Lasino frazione | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Madruzzo |
Territorio | |
Coordinate | 46°01′N 10°59′E |
Altitudine | 463 m s.l.m. |
Superficie | 16,06 km² |
Abitanti | 688[1] (2011) |
Densità | 42,84 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38076 |
Prefisso | 0461 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022101 |
Cod. catastale | E461 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 108 GG[3] |
Nome abitanti | lasini |
Patrono | santi Pietro e Paolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Lasino (IPA: [laˈziːno]; Lasin in dialetto trentino[4]) è una frazione[5] del comune di Madruzzo, nella provincia di Trento.
Fino al 31 dicembre 2015 ha costituito, assieme ai centri abitati di Pergolese, Castel Madruzzo e a parte della frazione di Lagolo, un comune autonomo, che al momento del suo scioglimento contava 1 340 abitanti.[6]
Lo stemma di Lasino era stato approvato dal presidente della Giunta Regionale di Trento con decreto n. 2180 del 2 marzo 1992.[7]
«D'argento, a due fronde di rosaio al naturale fiorite, a destra di una rosa rossa, a sinistra di una rosa canina, legate da un nastro d'oro, accompagnate da due cotisse di rosso, disposte la prima del capo al fianco, la seconda nel cantone sinistro dello scudo.»
Abitanti censiti; per gli ultimi censimenti si evidenzia in blu la popolazione residente nel centro abitato di Lasino, in verde quella residente nei vecchi confini comunali.[8]
Situato negli avvolti del Municipio di Lasino il museo La dòna de 'sti ani è composto da due spazi espositivi che riproducono una cucina e una stanza da letto con mobilia e oggetti risalenti alla prima metà del Novecento. L'idea è nata nel 2012 e il museo è stato inaugurato lunedì 8 dicembre 2014, presso la sala consigliare del comune di Lasino.[9] L'obiettivo principale del progetto era quello di ricostruire gli spazi e le attività a cui si dedicavano le donne di questo periodo storico: le occupazioni quotidiane come la cura della casa, il lavaggio dei panni, la preparazione del corredo.[10] La cucina, nucleo centrale delle abitazioni contadine, è la sala principale del museo: al suo interno sono conservati oggetti tradizionali usati in cucina (mestoli, padelle, paiolo), un focolare, una cucina economica, un tavolo con quattro sedie, una vetrina e una credenza.[11] Dalla cucina si accede alla camera da letto composta da un letto, alcune culle, un cassettone a ribalta, un armadio e vari altri oggetti.[12]
Nel 1928 il comune viene soppresso e i suoi territori aggregati al comune di Madruzzo; nel 1953 il comune viene ricostituito (Censimento 1951: pop. res. 1204). Nel 1978 distacco di territori aggregati al comune di Calavino (Censimento 1971: pop. res. 86).[13] Il 1º gennaio 2016 si è fuso con Calavino per formare il nuovo comune di Madruzzo.