Hans Mommsen

Hans Mommsen (Marburgo, 5 novembre 1930Tutzing, 5 novembre 2015) è stato uno storico tedesco. Specializzato nel periodo della Repubblica di Weimar e del nazismo, è conosciuto soprattutto per i suoi studi di storia sociale e per la sua interpretazione funzionalista del Terzo Reich, in particolare per aver sostenuto la tesi di Hitler come "dittatore debole".

Biografia

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Nasce a Marburgo, figlio dello storico Wilhelm Mommsen e pronipote dello storico dell'antica Roma Theodor Mommsen[1]. Ha studiato germanistica, storia e filosofia all'Università di Heidelberg, all'Università di Tubinga e all'Università di Marburgo. Mommsen è stato professore a Tubinga (1960–1961), Heidelberg (1963–1968) e all'Università di Bochum (dal 1968). È stato sposato con Margaretha Reindel dal 1966 ed è stato membro del Partito Socialdemocratico di Germania dal 1960. Mommsen è inoltre stato visiting professor all'Università di Harvard (1974), all'Università di Berkeley (1978) e all'Università Ebraica di Gerusalemme (1980). Dal 1995 è stato membro corrispondente dell'Accademia Austriaca delle Scienze.

Ricerca

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Hans Mommsen ha acquistato notorietà attraverso numerose pubblicazioni sulla storia della socialdemocrazia, del movimento operaio e della resistenza tedesca. Cercando di superare una visione semplicistica della storia, Mommsen ha evidenziato gli aspetti meno trattati del fascismo tedesco. In particolare ha sviluppato la tesi secondo cui Hitler sarebbe stato un "dittatore debole", rivolgendo quindi l'attenzione ai crimini commessi dai funzionari locali nazisti, coloro che, lontano dai centri politici di comando, non si sono limitati a eseguire gli ordini ma sono intervenuti attivamente nella pianificazione dell'Olocausto. Oltre all'analisi del sentimento antisemita e al problema dell'indifferenza, ha attribuito un ruolo molto importante a quella che è definita come "efficienza tecnocratica" del regime nella realizzazione dello sterminio di massa.

Opere (parziale)

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Traduzioni

Note

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  1. ^ Menke, Martin, "Mommsen, Hans", in The Encyclopedia of Historians and Historical Writing, Vol. 2, London, Fitzroy Dearborn Publishing, 1999, pp. 826–827.

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