Il passato remoto (o meno comunemente perfetto semplice[1]) è una forma verbale del modo indicativo.

Normalmente il passato remoto viene usato per indicare avvenimenti dall'aspetto verbale puntuale anziché duraturo (il che lo distingue dall'imperfetto) e considerati come compiuti in un passato considerato psicologicamente come lontano, povero di rapporti espliciti con il presente (inteso come il momento dell'enunciazione), il che lo distingue dal passato prossimo.

Coniugazione del passato remoto

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Questa forma verbale si coniuga sostituendo le desinenze dell'infinito (-are, -ere, -ire) con quelle previste nel sistema verbale italiano per il presente nelle tre coniugazioni:

persona
io
persona
tu
persona
egli
persona
noi
persona
voi
persona
essi
coniugazione
parlare
parlai parlasti parlò parlammo parlaste parlarono
coniugazione
ricevere
ricevei ricevesti ricevé ricevemmo riceveste riceverono
coniugazione
dormire
dormii dormisti dormì dormimmo dormiste dormirono
coniugazione
ricevere
ricevetti ricevesti ricevette ricevemmo riceveste ricevettero
coniugazione irregolare
piangere
piansi piangesti pianse piangemmo piangeste piansero

Storia

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Il passato remoto corrisponde alle varie forme di perfectum semplice che le lingue romanze hanno ereditato dal latino. Dato che in latino classico la forma concorrente, ossia il passato prossimo, non esisteva ancora, era un tempo di largo uso.

Tra i mutamenti fonologici che hanno caratterizzato il passaggio dal perfectum latino alla forma del passato remoto italiano, si ricordano i seguenti:

La tendenza del passato remoto ad essere usato meno durante il passare dei secoli è un fenomeno controverso. A questo proposito si ricorda soltanto il fatto che ancora nel Medioevo, il passato remoto conosceva degli usi ormai scomparsi nella grammatica dell'italiano moderno:

«Una montagna v'è che già fu lieta
d'acqua e di fronde, che si chiamò Ida;
or è diserta come cosa vieta.»

(Dante, Inferno, Canto XIV)

«Uno (...) che si chiamò Fresco da Celatico, aveva una sua nepote chiamata per vezzi Cesca»

(Giovanni Boccaccio, Decameron, sesta giornata, ottava novella)

In esempi simili a quelli qui proposti, che illustrano un uso particolare del verbo chiamarsi, la lingua standard prevede infatti l'uso dell'imperfetto (si chiamava). Questo fenomeno, un tempo molto frequente, non è mai stato completamente chiarito.

L'uso: passato remoto e passato prossimo

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Si illustra in quanto segue l'uso del passato remoto in relazione al passato prossimo. Per quanto riguarda le questioni inerenti all'imperfetto, si rimanda alla voce dedicata a questa forma verbale.

Passato vicino e passato lontano

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La differenza tra queste due forme verbali è sottile e quasi sempre il passato remoto può essere sostituito dal passato prossimo senza il pericolo di produrre enunciati veramente inaccettabili.[3] Non vale necessariamente il discorso contrario, dato che eventi che hanno un rapporto specifico con il presente non possono essere descritti usando il passato remoto. Per questo, l'enunciato

non è considerato come accettabile nella grammatica dell'italiano standard: infatti l'effetto dell'azione sta ancora perdurando al momento presente dell'enunciazione, mentre il passato remoto indica in qualche modo una sorta di lontananza dell'evento.

Non sarà mai possibile stabilire una regola generale che stabilisca la quantità di tempo trascorsa per poter definire se l'evento è da considerarsi come "prossimo" o "remoto", dato che ciò dipende dalla distanza psicologicamente percepita. Come ricordano alcuni studiosi (vedi Weinrich), in passato diversi grammatici si illudevano che fosse possibile attenersi alla cosiddetta regola delle 24 ore. Secondo questo principio, gli eventi antecedenti per più di ventiquattro ore dovevano essere indicati con il passato remoto, gli altri con il passato prossimo. In realtà, la teoria era destinata a fallire.

Tenendo sempre conto del contesto, si preferisce il passato prossimo per eventi considerati in qualche modo ancora attuali. In un altro contesto, il passato remoto può caratterizzare i medesimi eventi in maniera diversa: essi possono avere un qualche riferimento al presente, ma un tale riferimento non viene in nessun modo indicato (come si può osservare nella seguente coppia di enunciati):

Il nome delle due forme verbali continua comunque a suggerire la differenza principale che le caratterizza: mentre il passato prossimo si riferisce piuttosto ad eventi considerati psicologicamente come vicini, il passato remoto è la forma del passato percepito come psicologicamente lontano.

L'opposizione tra vicino e lontano può peraltro comparire in enunciati in cui vengono usati tutti e due i tempi:

Altre differenze tra passato prossimo e remoto

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Tra le due forme verbali intercorrono comunque differenze di varia natura, che vanno ben oltre la distinzione tra vicino e lontano:

La molteplicità di differenze tra i due tempi, considerabili sotto diverse prospettive, lascia al parlante un certo margine di scelta.

Il passato remoto nella formazione di parole

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Il passato remoto non si presta particolarmente alla formazione di parole, sicché il fenomeno si presenta soltanto in contesti assai particolari. Si ricorda nell'italiano burocratico il sempre più desueto attributo fu, anteposto ad un nome per indicare una persona deceduta (ad esempio, Il fu Mattia Pascal).[5] In questo caso, le caratteristiche grammaticali del passato remoto (tempo, aspetto) permettono evidentemente di considerare la vita di una persona come evento inequivocabilmente concluso.

Forme corrispondenti nelle lingue romanze

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Nelle lingue imparentate all'italiano, il passato remoto (perfetto semplice) mostra evidenti somiglianze nelle forme e nella funzione basilare, ma non ha sempre avuto la stessa fortuna.

Francese

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Nella lingua francese, il passato remoto è noto come passé simple. Come in italiano e in tutte le lingue romanze, indica un avvenimento da considerarsi come compiuto (a differenza dell'imperfetto) e lontano (al contrario del passato prossimo). Nell'uso quotidiano della lingua parlata, in Francia, questo tempo non viene più usato, venendo così relegato alla lingua scritta, ed essendo spesso trascurato anche nei testi letterari, sebbene non sia raro. Nel complesso, comunque, si utilizza meno che in italiano.

La tipica coniugazione può essere riassunta così:

  verbi in -er (aimer) verbi in -ir (finir) verbi in -re (rendre) (paraître)
je -ai (aimai) -is (finis) -is (rendis) -us (parus)
tu -as (aimas)
il -a (aima) -it (finit) -it (rendit) -ut (parut)
nous -âmes (aimâmes) -îmes (finîmes) -îmes (rendîmes) -ûmes (parûmes)
vous -âtes (aimâtes) -îtes (finîtes) -îtes (rendîtes) -ûtes (parûtes)
ils -èrent (aimèrent) -irent (finirent) -irent (rendirent) -urent (parurent)

Catalano

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Nella lingua catalana, il passato remoto (passat perfet) aveva una coniugazione come l'italiano (il verbo cantar 'cantare' era: jo cantí, tu cantares, ell cantà, nosaltres cantàrem, vosaltres cantàreu, ells cantaren). Ma queste forme sono scomparse nella lingua, tranne nella città di Valencia e nella letteratura. Oggigiorno si usa una forma perifrastica con l'ausiliare va (jo vaig cantar, tu vas cantar (o vares cantar), ell va cantar, nosaltres vam cantar (o vàrem cantar), vosaltres vau cantar (o vàreu cantar), ells van cantar (o varen cantar)).

Spagnolo

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In spagnolo, il passato remoto (pretérito perfecto simple), o pretérito indefinido viene usato più che in italiano o in francese. Il passato prossimo viene rigidamente limitato, nel suo uso, a contesti in cui l'azione svolta si ritrova in un chiaro e indiscutibile rapporto con il momento dell'enunciazione. Un racconto, al contrario, sarà formulato con l'uso dell'indefinido e dell'imperfetto.

La coniugazione regolare del pretérito perfecto simple è la seguente:

  Verbi in -ar (hablar, parlare) verbi in -er (comer, mangiare) e
in -ir (vivir, vivere)
yo -é (hablé) -í (comí - viví)
-aste (hablaste) -iste (comiste - viviste)
él-ella -ó (habló) -ió (comió - vivió)
nosotros -amos (hablamos) -imos (comimos - vivimos)
vosotros -asteis (hablasteis) -isteis (comisteis - vivisteis)
ellos-ellas -aron (hablaron) -ieron (comieron - vivieron)

Per quanto riguarda i verbi irregolari, la maggior parte dei fenomeni riguarda il cambio della radice.[6]

Le desinenze per i verbi irregolari con il cambio di radice sono esposte all'esempio di questi due verbi ripresi per la tabella sottostante. Si noti tra l'altro la mancanza dell'accento tonico finale alla prima e alla terza persona singolare:

  Venir tener
yo -e (vine) -e (tuve)
-iste (viniste) -iste (tuviste)
él-ella -o (vino) -o (tuvo)
nosotros -imos (vinimos) -imos (tuvimos)
vosotros -isteis (vinisteis) -isteis (tuvisteis)
ellos-ellas -ieron (vinieron) -ieron (tuvieron)

Altre radici verbali che differiscono rispetto a quella dell'infinito sono le seguenti:[7]

I verbi che dittongano al presente indicativo cambiano la vocale della radice alla terza persona.

Infine, i verbi ser e ir, che in questo tempo verbale coincidono, seguono uno schema a sé stante: fui, fuiste, fue, fuimos, fuisteis, fueron. Per dar, si avrà similmente: di, diste, dio, dimos, disteis, dieron.

Dato che lo spagnolo castigliano è diffuso un po' in tutto il mondo, va detto che l'uso del passato prossimo, quindi del pretérito perfecto compuesto, può essere più o meno diffuso e a seconda del paese, dove si darà più o meno la precedenza al passato remoto (appunto pretérito perfecto simple oppure indefinido). La convinzione - abbastanza diffusa nella penisola iberica - secondo la quale nei paesi ispanoamericani si usi oramai quest'ultima forma è in ogni caso erronea.

Portoghese

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Nella lingua portoghese, viene chiamato pretérito perfeito. È la forma più frequente per indicare un'azione iniziata e compiuta nel passato, sicché è molto più frequente che in italiano. In quanto segue, se ne descrive la coniugazione dei casi più tipici:

  verbi in -ar (amar) verbi in -er (correr) verbi in -ir (partir)
eu -ei (amei) -i (corri) -i (parti)
tu -aste (amaste) -este (correste) -iste (partiste)
ele -ou (amou) -eu (correu) -iu (partiu)
nós -ámos (amámos)[8] -emos (corremos) -imos (partimos)
vós -astes (amastes) -estes (correstes) -istes (partistes)
eles -aram (amaram) -eram (correram) -iram (partiram)

Lombardo

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In lombardo il passato remoto, noto come passad lontan, è estinto dalla fine del diciannovesimo secolo, con i centri urbani che l'hanno perso intorno alla metà del secolo, con l'eccezione di Milano, ove era già dimenticato alla fine del secolo precedente. [9]

Resta comunque ben noto in letteratura, presente sin dal primo testo conosciuto, ovvero il Sermon Divin e sino al sedicesimo secolo esistevano fondamentalmente due modelli, uno per la prima coniugazione, con terminazioni in o (per esempio "el ligò", ossia "legò"), e uno per le restanti tre, con terminazioni in , intorno al 1600 si è vista una convergenza della prima coniugazione verso il modello utilizzato dalle altre tre, portando ad un unico modello che ha resistito sino alla scomparsa.[9]

Similmente all'italiano e al francese rappresentava un evento lontano nel tempo e concluso. Oggi è stato sostituito dal passad vesin, ossia il passato prossimo.

La coniugazione è la seguente:

  Coniugazione unica (1600-1875)
mi -è (parlè)
ti te -esset (parlesset)
lu el
lee la
-è (parlè)
Num -essem/am -è (parlessem/am parlè)
violter -essev/-esses (parlessev o parlesses)
lor
lore
-enn o i -è (parlenn/i parlè)

Note

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  1. ^ Passato remoto su http://www.treccani.it
  2. ^ Katerinov, p. 289-290.
  3. ^ Con alcune eccezioni; si consideri l'esempio Nel giro di un paio d'ore fummo a casa sani e salvi. È chiaro che in questo enunciato non è possibile sostituire il passato remoto con il passato prossimo; sarebbe semmai possibile sostituirlo con l'imperfetto, ma non senza modificare la visione aspettuale dell'evento. Per le particolarità aspettuali del passato remoto, vedi Bertinetto.
  4. ^ vedi il sito dell'Accademia della Crusca
  5. ^ treccani
  6. ^ learnonline
  7. ^ VV.AA, Verbos conjugados, español, Pons, 2006.
  8. ^ senza l'accento acuto in brasiliano.
  9. ^ a b (LMO) El passad lontan in lombard [Il passato remoto in lombardo], su academiabonvesin.eu. URL consultato il 1º ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2023).

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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