Cloruro di cetilpiridinio | |
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Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C21H38NCl |
Massa molecolare (u) | 339.99 |
Aspetto | solido |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 204-593-9 |
PubChem | 31239 |
SMILES | CCCCCCCCCCCCCCCC[N+]1=CC=CC=C1.[Cl-] |
Proprietà chimico-fisiche | |
Temperatura di fusione | 77 °C 350 K 171 °F |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
Il cloruro di cetilpiridinio è un composto chimico di formula C21H38NCl.
Nella sua forma pura è un solido a temperatura ambiente. Ha un punto di fusione di 77 °C quando anidro o 80–83 °C come monoidrato. È solubile in acqua ma insolubile in acetone, acido acetico o etanolo. Ha un odore simile alla piridina. È combustibile. Le sue soluzioni concentrate sono distruttive per le mucose. La sua concentrazione micellare critica (CMC) è ~ 0,0009-0,0011 M[1] ed è fortemente dipendente dalla concentrazione salina della soluzione.
Alcuni prodotti analoghi sono invece costituiti con il sale di bromo, il bromuro di cetilpiridinio, le cui proprietà sono praticamente identiche.
Può essere contenuto nel dentifricio o nel collutorio; è stato infatti dimostrato che possiede proprietà antisettiche ed aiuta ad eliminare la placca batterica e a ridurre il rischio di gengivite.[2]
Il cloruro di cetilpiridinio è noto per causare la colorazione dei denti in circa il 3% degli utenti.[3] Crest ha notato che questa colorazione è in realtà un'indicazione che il prodotto funziona come previsto, poiché le macchie sono il risultato della morte dei batteri sui denti.[4] Crest ha dichiarato che a causa della bassa incidenza di colorazione, non è stato necessario etichettare il collutorio Pro-Health come un potenziale coloratore dei denti.[5] Tuttavia, dopo numerose denunce[6] e un'azione legale,[7] che è stata successivamente respinta,[8] il collutorio ora contiene un'etichetta che avverte i consumatori della possibilità che esso possa macchiare i denti,[9]
L'LD50 del cloruro di cetilpiridinio è 30 mg/kg nei ratti e 36 mg/kg nei conigli quando la sostanza chimica è somministrata per via endovenosa, ma 200 mg/kg nei ratti, 400 mg/kg nei conigli e 108 mg/kg nei topi per via orale.[10]