Jacopo Landoni (Ravenna, 25 luglio 1772Ravenna, 21 luglio 1855) è stato un letterato italiano.

Figura bizzarra ed eclettica, così veniva sinteticamente descritto dal suo biografo: "scolaro di Melchiorre Cesarotti, amico di Paolo Costa, maestro di Gioacchino Rossini, poeta erotico e satirico, burlesco e didascalico, meditativo ed estemporaneo, italiano e dialettale, traduttore fecondo se non sempre felice e critico bizzarramente originale" (Muratori 1906: i).

Biografia

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Nacque nella parrocchia di San Clemente (poi San Giovanni Battista) da Luigi, notaio, e Agnese Braghini, che morì pochi giorni dopo il parto. Rimasto ben presto orfano anche del padre (mancato nel 1780) crebbe presso i nonni materni.

Compì i suoi studi dapprima nelle scuole pubbliche e poi, a tredici anni, nel seminario ravennate. Passò quindi all'università di Padova, dove si applicò agli studi letterari sotto l'insegnamento di Melchiorre Cesarotti, e dove strinse amicizia con il concittadino Paolo Costa.

Oltre (e forse più) che per i suoi scritti, il Landoni è tuttora ricordato per lo spirito scanzonato che si tradusse in numerose burle giocate ai suoi concittadini. Una di esse è ricordata in un brano di Olindo Guerrini.

Morì nel corso della grave epidemia di colera del 1854-55, che fece numerose vittime a Ravenna, al punto che per i deceduti si dovette approntare un'area particolare nel cimitero, dove anch'egli giace, privo di una sepoltura individuale. Pochi anni dopo fu realizzato in suo onore un monumento funebre nella chiesa di San Giovanni Evangelista, sotto la prima cappella a sinistra. La statua che sovrasta la lastra marmorea, un busto giovanile del Landoni (realizzato da Enrico Pazzi nel 1859), si trova oggi nella Biblioteca Classense[1].

Opere

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Le sue numerose opere[2], perlopiù di genere burlesco o satirico, comprendono non solo composizioni originali ma anche, spesso, traduzioni in italiano vuoi di classici (Cornelio Gallo, Orazio), vuoi di scritti latini di autori moderni (la storia di Ravenna di Girolamo Rossi, i poemi maccheronici di Teofilo Folengo), vuoi di altri autori (il francese Joseph Berchoux). Nella sua produzione si segnalano (in ordine cronologico):

Fu anche scrittore in romagnolo, la cui produzione dovette essere cospicua ma fu in gran parte dispersa, e di cui sopravvivono solo 4 sonetti stampati nel 1799, con lo pseudonimo di Pirett Tignazza, canonich d'la Piazza.

Note

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  1. ^ Busto di Jacopo Landoni, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 2 aprile 2020.
  2. ^ Per una lista completa delle opere di Jacopo Landoni si veda la bibliografia di Muratori (1907), pp. 209-218.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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