Cattedrale metropolitana di Santa Maria della Sede di Siviglia Catedral Metropolitana de Santa María de la Sede de Sevilla | |
---|---|
Esterno | |
Stato | Spagna |
Comunità autonoma | Andalusia |
Località | Siviglia |
Coordinate | 37°23′09″N 5°59′35″W |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Maria |
Arcidiocesi | Siviglia |
Consacrazione | 1507 |
Stile architettonico | gotico, barocco, neogotico |
Inizio costruzione | 1401 |
Completamento | 1928 |
Sito web | www.catedraldesevilla.es/ |
Bene protetto dall'UNESCO | |
---|---|
Cattedrale, Alcazar e Archivo de Indias a Siviglia | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (i) (ii) (iii) (iv) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 1987 |
Scheda UNESCO | (EN) Cathedral, Alcázar and Archivo de Indias in Seville (FR) Scheda |
La cattedrale di Santa Maria della Sede di Siviglia (in spagnolo Catedral de Santa María de la Sede de Sevilla) edificata sull'antica moschea degli Almohadi, è la più grande cattedrale della Spagna[1] e una delle più grandi chiese gotiche del mondo occidentale.
La costruzione iniziò nel 1401, sul terreno lasciato libero dalla demolizione della vecchia moschea Aljama di Siviglia.
La facciata, orientata verso ovest, ospita tre porte. Le due laterali, ornate da statue scolpite da Lorenzo Mercadante e Pedro Millán, sono del XV secolo. La rimanente porta è invece del 1885.[1]
Sul lato sud trova invece posto la porta detta de la Lonja, realizzata anch'essa nel XIX secolo.[1]
Il lato est della chiesa ospita il retro dell'abside, struttura situata tra la puerta de las Campanillas e la puerta de los Palos. Entrambe le porte, realizzate in stile gotico, vennero dotate di statue realizzate tra il 1520 e il 1522 dal maestro Miguel.[1]
Sempre sul lato orientale si trova la Giralda (detta anche torre del Balistrieri) nonostante la sua autonomia, esercita la funzione di torre e campanile della cattedrale di Siviglia. È un patrimonio dell'umanità dal 1987. La sua base si trova a 7,12 metri sul livello del mare, ha 13,61 metri di lato ed un'altezza di 104,06 metri. Venne costruita basandosi sull'aspetto del minareto della moschea Kutubia di Marrakech (Marocco), anche se la chiusura superiore e la torre campanaria sono in linea con il Rinascimento europeo.
Passando dalla Cattedrale si può salire in cima alla Giralda fino a 70 metri di altezza e dominare tutta la città di Siviglia.
Una particolarità della torre sono le scale che non esistono, si sale tramite 34 rampe circolari, sistema molto più comodo dei gradini e che un tempo consentiva ai Muezzin di arrivare in cima in sella al loro cavallo.
Sul lato settentrionale, il fianco della chiesa è preceduto dal Patio de los Naranjos, un patio rettangolare che funge da chiostro della cattedrale. È noto anche col nome di Corral de los Naranjos
Secondo le usanze del tempo, le facciate esterne del patio disegnano un rettangolo di 43,32 (N/S) per 81,36 metri (E/O). In questo modo i lati stretti vennero riempiti da sette archi gemelli, mentre quelli larghi ne contenevano tredici, divisi in due file da sei e da un grande arco centrale. Quest'ultimo rappresentava l'entrata principale del patio, ed è quella che oggi si chiama Puerta del Perdón, portale che ospita decorazioni plateresche ad opera di Bartolomé López (1522) e statue e bassorilievi del maestro Miguel (1519-1520)[1].
I lavori del patio iniziarono nel 1172, e durarono per 24 anni. Quando i cristiani conquistarono Isbilya nel 1248 lo trasformarono in cimitero. Fino al 1432 il patio ospitò una fiera annuale.
Attualmente il Patio de los Naranjos rappresenta una delle parti più importanti della cattedrale, completamente integrato in essa. Attraverso i secoli ha subito varie modifiche.
La cattedrale è composta da cinque navate, distribuite in puro stile gotico con absidi ed un deambulatorio, formando una pianta a perfetto rettangolo (di 116 x 76 m[1]) che la rende uguale millimetricamente a quella di Alhama, di cui eredita anche la disposizione delle porte. Il transetto e la navata centrale sono alti 36.3 m, mentre l'altezza delle navate laterali misura 25.7 m.[1] In totale, le navate ospitano 45 cappelle[1].
Il pavimento, realizzato in diaspro, è della fine del XVIII secolo.[1] Riguardo ai muri, è necessario dire che sono molto sottili. La luce naturale è scarsa, dal momento che le finestre sono piccole e composte da ottime vetrate.
La navata centrale unisce due imponenti costruzioni: il coro, fiancheggiato da grandi organi risalenti al XVIII secolo,[1] e la Cappella Maggiore che ospita l'altare maggiore.
Tra il coro e la Cappella Maggiore si trovano tre sezioni: la navata di re Ferdinando III, la crociera (le cui volte sono le più alte del complesso)[2] ed il retro-coro. Queste tre aree corrispondono alle tre classi sociali medievali: la cattedrale reale o pantheon dei re, la cattedrale ecclesiastica o parte riservata all'arcivescovo e la cattedrale popolare, situata ad ovest.
Una cancellata del XVIII secolo introduce alla Cappella Reale, collocata in testa alla cattedrale. In questa cappella si trovano il pantheon di re Fernando e della consorte Beatrice di Svevia,[3] nonché del loro figlio Alfonso,[3] oltre alle tombe di altri membri della famiglia reale. Si può vedere anche l'immagine in stile gotico di Santa Maria dei Re (Virgen de los Reyes[3]), simbolo dell'arcidiocesi di Siviglia.
Ai lati dell'ingresso alla Cappella Reale trovano posto due cappelle: la Capilla de San Pedro (a sinistra) e la Capilla de la Concepción Grande (a destra). Entrambe le cappelle ospitano dipinti di Francisco de Zurbarán.[3]
A destra della Capilla de San Pedro, tenendo la puerta de las Campanillas alla propria sinistra ci si trova di fronte al lato destro della chiesa. La prima cappella di questo lato, detta del Mariscal, ospita una Purificazione datata 1555, polittico eseguito da Peeter de Kempeneer[3].
Un accesso aperto nella parete posteriore della Cappella del Marsical conduce a un'anticamera di epoca rinascimentale, dove sono esposti alcuni antifonari dotati di miniature. Di qui si accede alla sala capitolare, progettata da Diego de Riaño. Le decorazioni in rilievo che ornano la sala vennero realizzate da artisti locali nel corso del Cinquecento. La parte inferiore della sala ospita il dipinto di San Fernando, opera di Francisco Pacheco del Rio. Nella parte superiore trova invece posto un'Immacolata realizzata dal pittore Bartolomé Esteban Murillo.[3]
Chiusa da una enorme cancellata di Sancho Muñoz (1533), la Cappella Maggiore conserva il più grande retablo del mondo (20 x 18 m[4]), capolavoro tardo gotico dell'artista fiammingo Pyeter Duncart.[1] Disegnato nel 1482 fu completato nel 1564.[4] Nei 36 scomparti sono narrate scene dell'Antico Testamento e della vite di Cristo,[4] della Madonna[1] e di alcuni santi[4] originari di Siviglia[1].
In occasione del Corpus Domini, ai piedi dell'altare maggiore viene temporaneamente collocato un altare in argento (detto altar de Plata).[1] Quest'ultimo, unitamente a un tappeto di epoca rinascimentale (lungo 7.7 m e largo 4.7),[1] funge da scenografia per la cosiddetta Danza de los Seies, un ballo eseguito da una decina di giovani in antichi costumi[5]. Durante il ballo, i danzatori suonano le nacchere e intonano un canto risalente agli inizi del XVI secolo[5].
Il coro è racchiuso in una struttura in diaspro, realizzata nel 1531 in stile rinascimentale e adornata da sculture in rilievo eseguite da Juan Martínez Montañés nel 1628. All'esterno della struttura trova inoltre posto una Madonna databile agli inizi del XV secolo, opera di artista senese. Gli spazi interni del coro sono delimitati da una cancellata in stile plateresco, realizzata agli inizi del XVI secolo. Al 1478 risalgono invece i 117 stalli del coro, raffiguranti altrettante scene bibliche, realizzati in stile tardogotico da Nufro Sánchez. Il badalone, opera di Bartolomé Morel, è del 1565.[1]
L'organo a canne della cattedrale di Siviglia è stato costruito nel 1996 dall'organaro tedesco Gerhard Grenzing.
Lo strumento è a trasmissione elettrica con consolle mobile indipendente avente quattro tastiere di 58 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale. L'organo, frutto della ricostruzione di uno strumento precedente, costruito nel 1901 da Aquelino Amezua, è ospitato entro due casse prospettiche, poste su cantorie ai lati del presbiterio; queste, in stile barocco, sono riccamente decorate con statue e sculture.
Di seguito, la sua disposizione fonica:
|
|
|
|
|
Nella testata del transetto sul lato nord della chiesa trovano posto una Nuestra Señora de Belén (realizzata nel 1691 da Alonso Cano) e un'Assunta (attribuita a Carlo Maratta).[3]
Alla testata sul lato opposto riposano i supposti resti mortali di Cristoforo Colombo, composti in un feretro di bronzo del 1891,[1] portato da quattro araldi che rappresentano le quattro corone di Spagna (León, Castiglia, Navarra, Aragona).
Alle spalle del monumento funebre, la parete destra della chiesa ospita due griglie Cinquecentesche, dietro alle quali si celano altrettanti altari.[1] La griglia di sinistra introduce all'altare detto de la Piedad, il quale ospita un dossale eseguito nel 1527 da Pedro Fernández de Guadalupe.[3] Nel 1548, la parete immediatamente a sinistra di questo altare fu dotata di un gigantesco San Cristoforo affrescato.[3] Dietro alla griglia di destra si trova invece l'Altar de la Gamba, il cui nome deriva da un particolare di un dipinto che funge da ancona;[1] il quadro, realizzato da Luís de Várgas nel 1561, mette infatti in risalto un arto inferiore di Adamo, rappresentato assieme alla consorte Eva in posizione di adorazione nei confronti della Madonna[3].
Sulla destra della Capilla Mayor, la navata più meridionale ospita la Cappella di Sant'Andrea, contraddistinta dalla presenza della scultura lignea policroma di Juan Martínez Montañés[3] chiamata il Cristo de la Clemencia o Cristo de los Cálices. Si tratta di una scultura barocca del 1603,[3] che è stata un modello per la realizzazione di questo soggetto per tutto il secolo XVII.
A destra della Cappella di Sant'Andrea si trova all'ingresso della Sagrestia dei Calici, la quale conserve una collezione di quadri di autori spagnoli e italiani. Nello specifico:[3]
La Sagrestia dei calici ospita anche lo Sposalizio della Vergine, dipinto realizzato nel 1657 da Valdés Leal[6], opera che un tempo si trovava nella cappella di San José[3].
Introdotta da una cappella che ospita due dipinti di Luca Giordano e due tombe del Trecento, la Sagrestia Maggiore venne realizzata nel 1535 in stile plateresco da Diego de Siloé.[3]
Le pareti della Sagrestia ospitano un Crocefisso di Alonso Cano, oltre a tele di Murillo, Rogier van der Weyden, Jan van Eyck e Luis de Morales.[3]
Tra gli oggetti liturgici conservati nella Sagrestia, spiccano un gigantesco candelabro bronzeo del 1562 (alto quasi 8 metri e progettato da Bartolomè Morel) e un mastodontico ostentorio Cinquecentesco in argento realizzato tra il 1580 e il 1587 (alto più di 3 metri, pesante 3 quintali e realizzato da Juan de Arfe).[3]
Sull'altare della Sagrestia trovano posta una Deposizione, dipinta da Peeter de Kempeneer nel 1568, e una Santa Teresa di Francisco de Zurbarán.[3]
Introdotta da una cancellata del 1568,[1] la Cappella della Vergine di Antigua si trova lungo la navata più settentrionale della Cattedrale, in faccia al lato destro del coro.
La cappella deve il proprio nome[7] alla presenza di un'effigie mariana del XIV secolo,[1] collocata al centro di un retablo realizzato nel 1734 da Duque Cornejo[1]. Alla statua era legata una particolare devozione da parte dei naviganti in partenza per le Americhe, rappresentate da alcune bandiere nazionali collocate nella cappella (1929)[7]. A Cornejo si deve anche il sarcofago dell'arcivescovo Luis de Salcedo y Azcona (1741), mentre quello del cardinal Diego Hurtado de Mendoza fu eseguito da Domenico Fancelli (1509).[1]
Procedendo in direzione della controfacciata a partire dalla Cappella della Vergine di Antigua, nella navata più meridionale della Cattedrale si incontrano le seguenti cappelle.
Ai lati del portale d'ingresso principale della chiesa si trovano due altari. Quello a destra del portale conserva un'Adorazione dei pastori, dipinto di Luís de Várgas datato 1555. L'altare di sinistra ospita invece un Angelo Custode dipinto da Murillo.[3]
Nella navata sinistra della chiesa, la cappella più prossima alla controfacciata è dedicata a Sant'Antonio da Padova. Questa cappella ospita il dipinto Visione di sant'Antonio da Padova, opera di Bartolomé Esteban Murillo.[3] Allo stesso autore si deve anche la rappresentazione pittorica del Battesimo di Cristo,[3] opera che assieme alla presenza del fonte battesimale ben identifica la funzione esercitata da questa cappella.
Jacob Jordaens è invece l'autore delle raffigurazioni della Nascita di Gesù e della Circoncisione del Bambino, opere realizzate nel 1669.[3]
Nella stessa cappella si conservano inoltre dipinti di Juan de Roelas e di Juan de Valdés Leal.[3]
Procedendo dalla Cappella di Sant'Antonio da Padova in direzione opposta rispetto alla controfacciata, nella navata più settentrionale della Cattedrale si incontrano le seguenti cappelle.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 136583210 · ISNI (EN) 0000 0001 0664 2061 · LCCN (EN) n80005067 · GND (DE) 4416448-8 · BNE (ES) XX112087 (data) · BNF (FR) cb12326715s (data) · J9U (EN, HE) 987007259434505171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80005067 |
---|