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Avena altissima
Arrhenatherum elatius
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùAveneae
SottotribùAveninae
GenereArrhenatherum
SpecieA. elatius
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùAveneae
SottotribùAveninae
GenereArrhenatherum
SpecieA. elatius
Nomenclatura binomiale
Arrhenatherum elatius
(L.) P.Beauv. ex J.Presl & C.Presl, 1819

L'avena altissima (nome scientifico Arrhenatherum elatius (L.) P.Beauv. ex J.Presl & C.Presl, 1819 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]

Etimologia

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Il nome generico (Arrhenatherum) deriva da due parole greche "arrhen" (= maschio) e "ather" (= setola, resta) e si riferisce al fiore maschile (della spighetta) terminante in una resta.[2][3] L'epiteto specifico (elatius) indica un culmo molto alto.[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito inizialmente da Linneo e Ambroise Marie François Joseph Palisot de Beauvois e perfezionato in seguito dai botanici cechi Jan Svatopluk Presl e Karel Presl nella pubblicazione Flora Čechica (Fl. Cech. 17)[5] del 1819.[1]

Descrizione

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Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori
Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 50 - 150 cm. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, bienni o perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo. Tutta la pianta è glabra o quasi; inoltre in queste piante non sono presenti i micropeli.[6][7][8][9][10][11][12][13]

Radici

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Le radici sono fascicolate.

Fusto

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Foglie

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Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglie, le papille.

Infiorescenza

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Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, di tipo racemoso terminale (un racemo per infiorescenza), hanno la forma di una ampia e ricca pannocchia piramidale formata da diverse spighette biflore più o meno erette. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[14]), anche se le successive ramificazioni la fanno apparire a spirale. Il rachide è flessibile con margini pubescenti. Il colore è verdastro o violaceo. Lunghezza della spiga: 10 – 25 cm.

Spighetta

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Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente con forme da ellittiche a oblunghe, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da due fiori. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione in genere avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore. I fiori inferiori sono maschili; quelli superiori sono ermafroditi. Lunghezza delle spighette: 8 – 10 mm.

Fiore

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I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.

Frutti

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I frutti sono delle cariossidi, ossia piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. A volte l'endosperma è liquido.

Riproduzione

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Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[15]

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[16] – Distribuzione alpina[17])

Fitosociologia

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Areale alpino

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Dal punto di vista fitosociologico alpino la presente specie appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]

  • Formazione: comunità delle macro- e megaforbie terrestri
  • Classe: Molinio-Arrhenatheretea Tüxen, 1937
  • Ordine: Arrhenatheretalia elatioris Tüxen, 1931
  • Alleanza: Arrhenatherion elatioris Koch, 1926

Areale italiano

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Per l'areale completo italiano la specie in oggetto appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]

  • Macrotipologia: vegetazione delle praterie.
  • Classe: Molinio-Arrhenatheretea Tüxen, 1937
  • Ordine: Arrhenatheretalia elatioris Tüxen, 1931
  • Alleanza: Arrhenatherion elatioris Koch, 1926

Descrizione: l'alleanza Arrhenatherion elatioris fa riferimento a prati regolarmente falciati, almeno due volte l'anno (il loro abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di incespugliamento), e concimati in modo non intensivo, su suoli relativamente profondi. Si tratta di comunità floristicamente ricche che sono distribuite dal fondovalle (alta pianura) ai 1000 m (1500 m sui pendii soleggiati). L'alleanza Arrhenatherion elatioris è distribuita in Italia settentrionale, nell'Europa centrale atlantica e nelle aree alpine e caucasiche.[19]

Altre alleanze per questa specie sono:[18]

Biologia

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Le cellule epidermiche della punta delle radici di questa pianta producono saponine triterpeniche (avenacine). L'avenacina è resistente all'agente patogeno fungino Gaeumannomyces graminis var. tritici.[20]

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Arrhenatherum è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con 7 specie distribuite nelle regioni temperate del Mediterraneo e Europa.[6][7]

Il basionimo per questa specie è: Avena elatior L, 1753.[17]

Filogenesi

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La sottotribù Aveninae (contenente il genere della specie di questa voce) è descritta all'interno della tribù Aveneae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. All'interno della tribù, la sottotribù Aveninae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1"[21] o anche "Plastid Group 1 (Aveneae-type)"[22]).

All'interno delle Aveninae si individuano due subcladi. Arrhenatherum si trova nel primo clade insieme ai generi Avena e Helictotrichon.[23] La posizione del genere Arrhenatherum è controversa in quanto alcuni botanici sostengono che è un segregato del genere Helictotrichon; altri lo risolvono come monofiletico.[24]

Le seguenti sono sinapomorfie relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[6]

Per il genere Arrhenatherum è stata individuata la seguente sinapomorfia: l'ilo si presenta lungamente lineare.

Il numero cromosomico di A. elatius è: 2n = 14, 28 e 42.[6][25]

Sottospecie

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Per questa specie sono riconosciute valide le seguenti sottospecie:[8][11]

subsp. bulbosum

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subsp. elatius

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subsp. sardoum

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Altre sottospecie

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Nell'areale europeo e mediterraneo sono presenti altre due sottospecie (non riconosciute da alcune checklist):[26]

Sinonimi

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Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[11]

Sinonimi della subsp. elatius

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Sinonimi della subsp. bulbosum

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Sinonimi della subsp. sardoum

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Uso

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È una pianta foraggera di produttività media.

Note

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  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 5 luglio 2020.
  2. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 33.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 97.
  4. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 101.
  5. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 5 luglio 2020.
  6. ^ a b c d Kellogg 2015, pag. 231.
  7. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  8. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 552.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 6 luglio 2020.
  12. ^ Motta 1960, vol.1 pag.191.
  13. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 6 luglio 2020.
  14. ^ Kellogg 2015, pag. 28.
  15. ^ Kellogg 2015, pag. 73.
  16. ^ Conti et al. 2005, pag. 56.
  17. ^ a b c d e f Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 950.
  18. ^ a b Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 20 novembre 2019.
  19. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 56.2.1 ALL. ARRHENATHERION ELATIORIS KOCH 1926. URL consultato il 20 novembre 2019.
  20. ^ Kellogg 2015, pag. 81.
  21. ^ PeerJ 2018, pag. 22.
  22. ^ Soreng et al. 2007, pag 440.
  23. ^ Saarela et al.2017.
  24. ^ Soreng et al. 2017, pag.284.
  25. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 6 luglio 2020.
  26. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 7 luglio 2020.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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