La guerriglia antifranchista indica tutte quelle attività di guerriglia, poste in essere dopo la guerra civile spagnola e la sconfitta dell'esercito repubblicano, contro la Spagna franchista.
Dopo la partecipazione degli anarchici alla Resistenza francese, anch'essi vennero chiamati, come i partigiani francesi, maquis (da macchia ovvero darsi alla macchia) oppure anche maquisards (termine derivato dal precedente), nel significato di combattenti antifascisti.
Questa guerriglia si prolungò, con azioni frammentarie e locali, fino al 1965.
Lo scoppio quasi immediato della seconda guerra mondiale sorprese molti degli ex combattenti repubblicani spagnoli rifugiati in territorio francese; molti di loro presero parte alla resistenza francese nei Agrupación de Guerrilleros Españoles. Quando ormai i nazisti si stavano ritirando dalla Francia, alcuni guerriglieri antifranchisti tentarono, nell'ottobre 1944, l'invasione della valle d'Aran, fermata dai franchisti.
Lo storico Pietro Ramella, nel suo saggio La Retirada, L'odissea di cinquecentomila repubblicani spagnoli dopo la fine della guerra civile, pone termine al periodo che si riferisce all'esilio repubblicano spagnolo (passato alla storia come La Retirada) proprio con l'invasione della valle d'Aran, fornendo dati interessantissimi sulla guerriglia che essi conducevano. Dati che, in generale, i mezzi di informazione oscurarono, soprattutto per ciò che riguardava il metodo repressivo utilizzato dai franchisti verso i maquis catturati: il più delle volte consisteva nel massacro dei prigionieri senza neppure un processo militare che almeno avrebbe rappresentato una "parvenza" di legalità:
«L'ultimo doloroso capitolo dell'odissea dei profughi de La Retirada fu la guerriglia in Spagna, la cui azione più eclatante fu l'incursione nella valle d'Aran, che però fu prontamente rintuzzata dalle truppe di Franco. Il resto fu un susseguirsi di azioni di piccole bande dislocate sui Pirenei o nella Sierra Nevada o Morena e nelle Asturie. Secondo una fonte ministeriale spagnola i caduti della Guardia civil e dell'esercito in questa lotta ammontarono a cinquecento militari e dieci ufficiali. I guerriglieri furono circa quindicimila e compirono 8.275 azioni, subendo 5.548 morti e 634 prigionieri, per la massima parte passati per le armi.»
A partire da quel fallimento comincia il periodo di maggiore concentrazione della guerriglia all'interno del paese che proseguì fino al 1947. Nel 1948, infatti, Stalin chiarì che la guerriglia comunista in Spagna doveva essere smantellata.[1]
Nel 1952, complici arresti o esili, avvenne la smobilitazione degli ultimi contingenti. Nel 1956 il PCE, su proposta di Santiago Carrillo, cambiò la propria politica, attraverso lo slogan e l'obiettivo politico della "riconciliazione nazionale".
«Questa impossibile lotta si esaurì nei primi anni sessanta, poi lentamente l'evolversi degli avvenimenti mondiali fece scendere sulla Spagna una cappa di silenzio, che durò fino alla morte di Franco, avvenuta nel novembre 1975. Negli anni precedenti amnistie via via concesse dal Governo permisero il ritorno in Spagna di parte dei rifugiati[2], ma diversi di essi ripartirono perché ormai la Spagna aveva perso tutte le caratteristiche di quando si poteva cantare: Como estaba felix nuestra Revolución![3]»
Al termine della seconda guerra mondiale i guerriglieri antifranchisti iniziarono a condurre azioni militari in Spagna, partendo dalla Francia, dove erano situate le loro basi logistiche e dove molti di essi risiedevano. Dopo avere valicato i Pirenei e avere passato il confine, effettuavano le azioni programmate e, al termine, rientravano nel Paese transalpino. Lo stesso cammino veniva spesso percorso anche da chi agiva in clandestinità in Spagna per periodi prolungati.
La più spettacolare operazione dei maquisard spagnoli nella lotta antifranchista fu la spedizione nella valle d'Aran iniziata il 19 ottobre 1944[4] a cui presero parte fra i 5000 e 7000[5], attaccarono nella valle e in altre zone dei Pirenei avendo a disposizione anche armamento pesante: l'operazione fu chiamata Operazione Riconquista della Spagna. Fu pianificata dall'AGE creando la 204ª divisione, composta da 12 brigate al comando di Vicente López Tovar[6], l'obbiettivo era di prendere possesso del settore del territorio spagnolo comprendente la terra tra i fiumi Cinca e Segre e il confine francese. Più tardi, la zona è stata dichiarata conquistata dal governo repubblicano in esilio, con l'intenzione di provocare una sollevazione generale in tutta la Spagna in funzione antifranchista. Si sperava in un aiuto alleato contro i franchisti essendo in atto lo scontro fra gli angloamericani e i nazifascisti in gran parte d'Europa ma l'aiuto non ci fu, vi furono attacchi, da parte della spedizione dei maquisard che agivano all'interno del territorio spagnolo, in svariate zone limitrofe alla valle d'Aran e in zone distanti dal confine, con lo scopo di tastare il polso per un'insurrezione nazionale contro i franchisti. I più importanti punti di penetrazione nella lunga catena di montagne erano Roncisvalle, valle del Roncal, Valle de Hecho, Canfranc, la Valle di Aran, Andorra, e Cerdagna, anche se vi sono state anche le operazioni a in luoghi minori. Franco fece spostare circa 40.000 soldati tra legione, marocchini, reparti dell'esercito e vari tipi di contingenti militari per arginare l'offensiva guerrigliera che pertanto fu respinta. L'esercito di guerriglia dopo avere conquistato diverse città e villaggi e avere ivi innalzato la bandiera repubblicana, tenne il controllo di queste zone e del confine ma non riuscì a prendere il punto cardine ovvero Vielha che come si vede dalla cartina è in posizione strategica militarmente nella valle d'Aran perché è centrale e quindi ideale per instaurare il comando dei Maquisard per coordinare azioni militari a raggiera.
La grossa formazione guerrigliera fu costretta al ritiro dato l'enorme sproporzione di mezzi fra i due contendenti subendo ingenti perdite. La ritirata si concluse il 28 ottobre 1944 (Spanish Maquis), quando l'ultimo guerrigliero riattraversò il confine per riparare in Francia. Non vi fu l'insurrezione nazionale ma una miriade di attacchi locali repressi dal regime di Franco e men che meno l'aiuto degli alleati angloamericani e questo forse è il dato più importante. All'attacco parteciparono anche guerriglieri del Partito Comunista di Spagna e fu uno degli ultimi casi poiché nel 1947, per motivi di non interferenza geopolitica, il PCE abbandonò la guerriglia antifranchista che fu portata avanti sostanzialmente da anarchici e da piccole frange di comunisti antistalinisti insieme a nuclei comunisti del PCE non allineati al partito. Dalle poche notizie in nostro possesso, questi ultimi erano con ogni probabilità ex miliziani del POUM e di altre formazioni analoghe.[senza fonte]
«esempio di coloro che soffrirono il carcere e la ritorsione per le sue idee politiche, rappresentando la lotta per una società libera»