Ghiacciaio dei Forni
Il ghiacciaio come si presentava nel 2016
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Sondrio
CatenaAlpi
Coordinate46°23′53.52″N 10°35′17.16″E
Tipovallivo
ValleValfurva - Valtellina
Corso d'acqua alimentatoForni-Frodolfo-Adda
Altitudine2,600−3,670 m s.l.m.
Superficie10,83[1] km²
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Alpi
Ghiacciaio dei Forni
Dati SOIUSA
GruppoOrtles Cevedale

Il ghiacciaio dei Forni è il secondo ghiacciaio delle Alpi italiane per estensione dopo quello dell'Adamello; si trova nel gruppo Ortles-Cevedale in Alta Valtellina all'interno del settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio. Fino al 1995, prima cioè che il ghiacciaio dell'Adamello venisse riclassificato in un unico corpo glaciale, era il più grande ghiacciaio vallivo italiano e l'unico di tipo himalayano, originato da tre bacini collettori con tre lingue glaciali distinte, confluenti a quota 3000 m in un'unica lingua di ablazione che nel XIX secolo si spingeva nel fondovalle fino a quote prossime ai 2000 m.

Descrizione

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La conca del ghiacciaio nel 2005. A sinistra c'è la punta Taviela e al centro la punta Cadini.

Le principali vette della zona dove insiste il ghiacciaio dei Forni sono anche chiamate le tredici cime e la loro ascensione concatenata, che richiede generalmente da due a più giorni di percorrenza, costituisce un noto richiamo per alpinisti allenati. Le principali cime da concatenare sono: monte Cevedale, monte Rosole, Palon de la Mare, monte Vioz, punta Taviela, cime di Peio, rocca Santa Caterina, punta Cadini, monte Giumella, monte San Matteo, punta Dosegù, punta Pedranzini e pizzo Tresero.

Per la geologia del sito sono predominanti le rocce metamorfiche: micascisti ricchi in quarzo, muscovite, clorite e albite (formazione delle filladi di Bormio)[2].

Caratteristiche

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Il ghiacciaio attualmente si estende per poco meno di 11 km². Negli ultimi 150 anni la superficie glaciale si è ridotta intensamente, circa del 36%,[3][4] e la lingua è arretrata di circa 2 km[3]. Lo spessore del ghiacciaio si è ridotto sulla lingua di ben 70 m nel periodo 1929-1998[5]. Dal 2015 è separato in due apparati distinti a causa del distacco della lingua orientale[1].

Monitoraggio

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La quantificazione della riduzione glaciale è possibile grazie al fatto che il ghiacciaio dei Forni è uno dei ghiacciai italiani monitorati da più lungo tempo (da fine '800) a cura dei volontari del Comitato glaciologico italiano, l'ente che da oltre 100 anni rileva le variazioni di lunghezza e superficie dei principali ghiacciai italiani.

I dati glaciologici raccolti sui Forni e su altri ghiacciai campione studiati in Italia vengono poi divulgati a livello internazionale tramite il World Glacier Monitoring Service (WGMS)[6] di Zurigo, l'ente internazionale che raccoglie e divulga i dati di variazione glaciale di tutti i ghiacciai del Pianeta monitorati.

Il ghiacciaio dei Forni è stato studiato anche nell'ambito del progetto Share Stelvio, conclusosi nel 2013[7], programma di monitoraggio ambientale gestito da EvK2CNR e FLA (Fondazione Lombardia per l'ambiente) finalizzato a rilevare e quantificare gli impatti del cambiamento climatico in una vasta area protetta italiana. Nell'ambito del progetto vengono monitorati criosfera, idrosfera e atmosfera nell'area del Parco per rilevarne le variazioni e le mutue relazioni.

È inoltre molto importante ricordare che su questo ghiacciaio dal 2005 è attiva la prima stazione meteorologica permanente supraglaciale italiana (Automatic Weather Station o AWS) installata dall'Università degli Studi di Milano e dal Comitato EvK2CNR e inserita nel network di monitoraggio ambientale SHARE (Stations at High Altitude for Research on the Environment) e nel progetto CEOP GEWEX[8][9]. I dati della stazione, rilevati a cadenza oraria, hanno permesso di quantificare il bilancio energetico e di massa del ghiacciaio negli ultimi anni[10][11][12].

Panoramica del SIC "Valle e Ghiacciaio dei Forni - Val Cedec - Gran Zebrù - Cevedale"

Protezione

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Il ghiacciaio dei Forni, per le sue caratteristiche morfologiche e dimensionali, per l'impatto estetico sulla valle che lo ospita, per le vicende storiche che qui si sono svolte e delle quali si conserva traccia alla superficie del ghiacciaio e per la lunga serie di studi che qui sono stati condotti, è inserito nella lista dei geositi della provincia di Sondrio[13].

L'area glaciale è inoltre compresa in un sito di interesse comunitario denominato Valle e Ghiacciaio dei Forni - Val Cedec - Gran Zebrù - Cevedale. Il sito è gestito dal Parco nazionale dello Stelvio.

Galleria d'immagini

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Note

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  1. ^ a b (EN) Recent structural evolution of Forni Glacier tongue (Ortles-Cevedale Group, Central Italian Alps), su Journal of Maps. URL consultato il 24-05-2019.
  2. ^ Pozzi, 1969.
  3. ^ a b Diolaiuti & Smiraglia 2010.
  4. ^ Garavaglia et al., 2012.
  5. ^ Merli et al., 2001.
  6. ^ world glacier monitoring service
  7. ^ Share Stelvio, su ise.cnr.it. URL consultato il 14 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2017).
  8. ^ Citterio et al., 2007.
  9. ^ Diolaiuti et al., 2009.
  10. ^ Senese et al., 2010.
  11. ^ Senese et al., 2012a.
  12. ^ Senese et al., 2012b.
  13. ^ Regione Lombardia, 2009.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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