersione per 7 minuti e può raggiungere i 166 m di profondità.[8] Durante la caccia il pinguino diminuisce il consumo di ossigeno rallentando il battito cardiaco e utilizzando le riserve di ossigeno immagazzinate nei muscoli tramite la mioglobina.[9] Il pinguino papua si nutre di pesci, calamari, krill e crostacei che cattura grazie alla sua velocità, infatti può raggiungere la velocità massima di 36 km/h, il che lo rende il pinguino più veloce del mondo.[10]

Distribuzione e habitat

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È diffuso nella regione circumpolare antartica, con un areale che si estende in latitudine dalla penisola Antartica (65°16'S) alle isole Crozet (46°00'S). Le tre maggiori colonie, che comprendono l'80% della popolazione globale, si trovano sulle isole Falkland, nella Georgia del Sud e isole Sandwich meridionali e nella penisola Antartica (incluse le isole Shetland Meridionali).[1]

Sistematica

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Definito da J. R. Foster come Aptenodytes papua nel 1781.

Suddiviso in 2 sottospecie:

Riferimenti nella cultura

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Note

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  1. ^ a b (EN) BirdLife International 2012, Pygoscelis papua, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Spheniscidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
  3. ^ ADW: Pygoscelis papua: INFORMATION
  4. ^ a b c d Mojetta, p. 110.
  5. ^ a b c Faglia, p. 29.
  6. ^ a b Lecaldano, p. 586.
  7. ^ Mojetta, pp. 80, 110.
  8. ^ Harvey, pp. 134-135.
  9. ^ Mojetta, p. 70.
  10. ^ Harvey, p. 135.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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