«Che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace.»

Le persecuzioni dei cristiani sono un fenomeno oppressivo contro comunità e persone di fede cristiana, in aumento in tutto il mondo[2][3][4][5][6][7], con scarsa attenzione nei media[8][9][10].

Una Dirce cristiana, dipinto di Henryk Siemiradzki: una donna cristiana viene martirizzata sotto Nerone in questa rievocazione del mito di Dirce (1897, Museo nazionale di Varsavia).

Nel corso della storia i cristiani morti per la loro fede sono stimati in circa settanta milioni, di cui quarantacinque milioni solo nel XX secolo[11][12].

Storia delle persecuzioni

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Crocifissione di San Pietro, Caravaggio (1600-1601), Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.

Prime persecuzioni

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Le prime comunità cristiane incontrarono presto l'ostilità del mondo esterno[13]. Le notizie che ci sono giunte sui primissimi anni del cristianesimo provengono principalmente dal Nuovo Testamento. Secondo quanto riportato dagli Atti degli Apostoli, in particolare, le autorità ebraiche di Gerusalemme avversarono fin dall'inizio i primi cristiani e tentarono con vari mezzi di impedirne la predicazione. Tra le vittime di queste prime persecuzioni vi furono Stefano, lapidato per blasfemia per aver affermato la divinità di Cristo (Atti 6,8-7,60[14]), e l'apostolo Giacomo il Maggiore, fatto giustiziare dal re Erode Agrippa (Atti 12,1-2[15]), mentre Pietro si salvò fuggendo da Gerusalemme. Anche in altre città, dentro e fuori dalla Palestina, le comunità ebraiche preesistenti si opposero alla diffusione del cristianesimo e Paolo in particolare ne fu spesso il bersaglio: nelle sue lettere racconta di essere stato più volte frustato, bastonato e una volta lapidato[16]. Quest'ultimo prima di diventare Cristiano era un membro della setta dei Farisei, come egli stesso amava definirsi, ed era un accanito persecutore della Chiesa nascente. Un giorno, recatosi a Damasco portando con sé le lettere che lo autorizzavano a imprigionare tutti i Cristiani della città e portarli legati a Gerusalemme egli ebbe una visione di Gesù Cristo che disse «Saulo, perché mi perseguiti?». Dopo questo evento divenne un Cristiano e cominciò il suo ministero che lo porterà ad essere definito come "l'Apostolo delle genti".

Le persecuzioni ebraiche nei confronti dei primi cristiani sono confermate dallo storico Flavio Giuseppe, il quale narra che il sommo sacerdote Anano, approfittando della morte del procuratore Porcio Festo, fece lapidare Giacomo il Giusto. La decisione provocò l'ira del nuovo procuratore Lucceio Albino e di re Erode Agrippa II, il quale destituì Anano e nominò al suo posto Giosuè (Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XX, 200).

Nell'Impero romano

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La persecuzione di Nerone, riportata anche da Tacito, scoppiò nel 64 quando i cristiani furono accusati di avere appiccato il Grande incendio di Roma che distrusse gran parte della città. In questa persecuzione furono uccisi gli apostoli Pietro e Paolo.

Nei successivi due secoli e mezzo il cristianesimo rimase sempre formalmente una religione illecita punibile con le massime pene: i suoi fedeli venivano accusati, in particolare, di empietà in quanto si rifiutavano di compiere i sacrifici, obbligatori per legge, agli dei della religione romana ufficiale[17]. Rispetto a questa il cristianesimo appariva una forma di "ateismo", in quanto rinnegava ogni divinità tradizionale; si trattava quindi di una minaccia alla pax deorum ed alla stessa autorità dell'imperatore che doveva garantirla. Altri vi vedevano una superstitio, cioè una devozione irrazionale venata di magia, come altre che erano parimenti perseguitate o lo erano state. La volontà di liquidare il Cristianesimo[18], considerato una "deleteria superstizione"[19], emerge comunque dalla testimonianza di Plinio il Giovane che, in relazione alle persone accusate di essere cristiani e interrogate sotto tortura, scrive: «se perseveravano, ordinavano che fossero messi a morte».

Santa Eulalia Diyoh, J. W. Waterhouse (1885), Tate Britain, Londra.

Tuttavia fino al 250 non furono ricercati attivamente: questo consentì la diffusione del cristianesimo, ma in comunità semiclandestine che, anche per le particolari norme morali e familiari, erano oggetto di una accesa intolleranza popolare. Le persecuzioni consistevano per lo più in attacchi violenti, più o meno assecondati dalle autorità locali, verso i cristiani fatti capri espiatori di qualcosa[20][21][22].

Salito al trono in un periodo di grave crisi per l'impero, Decio nel 250 volle invece costringere ogni cittadino dell'impero, pena la morte, a professare devozione agli dèi pagani ed implicitamente all'imperatore, in primis i cristiani che erano ormai molto numerosi, soprattutto nelle regioni orientali dell'impero. Molti furono i martiri, ma molti di più furono i lapsi che cedettero alla forza. Anche la persecuzione di Valeriano si concluse in tempi brevi, ma si caratterizzò per l'attacco mirato ai leader delle comunità ed ai loro beni, segno della floridità economica acquisita. Partita nel 303 sulla stessa linea, la "grande persecuzione" voluta da Diocleziano diventò violenta nel 304, ma non in tutto l'impero. Fu proseguita principalmente da Galerio fino al 311. Lo stesso Galerio, con l'Editto di tolleranza, e Costantino I con l'editto di Milano del 313 ordinarono la cessazione delle persecuzioni, che tuttavia ebbero ancora strascichi con Licinio[23][24][25][26][27].

Le stime sul numero complessivo di cristiani uccisi si basano principalmente su fonti agiografiche del tempo e sono quindi materia di dibattito tra gli studiosi: si ritiene comunque che le vittime siano state migliaia[28].

Altre persecuzioni antiche

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Nel 338 un intensificarsi nelle ostilità in corso tra la Persia sasanide e l'Impero romano sfociò in persecuzioni nei confronti dei cristiani da parte dei persiani[29]. I cristiani furono percepiti come potenziali traditori perché amici di una Roma ormai cristianizzata dopo Costantino e nei decenni successivi migliaia di loro, denominati oggi martiri persiani, persero la vita.

Nel III e IV secolo i missionari cristiani, e più di tutti Ulfila, convertirono i Goti alla cristianità ariana che i Goti vedevano come un attacco alla loro religione e cultura. Il re visigoto Atanarico avviò tra il 369 e il 372 una persecuzione dei cristiani[30], molti dei quali vennero uccisi.

Nel 429 i Vandali, anch'essi ariani, conquistarono l'Africa Romana, perseguitando i cristiani non ariani. Durante il regno di Unnerico, re dei Vandali dal 477 al 484, una terribile persecuzione causò la morte di 4.966 martiri, tra i quali i vescovi Felice e Cipriano.

In seguito all'espansione degli Arabi, i cristiani assunsero nelle terre islamiche lo status di "dhimmi" a cui venne concesso il permesso di praticare la propria fede, ma al prezzo di diverse discriminazioni religiose e giuridiche. Non mancarono nel corso dei secoli diversi episodi di martirio e persecuzione[31].

Persecuzioni tra cristiani

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I primi scontri tra cristiani avvennero nel IV secolo, quando si diffusero posizioni dottrinali, poi rifiutate come eretiche dalla Chiesa cattolica, come l'Arianesimo: molto spesso il potere politico si schierò a favore di una posizione, reprimendo chi sosteneva le posizioni contrarie.

Durante il Medioevo avvennero diversi episodi più o meno circoscritti di repressione di movimenti eretici: si possono citare i casi dei Valdesi, degli Hussiti, e quello di fra Dolcino, nominato anche da Dante. Invece per il più noto e importante movimento ereticale medievale, quello dei Catari, strettamente parlando non si può parlare di persecuzione dei cristiani, in quanto la dottrina catara era così distante da quella cristiana da configurarsi come una religione a sé stante.

Nei due secoli successivi alla Riforma protestante avvennero in alcune parti d'Europa numerosi episodi di persecuzione in tutte le direzioni: vi furono protestanti perseguitati dai cattolici, cattolici perseguitati dai protestanti, e anche diverse confessioni protestanti che si perseguitavano fra loro. Come esempi di questi tre casi si possono citare la strage di san Bartolomeo, avvenuta in Francia durante la guerra civile tra cattolici e ugonotti Nella notte di San Bartolomeo furono uccisi circa 30.000 ugonotti in Francia di cui 6000 solo a Parigi; la persecuzione dei cattolici in Inghilterra e Irlanda nel XVI e XVII secolo, tra le cui vittime vi furono san Tommaso Moro e numerosi Gesuiti; e la repressione dei puritani, sempre in Inghilterra, che portò i Padri Pellegrini ad emigrare in America, dove fondarono il primo nucleo delle colonie che divennero gli Stati Uniti.

Nell'età moderna

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Nagasaki, il monumento ai martiri cristiani giapponesi.

In epoca moderna, i cristiani sono stati perseguitati in diverse nazioni. Spesso, soprattutto al di fuori dell'Europa, essi venivano repressi anche perché considerati portatori di un'"influenza straniera" che si vedeva come una minaccia al potere costituito o alla struttura tradizionale della società. Questo è il caso, ad esempio, del Giappone nel XVII secolo, dove cristiani vennero crocifissi in pubblico: la persecuzione terminò nel 1637 con la ribellione di Shimabara, dove furono uccise 40 000 persone[32]. Da allora solo un piccolo numero di cristiani continuò a praticare in segreto in Giappone[32]. Da considerare è certamente il genocidio assiro, che fu uno sterminio di cristiani fatto da seguaci di Maometto.

Rivoluzione francese

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Avrillé, due suore condotte all'esecuzione nel 1794.

Il primo caso fu quello della Rivoluzione francese: qui la persecuzione del cristianesimo si inquadrò in un più generale tentativo di sradicare completamente tutte le tradizioni dell'Ancien Régime, con aspetti singolari come il culto della "dea Ragione" o la sostituzione dei nomi dei mesi del calendario.

L'assoggettamento della Chiesa cattolica da parte dello Stato francese si ebbe con Costituzione civile del clero, una legge che imponeva ai sacerdoti di giurare fedeltà alla Repubblica e rinnegare la Chiesa di Roma, per costituire una Chiesa nazionale alle dipendenze del potere politico. I "preti refrattari", cioè coloro che rifiutarono il giuramento (la grande maggioranza), potevano essere passibili anche di pena di morte ed infatti alcuni furono ghigliottinati. I conventi vennero chiusi e i religiosi dispersi.

La difesa del cristianesimo costituì una delle motivazioni dell'insurrezione armata della Vandea (1793), che dopo alcuni anni di scontri fu repressa con estrema violenza dall'esercito rivoluzionario. Questa repressione, le cui vittime furono circa 117.000[33], viene considerata da alcuni studiosi uno dei primi genocidi della storia moderna[34]. Solo di recente la repressione della Vandea ha cominciato a essere concettualizzata come genocidio, definizione questa oggetto in Francia di un acceso dibattito in ambito accademico[35][36].

Il caso messicano

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L'esecuzione di Miguel Agustín Pro, nel 1927.

In Messico a partire dalla metà del XIX secolo si affermò una classe politica anticlericale e massonica, che aveva tra i suoi obiettivi quello di distruggere la forte tradizione cattolica del paese. Dopo numerosi episodi di violenza e il varo di leggi che limitavano severamente la libertà religiosa, nel 1926 nella popolazione cattolica prese avvio una rivolta armata, la cosiddetta Cristiada: gli insorti riuscirono ad organizzare un vero e proprio esercito che giunse a contare anche 50.000 uomini. La Cristiada durò fino al 1929; seguì un periodo di dura repressione, nel quale i sacerdoti fedeli a Roma venivano ricercati e fucilati.

Nazismo e fascismo

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Nazismo

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Sono note le immani persecuzioni razziali rivolte contro coloro che avessero "sangue semitico", ma il Nazionalsocialismo attuò fortissime persecuzioni anche per motivi di religione. Lo scontro tra Chiesa e Nazismo, assopito dal concordato tra Santa Sede e Terzo Reich del 20 luglio 1933, diventò sempre più aperto e frontale. Pio XI nell'enciclica Mit brennender Sorge (con bruciante preoccupazione), del 1937 aveva dichiarato l'inconciliabilità della fede cristiana con la divinizzazione della razza germanica, del popolo tedesco e del Führer. E così, se la "soluzione finale" nei confronti degli Ebrei ebbe per i Nazisti una priorità rispetto al trattamento da riservare alla Chiesa, l'eliminazione di questa era "l'ultimo grande compito" che Hitler si riservava per il dopoguerra (come sappiamo dalle registrazioni di Bormann[37] e dalle confidenze fatte ai gerarchi più vicini)[38]. Nel 1941, in una circolare indirizzata ai gauleiter (ed allegata agli atti d'accusa a Norimberga), Martin Bormann espresse con chiarezza l'assoluta incompatibilità tra cristianesimo e nazionalsocialismo.

Già nel giugno 1934 in Germania era cominciata l'eliminazione fisica di membri della Chiesa distintisi per la loro opposizione al nazismo come Erich Klausener, Adalbert Probst, Fritz Beck e Fritz Gerlich. Le persecuzioni, gli arresti, le condanne a morte, le deportazioni in campo di concentramento dei cristiani continuarono con violenza distruttrice fino alla fine del regime nel maggio 1945. Giovanni Paolo II, citando Jakob Gapp, concordava con lui nel vedere in questa contrapposizione tra Cristianesimo e Nazismo un'espressione visibile della lotta apocalittica tra Dio e Satana. Padre Jakob Gapp, religioso austriaco, fu ghigliottinato dai nazisti il 13 agosto 1943.

Col dilagare della Seconda guerra mondiale e le occupazioni naziste morì per mano dei tedeschi anche un grande numero di preti, suore e religiosi. Diversi sacerdoti sono stati deportati e uccisi nei campi di concentramento: il più famoso di questi è Massimiliano Kolbe. A Buchenwald il sacerdote austriaco Otto Neururer, per aver battezzato un prigioniero, venne sospeso a testa in giù a una trave finché, dopo due giorni di agonia, morì (30 maggio 1940). A Mauthausen padre Edmund Kalas, polacco, aveva allontanato una guardia tedesca da un prigioniero che stava uccidendo a calci; la reazione fu feroce: il sacerdote venne fatto lapidare dagli stessi prigionieri (7 giugno 1943). Durante l'occupazione nazista di Roma (1943-1944), lo stesso papa Pio XII rischiò di essere deportato in Germania: il piano tedesco prevedeva di relegarlo in un monastero del Wartburg oppure nel Liechtenstein[39].

È innegabile, dunque, che durante i dodici anni di vita del Terzo Reich, la Chiesa dovette subire restrizioni e vessazioni perché giudicata ostile dal governo nazista. Durante il processo di Norimberga uno dei capi d'accusa imputati ai gerarchi nazisti era la persecuzione religiosa. L'accusa dichiarò infatti: «Essi ( I cospiratori nazisti) hanno dichiarato il loro obiettivo di eliminare le chiese cristiane in Germania e hanno perciò cercato di sostituirle con le istituzioni e le credenze naziste; in ordine di ciò hanno perseguito un programma di persecuzione di sacerdoti, chierici e membri di ordini monastici che essi ritenevano opporsi ai loro intenti, ed hanno confiscato le proprietà della chiesa»[40].I nazisti, come confessato a Norimberga, erano intenzionati a distruggere l'influenza della chiesa nella società e si adoperarono a far chiudere scuole, giornali e associazioni cattoliche, a licenziare i religiosi dalle scuole pubbliche, a togliere i crocifissi dagli edifici, a limitare i pellegrinaggi, a confiscare monasteri e a proibire la pubblicazione di articoli a carattere religioso[41]. «Più di un terzo del clero secolare e un quinto circa del clero regolare, ossia più di 8000 sacerdoti furono sottoposti a misure coercitive (arresti illegali, prigione, campi rieducativi...), 110 morirono nei campi di concentramento, 59 furono giustiziati, assassinati o perirono in seguito ai maltrattamenti ricevuti»[42]. Dal conteggio sono ovviamente esclusi i laici vicini alla Chiesa e si riferiscono alla sola Germania e non a tutti i territori occupati, dove la persecuzione contro la chiesa fu ancora più tragica (in particolare, nella regione del Warthegau, in Polonia, dove la politica contro la Chiesa attuata dal Gauletier locale, Arthur Greiser, rappresentò una sorta di "laboratorio sperimentale", nella futura politica dei nazisti riguardante la religione)[43][44].

Una confessione cristiana duramente perseguitata dai nazisti fu quella dei testimoni di Geova. Circa 4200 credenti furono internati nei campi di concentramento: le vittime furono circa 1600, delle quali 370 uccise per esecuzione, mentre le altre morirono di stenti.[45]

Fascismo

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In Italia con il fascismo ci furono forti persecuzioni contro alcune sette cristiane come i Pentecostali che, a causa della credenza del battesimo nello Spirito Santo con l'evidenza del parlare in altre lingue ignote per chi le parla, venivano classificati come malati di mente[senza fonte]. Il regime emanò anche una circolare compilata dal politico fascista Guido Buffarini Guidi, che prevedeva il confino per i credenti pentecostali in tutta l'Italia, infatti molti furono uccisi alle fosse ardeatine dai nazisti, altri mandati al confino e altri ancora nei campi di concentramento[senza fonte].

Comunismo

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Stati comunisti

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La distruzione della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, nel 1931.

La persecuzione dei cristiani è stata una costante negli Stati comunisti, iniziando dalla Russia nel 1918 per proseguire, dopo la Seconda guerra mondiale, in molti paesi dietro la cortina di ferro. Ai cristiani di quei paesi, costretti alla clandestinità, si usava riferirsi con l'espressione Chiesa del silenzio.

Nikolaj Bucharin (1888 - 1938) nella sua opera L'ABC del comunismo (1919) dichiarò che "la religione e il Comunismo sono incompatibili sia in teoria che in pratica"[46]. Nel 1931 a Mosca la Cattedrale di Cristo Salvatore, la più grande chiesa ortodossa mai costruita, venne deliberatamente distrutta. Nella Russia sovietica, l'aperta persecuzione contro i cristiani proseguì per buona parte degli anni trenta e si tradusse in numerose uccisioni, torture e deportazioni. Oltre a confiscare i beni ecclesiastici e a chiudere le chiese per convertirle in musei antireligiosi, le autorità tentarono inoltre di guidare un movimento modernista denominato "chiesa vivente", che non trovò però seguito presso la popolazione[47].

Già nei primi anni con Lev Trockij, commissario del popolo alla Guerra e membro del Politburo furono assassinati 28 vescovi e 1 200 sacerdoti[48]. Nel 1921 Lenin, a capo dello Stato sovietico, approfittando di una terribile carestia che colpì il paese, incrementò la persecuzione contro la Chiesa russa ordinando la confisca di tutti i suoi beni. Ottomila religiosi furono uccisi, migliaia tra vescovi e sacerdoti furono imprigionati ed esiliati senza contare il numero dei fedeli morti mentre difendevano gli oggetti consacrati. Il governo sovietico pose il patriarca di Mosca, Belavin Tichon, agli arresti domiciliari e venne dichiarato decaduto il patriarcato. La persecuzione contro la chiesa con Stalin, successore di Lenin, si fece ancora più accanita[49].

Nel pieno delle persecuzioni, Pio XI nell'enciclica Divini Redemptoris del 1937 definì il comunismo come un "flagello satanico" che "mira a capovolgere l'ordinamento sociale e a scalzare gli stessi fondamenti della civiltà cristiana" facendo precipitare le nazioni in una barbarie "peggiore di quella in cui ancora giaceva la maggior parte del mondo all'apparire del Redentore". Fu anche emanata la scomunica ai comunisti.

Con il tempo, soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale, la dirigenza sovietica prese però atto della persistenza della religione, comunque considerata un nemico dichiarato, e scese a compromessi, concedendo ai fedeli un proprio spazio di libertà, sia pure molto ristretto e soggetto a pressioni[47].

Tirando le somme si può affermare che la repressione della Chiesa ortodossa in Unione Sovietica nonché persecuzione contro i cristiani tutti è stata violentissima, considerando lo stato ateo dal 1917 al 1992. Secondo alcune fonti[50][51] 50 000 religiosi sono stati uccisi, molti dei quali torturati in modo brutale e mandati nei gulag durante i governi di Lenin e Stalin. Quasi tutti i seminari vennero chiusi, fu vietata ogni pubblicazione religiosa, abolito l'insegnamento religioso nelle scuole, e nel 1922 vennero proibiti i canti e le celebrazioni religiose perfino all'interno delle abitazioni private.

La persecuzione nei confronti dei cristiani e delle altre religioni venne portata avanti con metodi più o meno brutali ma in modo sistematico anche in tutti gli altri paesi governati dai regimi comunisti che proclamavano l'ateismo di stato[52]. I comunisti iugoslavi massacrarono in massa molti preti: tra questi i Martiri di Široki Brijeg e altri cinquanta nei massacri delle foibe, compreso Francesco Giovanni Bonifacio;[53] secondo il cardinale Alojzije Viktor Stepinac, perseguitato e imprigionato, furono trucidati tra i 260 e 270 sacerdoti, inoltre furono chiuse le scuole cattoliche, espropriate le proprietà della Chiesa, requisite le tipografie e violata la libertà di stampa, aggrediti i vescovi ed eliminata la religione dall'insegnamento ufficiale delle scuole.[54] La persecuzione antireligiosa nella Romania comunista colpì le varie confessioni cristiane come la ortodossa e la cattolica, oltre quella ebraica. In Polonia Jerzy Popiełuszko fu assassinato nel 1984 e la notizia del suo assassinio scatenò un tumulto popolare; in Ungheria il cardinale József Mindszenty fu arrestato due volte: nel 1919 e nel 1948 quando fu pure torturato. Ancora oggi, nei paesi che si proclamano comunisti e dove vige l'ateismo, i cristiani subiscono discriminazioni e violenze a causa del loro credo[55].

Nella Repubblica popolare cinese i cristiani sono sempre perseguitati da quando tale Stato comunista fu istituito: tutte le confessioni sono viste come una minaccia pericolosa al mantenimento del potere da parte del regime, che tollera solo autorità clericali controllate e sottomesse alle leggi vessatorie dello Stato. Cattolici, protestanti, ortodossi, testimoni di Geova e altri non possono manifestare liberamente il loro credo religioso.[56][57]

Nella Repubblica Popolare Democratica di Corea non sono ammesse religioni sebbene le religioni in Corea del Nord abbiano avuto un ruolo storicamente importante nel paese.[58] I cristiani tentano di svolgere un'attività clandestina, ma il rischio di essere individuati, arrestati, torturati e giustiziati è notevole poiché la persecuzione è strutturata su un controllo capillare dei cittadini tramite polizia e forze militari. Coloro che possiedono una Bibbia sono giustiziati, spesso con esecuzioni pubbliche a prescindere dal fatto che siano cristiani oppure no, infatti accurate ricerche e studi statistici dimostrano che questo Stato comunista perseguita i cristiani più di tutti gli altri Stati del mondo, considerando i primi tre lustri di questo secolo.[59][60]

Comunisti stalinisti in Spagna

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In Spagna, durante la guerra civile spagnola, anarchici, socialisti rivoluzionari e comunisti trucidarono migliaia di preti, suore e semplici credenti, che sono ricordati e commemorati come Martiri della guerra civile spagnola: tra questi figurano dodici vescovi.[61] La Chiesa cattolica poi, di tali Martiri, rese 2056 Beati e 11 Santi tra il 1987 e il 2022.[62]

Comunisti stalinisti in Italia

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In Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale, negli anni quaranta del secolo scorso vi fu la strage dei preti perpetrata da comunisti stalinisti: il sacerdote e storico imolese Mino Martelli calcolò in 110 il numero complessivo di delitti[63]. Il parroco Umberto Pessina venne ucciso nella sua parrocchia in San Martino di Correggio (Italia) nel 18 giugno 1946; il vescovo di Reggio Emilia Beniamino Socche scrisse nel suo diario:

«... la salma di don Pessina era ancora per terra; la baciai, mi inginocchiai e domandai aiuto per partire con tutta la forza che la Santa Chiesa dà nelle mani di un Vescovo... Parlai al funerale di don Pessina: naturalmente, la gente era sotto l'incubo del terrore: ma io presi la Sacra Scrittura e lessi le maledizioni di Dio per coloro che toccano i consacrati del Signore. Il giorno dopo era la festa del Corpus Domini; alla processione in città partecipò una moltitudine e tenni il mio discorso, quello che fece cessare tutti gli assassinii. "Io - dissi - farò noto a tutti i Vescovi del mondo il regime di terrore che il comunismo ha creato in Italia»

Persecuzioni oggi

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Una giovane con il volto bruciato dopo che una bomba è stata lanciata nella sua casa, durante le violenze anticristiane nello stato dell'Orissa, in India, nel 2008.
Un'immagine d'archivio della cattedrale di Mogadiscio, distrutta dai fondamentalisti di al-Shabaab nel 2008.

Secondo il quotidiano cattolico Avvenire, dal 2011 i cristiani sono vittime del 75% delle violenze anti-religiose e in Medio Oriente rischiano l'estinzione[65].Todd M. Johnson e David B. Barrett del Center for the Study of Global Christianity hanno stimato il numero di martiri cristiani in 109.000 all'anno in media nel corso del decennio 2000-2010, considerando la seconda guerra del Congo, che vide cristiani in conflitto contro altri cristiani, come la più grande "situazione di martirio" del decennio (responsabile da sola del 75% delle vittime)[66][67][68]. Secondo Thomas Schirrmacher dell'International Society for Human Rights, escludendo casi controversi come la guerra in Congo, i martiri cristiani possono essere approssimativamente stimati in 7-8.000 all'anno[68][69]. Nel 2011 il Parlamento europeo, rilevando come la maggior parte degli atti di violenza religiosa nel mondo siano perpetrati contro cristiani, ha condannato tali attacchi e ha chiesto lo sviluppo di una strategia comune per tutelare la libertà religiosa[70].

Secondo la World Watch List dell'Associazione Porte Aperte, nel 2015 i primi tre Paesi per persecuzione dei cristiani nel mondo sono stati Corea del Nord, Iraq ed Eritrea, e oltre 7.100 cristiani sono stati uccisi nel mondo a causa della loro fede (4.344 nel 2014)[71].

Attualmente persecuzioni contro i cristiani sono in atto in diversi paesi del mondo, sia ad opera di regimi islamisti o comunisti, sia di organizzazioni fondamentaliste islamiche o indù, con restrizioni governative che impediscono la pratica religiosa, o con attacchi a membri del clero e a singoli fedeli[72][73] e attentati in luoghi di culto[74]. Anche in paesi a maggioranza buddista sono state registrate violenze e discriminazioni contro i cristiani.[75]

I due continenti nei quali le persecuzioni contro i cristiani sono maggiormente presenti sono l'Africa e l'Asia. In generale nei paesi arabi i cristiani, nonostante in tutto il Vicino Oriente ed in Nordafrica incluso il Sudan costituissero la popolazione originaria, sono oggetto, da parte della popolazione musulmana, di forme di discriminazione più o meno gravi, che negli ultimi decenni hanno portato molti di loro a emigrare o forzati a convertirsi all'Islam. La popolazione cristiana è in calo più o meno pronunciato in tutti i paesi del Vicino Oriente, ed in via di sparizione dall'Iraq. La conversione di musulmani al Cristianesimo è poi vista come un crimine (apostasia) la cui pena è la morte e, anche nei paesi in cui la legge non la vieta apertamente, i convertiti sono spesso oggetto di minacce, vendette, ricatti, linciaggi da parte della popolazione. Alcune organizzazioni monitorano tale fenomeno e redigono da anni un elenco dei 50 paesi nei quali è più pericoloso essere cristiani[76]. Nel dicembre 2018 il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una legge di iniziativa congressuale in cui la persecuzione dei cristiani in Siria e Iraq ad opera dell'Isis e di gruppi terroristi affini è definita come un "genocidio"[77].

Africa

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Asia

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Un edificio religioso distrutto nel corso di violenze in India.

Europa

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Letteratura

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Alcune celebri opere letterarie che rievocano episodi di persecuzione dei cristiani:

Note

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  1. ^ Angelus, 15 marzo 2015
  2. ^ Sono 365 milioni i cristiani perseguitati nel mondo, su agi.it. URL consultato il 1° luglio 2024.
  3. ^ Perseguitati nel mondo 360 milioni di cristiani, su ansa.it. URL consultato il 1°luglio 2024.
  4. ^ La persecuzione delle minoranze cristiane nel mondo, su leg16.camera.it. URL consultato il 1° luglio 2024.
  5. ^ In aumento i cristiani in fuga da persecuzioni, Open Doors: oggi una "Chiesa profuga", su vaticannews.va. URL consultato il 1° luglio 2024.
  6. ^ I cristiani sono ancora perseguitati nel mondo, su chiesadimilano.it. URL consultato il 1° luglio 2024.
  7. ^ Persecuzione dei cristiani: report 2024, su difesaonline.it. URL consultato il 1° luglio 2024.
  8. ^ La persecuzione dei cristiani nel silenzio del mondo, su ilfoglio.it. URL consultato il 1° luglio 2024.
  9. ^ Tutte le persecuzioni dei cristiani nel mondo, su ilgiornale.it. URL consultato il 1° luglio 2024.
  10. ^ Sono 360 milioni i cristiani perseguitati nel mondo, su vita.it. URL consultato il 1° luglio 2024.
  11. ^ Barrett, Johnson.
  12. ^ Massimo Introvigne, Cristiani uccisi nel mondo: uno ogni cinque minuti, su cesnur.org, CESNUR, 8 giugno 2011. URL consultato il 17 luglio 2011.
  13. ^ Secondo C.G. Starr, Storia del mondo antico, Editori Riuniti, 1977.
    «Le Chiese erano ancora piccole ed erano osteggiate ugualmente dagli ebrei e dai pagani»
  14. ^ At 6,8-7,60, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  15. ^ At 12,1-2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  16. ^ Seconda lettera ai Corinzi, cap. 11 v. 24.
  17. ^ Cfr. la testimonianza di Policarpo di Smirne in C.G. Starr, Storia del mondo antico, Editori Riuniti, 1977.
  18. ^ Colin M. Wells, L'impero romano, Il Mulino, 1984.
  19. ^ Plinio il Giovane, cit. in Colin M. Wells, L'impero romano, Il Mulino, 1984.
  20. ^ Lepelley cit.
  21. ^ W. Liebeschütz La religione romana in AA.VV. Storia di Roma - vol. 2 L'impero mediterraneo, tomo III La cultura e l'impero, 1992, Torino, Einaudi
  22. ^ W.A. Meeks Il cristianesimo in AA.VV. Storia di Roma - vol. 2 L'impero mediterraneo, tomo III La cultura e l'impero, 1992, Torino, Einaudi
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Bibliografia

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Voci correlate

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