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Ellera terrestre pelosa
Glechoma hirsuta
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Sottofamiglia Nepetoideae
Tribù Mentheae
Sottotribù Nepetinae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Tribù Mentheae
Genere Glechoma
Specie G. hirsuta
Nomenclatura binomiale
Glechoma hirsuta
Waldst. & Kit., 1804
Nomi comuni

Edera terrestre irsuta

L'ellera terrestre pelosa (nome scientifico Glechoma hirsuta Waldst. & Kit., 1804) è una piccola pianta perenne erbacea dai delicati fiori labiati appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.[1]

Etimologia

Il nome generico (Glechoma), che si trova per la prima volta negli scritti di Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, può essere tradotto dal greco (glechon) con “puleggio” col quale normalmente si indica una varietà di menta, forse il "penny-royal", Mentha pulegium.[2][3] L'epiteto specifico (hirsuta) significa "coperta da lunghi peli" e fa riferimento al suo particolare indumento.[4][5]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal militare austriaco, esploratore e naturalista, Franz de Paula Adam von Waldstein (1759 - 1823) contemporaneamente al botanico e chimico ungherese Pál Kitaibel (1757 – 1817) nella pubblicazione "Descriptiones et Icones Plantarum Rariorum Hungariae - 2: 124, t. 119. (1803-1805)" del 1804.[6]

Descrizione

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

L'altezza di queste piante varia da 10 a 50 cm (massimo 100 cm). La forma biologica è emicriptofita reptante (H rept), ossia sono piante erbacee e perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve. Mostrano inoltre un accrescimento aderente al suolo con carattere strisciante. Le piante sono poco odorose e densamente pelose.[7][8][9][10][11][12]

Radici

Le radici sono del tipo stolonifero e secondarie da rizoma.

Fusto

I fusti sono a sezione quadrangolare (a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici) e più o meno pubescenti; sono striscianti e radicanti ai nodi dai quali possono spuntare o dei rametti eretti e fertili con dei fiori, oppure altri fusti con portamento strisciante dai quali l'anno seguente possono generarsi altri rami fertili (con fiori): in definitiva delle nuove piante.

Foglie

La disposizione delle foglie lungo il fusto è opposta e sono picciolate e senza stipole. Il bordo è dentato e la lamina è reniforme, cordata o cuoriforme. Le foglie superiori sono progressivamente sessili. Il colore è verde e tutta la pagina superiore è ricoperta di piccole venature che le danno una fisionomia rugosa ed è pubescente. La consistenza delle foglie è molle. Lunghezza del picciolo delle foglie basali: 5 – 4 cm. Dimensione della lamina: larghezza 20 – 35 mm; lunghezza 18 – 30 mm.

Infiorescenza

L'infiorescenza è formata da verticillastri ascellari di 2 – 3 fiori. I fiori sono disposti più o meno unilateralmente. Insieme ai fiori sono presenti delle foglie normali e non delle brattee – possono invece essere presenti delle bratteole (queste ultime sono molto più piccole delle brattee - lunghe 1 mm - e generalmente sono uniche alla base di ogni fiore[9]). Il peduncolo è circondato da un anello di peli bianchi patenti. Lunghezza del peduncolo: 1 – 2 mm. Dimensione delle bratteole: 1 – 1,5 mm.

Fiore

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). Lunghezza dei fiori: 20 – 30 mm.

X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), supero, 4 nucule[8][10]

Frutti

Il frutto è un tetrachenio (composto da quattro nucule) racchiuso nel calice persistente. I semi sono sprovvisti di endosperma.

Riproduzione

Distribuzione e habitat

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[16])

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino Glechoma hirsuta appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

  • Formazione: delle comunità forestali
  • Classe: Carpino-Fagetea
  • Ordine: Fraxinetalia

Tassonomia

La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie[10], ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie: il genere Glechoma è descritto nella tribù Mentheae (sottotribù Nepetinae) appartenente alla sottofamiglia Nepetoideae.[7][18] Nelle classificazioni più vecchie la famiglia Lamiaceae viene chiamata Labiatae.

Nelle vecchie trattazioni botaniche la pianta di questa voce è inserita all'interno del genere Nepeta L.[12], chiamato comunemente "gattaia". In effetti le differenze tra le specie dei due generi (Glechoma e Nepeta) sono minime: il lobo mediano del labbro inferiore della corolla delle “Nepeta” è concavo, inoltre le foglie (sempre delle Nepeta) poste all'ascella dei fiori sono trasformate in brattee.

Il numero cromosomico di G. hirsuta è: 2n = 36.[19]

Variabilità e specie simili

Le due specie presenti nella flora spontanea italiana sul continente (G. hederacea e G. hirsuta) non sempre dai vari Autori sono presentate come due specie distinte.[16] Nel caso di pubescenza scarsa la specie G. hirsuta può facilmente essere confusa con la specie G. hederacea. In realtà una caratteristica abbastanza significativa di disambiguazione sono i denti del calice (molto allungati nella prima specie). In Italia (Sardegna) è presente anche la specie Glechoma sardoa Bég. - Ellera terrestre di Sardegna: si distingue per i denti del calice (alla base sono larghi fino a 2 mm) e per la scarsa pelosità in generale della pianta.

Ibridi

Questa pianta può ibridarsi con la specie Glechoma hederacea in quanto spesso le due specie crescono in zone comuni. Con la specie G. hederaceae la pianta di questa voce forma il seguente ibrido interspecifico:

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

Altre notizie

L'edera terrestre irsuta in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

Note

  1. ^ a b Glechoma hirsuta, su The Plant List. URL consultato il 26 aprile 2017.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 179.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 aprile 2017.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 201.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 aprile 2017.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 aprile 2017.
  7. ^ a b Kadereit 2004, pag. 252.
  8. ^ a b c Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 7 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  9. ^ a b Pignatti, vol. 2 – pag. 472.
  10. ^ a b c Judd, pag. 504.
  11. ^ Strasburger, pag. 850.
  12. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 78.
  13. ^ Musmarra 1996.
  14. ^ Pignatti, vol. 2 – pag. 437.
  15. ^ Conti et al. 2005, pag. 101.
  16. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 134.
  17. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 aprile 2017.
  18. ^ Olmstead 2012.
  19. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 26 aprile 2017.
  20. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 aprile 2017.
  21. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-90179. URL consultato il 19 aprile 2017.

Bibliografia

  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 26 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica – Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960.

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