In linguistica, il pronome (dal latino pro-nomen, "al posto del nome")[1] è una parte variabile del discorso che svolge le seguenti funzioni:

Data questa natura, per interpretare un pronome occorre fare riferimento rispettivamente al cotesto (o contesto linguistico) o al contesto.

Il pronome, come mostra l'etimologia del termine, fa le veci del nome; può però sostituire anche un'altra parte del discorso o un intero brano della frase. Si vedano gli esempi sottostanti:

Tipi di pronomi

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Numerosi pronomi possessivi, dimostrativi, indefiniti, interrogativi, esclamativi, numerali e qualificativi hanno forme in comune con quelle degli aggettivi; in questi casi, per distinguere la funzione, si deve tener presente che gli aggettivi accompagnano il nome, mentre i pronomi lo sostituiscono[2]. Si vedano gli esempi sottostanti:

Questi (aggettivo dimostrativo) pennarelli scrivono meglio di quelli (pronome dimostrativo). Quelli sostituisce quei pennarelli.
Mio (aggettivo possessivo) padre è più giovane del tuo (pronome possessivo). Tuo sostituisce tuo padre.

Pronomi personali

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I pronomi personali indicano:

In Italiano sono variabili nel numero e, alla terza persona singolare e plurale, anche nel genere. Hanno forme diverse a seconda della funzione che svolgono:

Si noti che "lei" e "loro" possono essere pronomi personali di cortesia e "noi" è usato come plurale di maestà e di modestia.

Tra i pronomi personali si inseriscono i pronomi riflessivi, che si riferiscono sempre al soggetto e riflettono sul soggetto l'azione espressa dal verbo.

Pronomi possessivi

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I pronomi possessivi indicano di chi è o a chi appartiene il nome della persona, animale o cosa che sostituiscono.

Pronomi dimostrativi

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I pronomi dimostrativi indicano la posizione del nome che sostituiscono nello spazio e nel tempo, rispetto a chi parla o a chi ascolta.

Pronomi indefiniti

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I pronomi indefiniti indicano in modo vago, generico e impreciso la quantità, la qualità o l'identità del nome che sostituiscono.

Pronomi relativi

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I pronomi relativi sostituiscono un nome e mettono in relazione tra loro due preposizioni. I principali pronomi relativi sono: che, cui, il quale. I pronomi relativi doppi (o misti) fondono in un'unica forma due pronomi: un pronome dimostrativo più un pronome relativo, oppure, un pronome indefinito più un pronome relativo. L'esempio più comune è il pronome chi, che significa quello che o quella che.

Pronomi interrogativi ed esclamativi

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I pronomi interrogativi servono a introdurre una domanda, diretta o indiretta, sulla quantità, qualità e identità del nome che sostituiscono. I pronomi interrogativi sono quattro: chi, che, quale, quanto.

I pronomi esclamativi servono a introdurre un'esclamazione sulla qualità, quantità o identità del nome che sostituiscono. I pronomi esclamativi sono quattro e corrispondono a quelli interrogativi: chi, che, quale, quanto.

Pronomi numerali

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I pronomi numerali precisano la quantità numerica del nome che sostituiscono[2][3]. Hanno la stessa forma degli aggettivi numerali corrispondenti, che assumono il valore di pronomi quando il nome a cui si riferiscono rimane sottinteso[2], come negli esempi sottostanti.

Esempi:

I testi di grammatica italiana più tradizionali non sempre presentano la categoria dei pronomi numerali[4].

Pronomi qualificativi

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I pronomi qualificativi precisano una qualità del nome che sostituiscono. Hanno la stessa forma degli aggettivi qualificativi corrispondenti, che divengono pronomi quando il nome a cui si riferiscono rimane sottinteso[2].

Questo gruppo di pronomi è assente in alcuni testi di Grammatica più tradizionali, come negli esempi sottostanti:

Non si deve confondere l'aggettivo qualificativo sostantivato con il pronome qualificativo; si vedano gli esempi sottostanti:

I testi di grammatica italiana più tradizionali non sempre presentano la categoria dei pronomi qualificativi[4]; secondo alcuni autori, l'esclusione dei pronomi qualificativi è contraddittoria, in quanto basata su considerazioni opposte rispetto all'individuazione di tutte le altre categorie di pronomi corrispondenti alle analoghe categorie di aggettivi.[2]

Note

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  1. ^ Talvolta indicato anche come sostituente. Si veda: Federico Roncoroni, Grammatica essenziale della lingua italiana, Mondadori, 2005, ISBN 978-88-04-54746-4 (pagina 88).
  2. ^ a b c d e f g * G. Ravera Aira, R. Maurizzi, F. Piazzi, Grammatica italiana, Paccagnella editore, 1978 (pagina 204).
    • Marcello Sensini, Federico Roncoroni, La grammatica della lingua italiana, edizioni A. Mondadori, 1997 (pagina 190), ISBN 9788804421580.
    • Emma Cavallini Bernacchi, Le parti di Tesniére, in Italiano e oltre, edizioni Nuova Italia, 1990, anno V, nº 5 (p. 215-219), da cui si cita:
      ...la tradizione - contraddittoriamente rispetto alle altre sue scelte - non ha riconosciuto lo status di pronomi qualificativi.
  3. ^ * Eva Pigliapoco, Ci piace scrivere di più, Gruppo editoriale Raffaello. ISBN 978-88-472-2466-7
  4. ^ a b Enciclopedia Treccani, voce Pronome.

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