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Ligustro

Ligustrum vulgare
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaOleaceae
TribùOleeae
SottotribùLigustrinae
GenereLigustrum
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaOleaceae
TribùOleeae
SottotribùLigustrinae
GenereLigustrum
SpecieL. vulgare
Nomenclatura binomiale
Ligustrum vulgare
L., 1753
Nomi comuni

Olivella; Mariseli; Maruseli; Scìepolàr; Scrìul; Tamarìz; Varuseli; Olivetta; Ischio; Conastello; Guistrico; Rovistico; Sanguinello.

Il ligustro (nome scientifico Ligustrum vulgare L., 1753) è una pianta cespugliosa dai delicati fiori bianchi appartenente alla famiglia delle Oleaceae.[1]

Etimologia

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Il nome del genere (Ligustrum - Legare) deriva da un antico nome latino, già usato da Gaio Plinio Secondo (23 – 79]) scrittore, ammiraglio e naturalista romano e da Virgilio (70 a.C. – 19 a.C.) poeta romano, per le piante chiamate volgarmente ligustro o olivella.[2][3] ll primo botanico a usare questo nome associato al "ligustro" è stato Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone; mentre in "tempi moderni" è stato il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) a usare questo vocabolo con valore di genere.[4] L'epiteto specifico (vulgare) significa "comune, consueto".[5][6]

Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 1: 7. 1753"[7] del 1753.[8]

Descrizione

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Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Queste piante possono arrivare fino ad una altezza di 5 – 12 m (massimo 30 m). La forma biologica è nano-fanerofita (NP), sono piante perenni e legnose, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 30 cm e i 2 metri. Queste piante possono essere considerate anche una fanerofite arboree (P scap) o fanerofite cespugliose (P caesp) a seconda del tipo di crescita. Alla base del fusto si formano diversi stoloni che diffondendosi per via vegetativa creano densi cespugli. In genere queste piante sono profumate.[4][9][10][11][12]

Fusto

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La parte aerea del fusto è cespugliosa e prostrata con una corteccia colorata di bruno-verdastro, superficie liscia con lenticelle subrotonde o ellittiche in posizione trasversa. I rami sono minutamente pubescenti (glabro nel resto). Dimensione delle lenticelle = 1 mm.

Foglie

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Le foglie sono intere, coriacee e lucide, verdi su entrambe le facce ed hanno un portamento opposto; formano dei verticilli a 2 a 2 e ogni verticillo è posizionato a 90° rispetto a quello sottostante. In genere le foglie sono caduche (nelle zone climatiche più calde come nel Mediterraneo sono più o meno persistenti anche durante la stagione invernale). Le foglie sono picciolate e si dividono in foglie basali (quelle dei rami più bassi) con una lamina ellittica e quelle apicali con lamine lanceolate. Le stipole sono assenti. Lunghezza del picciolo: 2 mm. Dimensione delle foglie basali: larghezza 12 mm; lunghezza 16 mm. Dimensione delle foglie apicali: larghezza 10 – 15 mm; lunghezza 30 – 40 mm.

Infiorescenza

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Le infiorescenze sono formate da pannocchie terminali con forme ovato-piramidali. I fiori sono raccolti densamente. Sono molto profumate.

Fiore

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* K (4), [C (4), A 2], G (2), supero, bacca/capsula.

Frutti

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Il frutto è una bacca subsferica carnosa con 1 - 4 semi. Il colore in genere è nero lucido. Dimensione della bacca: 6 – 8 mm.

Riproduzione

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Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])

Fitosociologia

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Dal punto di vista fitosociologico alpino Ligustrum vulgare appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

  • Formazione : comunità arbustive.
  • Classe : Crataego-Prunetea
  • Ordine : Prunetalia spinosae

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa specie (Oleaceae) comprende 25 generi e circa 600 specie[9] (29 generi e 600 specie secondo altri Autori[11][17] oppure 24 generi con 615 specie[18]) con distribuzione cosmopolita dalle regioni tropicali fino a quelle temperate. Il genere di questa specie è descritto all'interno della sottotribù Ligustrinae (tribù Oleeae); gruppo botanico caratterizzato dalla presenza di flavoni glicosidi, ovario con 2 ovuli penduli per loculo, vasi multipli e fibre libriformi nel legno.[19]

I coltivatori e giardinieri dividono le specie del genere Ligustrum in due gruppi: (1) specie a rami e foglie glabre e (2) specie a giovani rami, foglie od infiorescenze pubescenti. La specie di questa voce appartiene al secondo gruppo; in particolare ad un ulteriore sottogruppo con la parte tubolare della corolla più corta dei lobi.[4]

Il numero cromosomico di L. vulgare è: 2n = 46.[20]

Sinonimi

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Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

Usi

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Farmacia

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Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:[21]

Giardinaggio

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Questa pianta è spesso coltivata nei giardini, nei parchi e in vicinanza delle case coloniche per formare siepi e muretti.[10] Inoltre per la tolleranza all'inquinamento è usata come alberature stradali.[22] È pianta molto visitata dalle api, che ne raccolgono polline ed abbondante nettare.[23]

Altri usi

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Le bacche contengono una sostanza colorante usata in Chimica di laboratorio, la Ligulina, per rilevare, col viraggio di colore, il pH delle soluzioni liquide.

Altre notizie

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Il ligustro in altre lingue è chiamato nei seguenti modi:

Note

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  1. ^ a b Ligustrum vulgare, su The Plant List. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 237.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'8 agosto 2016.
  4. ^ a b c d Motta 1960, Vol. 2 - pag. 681.
  5. ^ David Gledhill 2008, pag. 404.
  6. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 18 dicembre 2016.
  7. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  8. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 dicembre 2017.
  9. ^ a b Kadereit 2004, pag. 302.
  10. ^ a b c Pignatti, vol. 2 – pag. 324.
  11. ^ a b c Judd, pag. 490.
  12. ^ a b Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 7 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  13. ^ Musmarra 1996.
  14. ^ Conti et al. 2005, pag. 121.
  15. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 182.
  16. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato l'11 dicembre 2017.
  17. ^ Strasburger 2007, pag. 850.
  18. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato l'11 dicembre 2017.
  19. ^ Wallander et al. 2001.
  20. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato l'11 dicembre 2017.
  21. ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato l'11 dicembre 2017.
  22. ^ Catalogazione floristica - Università di Udine, su mitel.dimi.uniud.it. URL consultato l'11 dicembre 2017.
  23. ^ (FR) Ligustrum vulgare & Apis mellifera, in Florabeilles, 26 settembre 2015. URL consultato il 25 maggio 2018.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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