Jean Cocteau nel 1923

Jean Maurice Eugène Clément Cocteau (Maisons-Laffitte, 5 luglio 1889Milly-la-Forêt, 11 ottobre 1963) è stato un poeta, saggista, drammaturgo, sceneggiatore, disegnatore, scrittore, librettista, regista e attore francese.

La versatilità, l'originalità e l'enorme capacità espressiva gli valsero il plauso internazionale. Cocteau è soprattutto conosciuto per il romanzo I ragazzi terribili (1929), l'opera teatrale La voce umana (1930) e il film La bella e la bestia (1946).

Biografia

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Jean Cocteau nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Laffitte, cittadina a pochi chilometri da Parigi, da Eugénie Lecomte e Georges Cocteau, già genitori di Marthe (1877-1958) e Paul (1881-1961). Il padre, depresso e senza lavoro, si suicida nel 1898[1]. D'estate, fino all'adolescenza, risiede spesso nel paese natale, presso i nonni materni, che hanno anche un "hôtel particulier" a Parigi, in rue La Bruyère 45,[2] oppure va dagli altri nonni, a Vierzy. Dopo la morte del padre vive per qualche mese in Svizzera.

Ha una governante tedesca, Joséphine Ebel, da lui detta "Jéphine". Disegna molto, soprattutto fa caricature. Frequenta il Liceo Condorcet di Parigi fino all'età di 15 anni allorché decide di studiare privatamente, non essendo interessato agli studi ufficiali; ciononostante, dopo aver tentato invano di conseguire la maturità al liceo Fénelon, nel 1907 interromperà ogni studio[1]. In questo periodo prende a frequentare i salotti degli amici Lucien Daudet, Reynaldo Hahn, Catulle Mendès e Maurice Rostand[3], pubblicando nel 1909 il suo primo libro di poesie La lampada di Aladino e fondando una rivista "Schéhérazade", che non dura a lungo. Abita con la madre in rue d'Anjou, 10.

Si appassiona quindi al mondo della musica, frequentando il balletto, e ha occasione di assistere al primo spettacolo in assoluto dei Balletti russi di Sergej Djagilev, Pavillon d'Armide. Conosce di persona Djagilev, che gli commissiona il soggetto di Le Dieu bleu, balletto su musica di Reynaldo Hahn, presentato al Théâtre du Châtelet nel 1912.

Pubblica intanto altre due raccolte di poesie e compie un viaggio in Algeria (12 marzo - 8 aprile 1912). Nel 1913 resta colpito dalla prima della La sagra della primavera di Stravinskij, nonostante l'opera abbia generato un putiferio e abbia diviso ferocemente pubblico e critica (Cocteau la prende a modello di quel che per lui è l'arte moderna).

La fama

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I suoi scritti non passano inosservati, tanto che il 20 giugno 1912 Marcel Proust gli scrive:

«Crepo di gelosia nel vedere come nei suoi straordinari pezzi su Parigi lei sappia evocare delle cose che io ho sentito e che son riuscito ad esprimere solo in modo assai pallido.»

In questi anni alloggia all'Hotel Byron, lo stesso nel quale risiedono Reiner Maria Rilke e Auguste Rodin[1]. Lo scoppio della prima guerra mondiale è per lui motivo di grande emozione: dapprima si getta nella mischia e lavora come infermiere d'ambulanza sul fronte delle Fiandre, in seguito tiene posizioni più caute e continua l'attività intellettuale nei locali alla moda di Parigi. A Montmartre stringe amicizia con Guillaume Apollinaire, Roland Garros, Max Jacob, Pablo Picasso (con il quale si reca a Roma nel febbraio 1917), Blaise Cendrars, Erik Satie e Amedeo Modigliani (che lo ritrarrà in un famoso dipinto).

A dispetto dei suoi risultati in tutti i campi artistici e letterari, Cocteau insiste di essere un poeta e che tutti i suoi lavori sono espressioni poetiche. Come intellettuale controcorrente e di carattere esuberante, ha grande influenza sui lavori di altri artisti, ad esempio il circolo musicale di Montparnasse, conosciuto come "Gruppo dei Sei". Ne scrive il manifesto intitolandolo Le Coq et l'Arlequin, edito per Les Éditions de la Sirène, casa editrice fondata da Cocteau e da Blaise Cendrars, che dal 1917 pubblica volumi illustrati da Marie Laurencin, André Lhote, Picasso e Raoul Dufy.

Jean Cocteau a circa 20 anni in un ritratto di Federico de Madrazo de Ocha

Nel soleggiato pomeriggio del 12 agosto 1916 Picasso, la modella Pâquerette, sua nuova compagna, Max Jacob, Manuel Ortiz de Zárate, Marie Vassilieff, Henri-Pierre Roché, Moïse Kisling, Amedeo Modigliani e il critico André Salmon sono seduti di fronte al caffè La Rotonde in Montparnasse. Il loro amico Cocteau immortala il gruppo in una serie di 21 fotografie.

Collabora al libro collettivo Anthologie Dada e frequenta Philippe Soupault; tuttavia, malgrado il termine surrealismo sia stato coniato da Guillaume Apollinaire (morto lo stesso anno) per descrivere la collaborazione a Parade (1918) di Cocteau, Erik Satie, Pablo Picasso e Léonide Massine, l'autoproclamatosi leader surrealista André Breton dichiara che Cocteau è un

«noto falso poeta, un verseggiatore a cui capita di avvilire, invece di elevare, ogni cosa che tocca.»

Nello stesso anno conosce Raymond Radiguet; con lui instaura un rapporto sentimentale che durerà fino alla morte di Radiguet, avvenuta 5 anni dopo.

Nel 1919 pubblica Le Cap de Bonne-Espérance, che aveva letto la prima volta il 15 giugno 1917 a casa di Paul Morand, l'encomio Ode à Picasso e il romanzo Le Potomak; nel 1920 e nel 1921 collabora con gli artisti del Gruppo dei Sei scrivendo il soggetto di Le Bœuf sur le toit, di cui cura la regia al Théâtre des Champs-Élysées, e di Les Mariés de la Tour Eiffel (poco prima Le Gendarme incompris e poco dopo Le Secret professionel danno il senso della continuità e dell'entusiasmo con cui lavorava a diversi progetti). Insieme a Radiguet fonda la rivista Le Coq, che uscirà appena 4 volte, e trascorre le vacanze estive del 1922 nel sud della Francia[1], dove scriverà Thomas l'imposteur.

La dipendenza dall'oppio

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Il 12 dicembre 1923 Raymond Radiguet, appena ventenne, muore di febbre tifoidea. Cocteau si consola cominciando a far uso di oppio e dedicandosi alla ricerca religiosa. Collabora alla rivista cattolica Roseau d'or, disegna la serie Maison de santé, tiene un carteggio con il teologo Jacques Maritain, durato fino al 1925, anno della rottura, in cui scrive la Lettre à Jacques Maritain (da leggersi con la Réponse à Jean Cocteau di Maritain) nella quale racconta il modo di intendere l'origine divina di arte e poesia.

Nel 1923-1925 e nel 1928-1929 entra in clinica per disintossicarsi, riuscendoci in parte. Lì concepisce quello che è ritenuto il suo maggior successo, il romanzo breve I ragazzi terribili (1929). Nel 1926 soggiorna a Villefranche e Nizza, difende una contestata mostra di Giorgio de Chirico (con lo scritto Le Mystère laïc, poi in Essai de critique indirecte[4]) e va in scena nell'atelier di Isadora Duncan con il suo Orphée, ripreso l'anno successivo. Del 1927 è la sua collaborazione con Igor' Fëdorovič Stravinskij per l'opera Oedipus Rex e con Arthur Honegger per Antigone, entrambi da Sofocle.

Gli anni '30

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Negli anni trenta Cocteau ha una relazione con la principessa Natalia Pavlovna Paley, sorella del gran duca Romanov, attrice, modella, ex moglie del sarto Lucien Lelong. Con gran dolore di Cocteau ed eterno rammarico di Natalia, essa, rimasta incinta, abortisce a causa dell'intervento di Marie-Laure de Noailles, l'eccentrica mecenate che da giovane amò Cocteau e che era determinata a rovinare la sua nuova relazione.

Jean Cocteau ritratto da Amedeo Modigliani nel 1916, conservato al Museo Jean Cocteau

Intanto nel 1930, il monologo La Voix humaine è presentato alla Comédie-Française e Cocteau gira il film Le sang d'un poète. Nel 1931 si trasferisce a rue Vignon, poi scrive La Machine infernale e Le Fantôme de Marseille, prova ancora a disintossicarsi, scrive canzoni per Marianne Oswald e si trasferisce di nuovo al Madeleine-Palace Hôtel. Nel 1935 fa una crociera nel Mediterraneo con Marcel Khill, suo nuovo segretario, e pubblica i Portraits-Souvenir. L'anno successivo lascia Parigi per un giro che tocca Roma, Atene, Il Cairo, Bombay, Singapore, Hong-Kong (dove incontra su un battello Charlie Chaplin), Tokyo, Honolulu, San Francisco, Hollywood e New York[5]. Collabora da marzo a giugno 1937 a Ce soir, giornale di Louis Aragon e conosce l'attore francese Jean Marais con il quale viaggia a Montargis, dove scrive in otto giorni I parenti terribili (Les Parents terribles). A Marais dedicherà il poema L'Incendie (1938) e ne farà il protagonista dei suoi film, a cominciare da La bella e la bestia (1946). Con lui avrà una relazione che durerà fino alla morte.

Nel 1940 Le Bel indifferent, riduzione de La Voix humaine scritta per Édith Piaf, è un enorme successo. Si trasferisce di nuovo a rue Montpensier, vicino a casa di Colette. Morto Khill, si rifugia a Perpignan e tenta ancora di disintossicarsi.

La seconda guerra mondiale

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Durante la guerra sottovaluta la reale portata delle sorti europee, badando più a una vita spensierata e frivola che ai doveri dell'intellettuale. Stringe amicizia con Arno Breker, scultore tedesco, amico di Hitler, di stanza a Parigi. Da questo rapporto ottiene soltanto critiche da parte della Francia intellettuale. Solamente il vano appello che scrive nel 1943 per la liberazione di Max Jacob, arrestato e ucciso dalla Gestapo, farà dimenticare il suo atteggiamento leggero di quel periodo. Va anche detto che fu in contatto con Louis Aragon e Paul Éluard, attivi nella Resistenza francese.

Nel 1947 acquista una casa a Milly-la-Forêt, segue la realizzazione dell'episodio che lo riguarda de L'amore di Roberto Rossellini con Anna Magnani, girato a Parigi, e realizza a sua volta a Vizille L'aquila a due teste (1948). Scrive la sceneggiatura di Ruy Blas (girato da Pierre Billon). Nello stesso periodo è entusiasmato dalla visione del cortometraggio sperimentale Fireworks del regista underground americano Kenneth Anger, che inviterà a lavorare con lui per il decennio successivo.

Gli ultimi anni

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Dalla fine della guerra si dedica particolarmente alla cinematografia. I film di Cocteau, gran parte dei quali scrive e dirige in collaborazione, sono molto importanti perché introducono l'immaginario surrealista nel cinema francese e influenzeranno in un certo grado i futuri cineasti francesi della Nouvelle Vague. Nei suoi viaggi, inoltre, ci tiene a incontrare personaggi come Marlene Dietrich e Greta Garbo; segue anche il pugilato (è amico di Panama Al Brown che nel 1937 aiuta a tornare sul ring).

Nel 1950 il film Orfeo vince il premio della critica al festival di Venezia. Nel 1951 comincia a tenere un diario. Nel 1952 viene organizzata in Germania la prima mostra importante di disegni e dipinti a Monaco. Nel 1953 è presidente di giuria al Festival di Cannes.

Nel 1955 viene eletto membro dell'Académie française e della Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique. Nel 1956 scrive Adieu à une étoile (in memoria di Mistinguett). Altra mostra importante è a Nancy nel 1960. Negli ultimi anni disegna vetrate e decora cappelle, realizza costumi, scenografie, ceramiche e mosaici.

Nel corso della sua vita, Jean Cocteau è nominato commendatore della Legion d'onore francese, membro della Accademia Mallarmé, della Accademia Tedesca (Berlino), della Accademia Mark Twain (Stati Uniti), dell'Académie Royale (Belgio), laureato honoris causa a Oxford (nel 1956), presidente onorario del Festival di Cannes, presidente onorario della Associazione Franco-Ungherese e presidente della Accademia Jazz e dell'Accademia del Disco, cittadino onorario di Mentone (dove decora la sala dei matrimoni del comune).

Muore d'infarto nel 1963, poche ore dopo aver appreso la notizia della morte di Édith Piaf[6], per la quale aveva scritto l'elogio funebre. Viene inumato nella chapelle Saint-Blaise-des-Simples in Milly-la-Forêt, dipartimento dell'Essonne, Francia.

Opere

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Poesia

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Romanzi

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Teatro, copioni per il cinema e libretti

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Saggistica

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Disegno e pittura

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Diari

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Filmografia

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Regista

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Sceneggiatore

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Onorificenze

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Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore

Note

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  1. ^ a b c d Jean Cocteau, Il richiamo all'ordine, a cura di Paola Dècina Lombardi, Torino, Einaudi, 1990. ISBN 88-06-11800-5
  2. ^ Site officiel du Comité Jean Cocteau, su jeancocteau.net. URL consultato il 12 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2013).
  3. ^ e incontra per la prima volta Marcel Proust, Roger Martin du Gard, poi François Mauriac, Jacques-Émile Blanche e Sacha Guitry. Le notizie biografiche sono prese anche da Jean Cocteau, Romans, poésies, œuvres diverses, La Pochothèque, Le Livre du poche, Paris 1995, pp. 1363-76.
  4. ^ È uno dei testi più noti, insieme a D'un ordre considéré comme une anarchie, comunicazione al Collège de France del 3 maggio 1923 e a Des beaux-arts considérés comme un assassinat (1930).
  5. ^ Il viaggio è raccontato in Mon premier voyage (1937).
  6. ^ Jean Marais Intervista radiotelevisiva con Lise Elina e Jean-Pierre Lannes, 12 ottobre 1963.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Seggio 31 dell'Académie française Successore Jérôme Tharaud 1955 - 1964 Jacques Rueff
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