Nicola Tranfaglia | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 28 aprile 2006 – 28 aprile 2008 |
Legislatura | XV |
Gruppo parlamentare |
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Coalizione | L'Unione |
Circoscrizione | XIX (CAMPANIA 1) |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito dei Comunisti Italiani |
Titolo di studio | laurea in giurisprudenza |
Professione | docente universitario |
Nicola Tranfaglia (Napoli, 2 ottobre 1938 – Roma, 23 luglio 2021) è stato uno storico, politico e docente universitario italiano.
Si è laureato nel 1961 in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Napoli, discutendo una tesi sulla Storia della Corte costituzionale in Italia. Nel seguito ricopre il ruolo di ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino[1] per tre anni, poi diventa assistente di Alessandro Galante Garrone, pervenendo alla libera docenza di Storia Contemporanea, la sua carriera accademica lo conduce ordinario di Storia Contemporanea e Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino.
È membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Presidi di Lettere e Filosofia, membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e del Comitato Nazionale di settore per gli Archivi, membro della commissione dei Quaranta Saggi sulla Scuola e del gruppo di lavoro Martinotti riforma universitaria. Come giornalista è editorialista del giornale la Repubblica e collaboratore de L'Espresso, come storico è pure condirettore della rivista Studi Storici e membro del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci.
Nella sua carriera di storico ha una lunga esperienza di organizzazione scientifica, culturale e editoriale in campo storico, essendo pure direttore dell'opera collettiva Il Mondo Contemporaneo, edizioni La Nuova Italia (1976-1983) e dirigendo in collaborazione con Massimo Firpo la Storia, Utet (1981) mentre in collaborazione con Valerio Castronovo ha diretto La Storia della stampa italiana, Laterza 1976-95, ricopre il ruolo istituzionale di deputato al parlamento Italiano ed è componente della VII Commissione inerente cultura, scienze, istruzione nonché della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
Collabora spesso con Giuseppe Casarrubea per quanto riguarda l'intreccio mafia/neofascismo/servizi segreti statunitensi a cavallo del secondo dopoguerra; il lavoro è in gran parte basato sulla catalogazione ed analisi dei documenti inerenti al periodo desecratati dall'OSS. Il 1º febbraio 2004 lascia i Democratici di Sinistra con una lettera aperta al segretario Piero Fassino[2][3].
Il 19 maggio 2004 si iscrive al Partito dei Comunisti Italiani[4] e si candida alle imminenti elezioni europee[5], senza essere eletto. Viene invece eletto deputato alla Camera alle elezioni politiche del 2006. Alle elezioni politiche del 2008 è candidato con La Sinistra l'Arcobaleno al Senato come capolista nella circoscrizione Veneto, ma la lista non supera lo sbarramento. Il 21 giugno 2008 dalle colonne de l'Unità annuncia di lasciare il Pdci[6].
Si candida nell'aprile 2009 per l'Italia dei Valori per la corsa alle Europee, circoscrizione di centro[7], non venendo però eletto.