Ara Pacis
Civiltàciviltà romana
Stilearchitettura romana
EpocaI secolo a.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma
Amministrazione
PatrimonioCentro storico di Roma
EnteSovrintendenza capitolina ai beni culturali
ResponsabileMaria Vittoria Marini Clarelli
Visitabile
Mappa di localizzazione
Map

L'Ara Pacis Augustae (Altare della pace di Augusto) è un antico altare fatto costruire a Roma nel 9 a.C. dal senato, dedicato alla Pace[1] (in latino Pax, nell'accezione di divinità) inaugurato dall'imperatore Augusto.

Originariamente posto in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, il luogo era emblematico perché situato a un miglio romano (1.472 m) dal pomerium, limite della città dove il console, di ritorno da una spedizione militare, perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi).

Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze pervenuteci dell'arte augustea e intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana.

Storia

Mappa dell'Ara Pacis
(LA)

«Cum ex Hispania Galliaque, rebus in iis provincis prospere gestis, Romam redi Ti. Nerone P. Quintilio consulibus, ~ aram Pacis Augustae senatus proreditu meo consacrandam censuit ad campum Martium, in qua magistratus et sacerdotes et virgines Vestales anniversarium sacrificium facere decrevit.»

(IT)

«Quando tornai a Roma dalla Spagna e dalla Gallia [...] compiute felicemente le imprese in quelle provincie, il Senato decretò che per il mio ritorno si dovesse consacrare l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.»

Le origini

La processione scolpita a bassorilievo

Il 4 luglio del 13 a.C. il Senato decise di costruire un altare dedicato a tale raggiungimento in occasione del ritorno di Augusto da una spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale.

La dedica, cioè la cerimonia di consacrazione solenne, non ebbe però luogo fino al 30 gennaio del 9 a.C., data importante perché compleanno di Livia, moglie di Augusto.

Il monumento era collocato con un'entrata sull'antica via Flaminia e una verso il Campo Marzio.

Essendo stata edificata a poche centinaia di metri dal fiume Tevere (non dove sorge attualmente, ma dove si trova adesso Palazzo Fiano-Peretti-Almagià), l'Ara Pacis fu fin da subito, già nel II secolo d.C., soggetta a danni causati dall'acqua e dall'umidità, tanto che ben presto molte sue parti risultarono rotte o separate dal corpo principale; il livello del terreno nella zona si alzò notevolmente a causa dell'apporto di materiale da parte del vicino fiume, e l'ara dovette essere circondata da un muro di mattoni per proteggerla dall'assalto del limo e della sabbia, poiché ormai già sporgeva dal terreno solo a partire dai fregi figurati.

Il ritrovamento e il restauro

Frammento dell'Ara Pacis al Louvre
La teca originale del 1938, dopo la verniciatura di bianco degli anni '50 e il ripristino delle vetrate del 1970. In origine la teca era di finto porfido rosso.
Vista aerea del complesso di Piazza Augusto Imperatore, databile tra il 1941 e il 1969, con la teca originale di Morpurgo visibile in primo piano. Sono visibili i muri di 4,5 metri costruiti a inizio anni '40 in sostituzione delle transenne in legno installate all'inizio della guerra.

Venne quindi nominata una Commissione che studiasse sul Piano Regolatore e sul posto la possibilità di sistemazione dell'Ara. Nella seduta del 19 giugno 1944 l'architetto Marcello Piacentini riferì sulle conclusioni cui la Commissione era pervenuta: spostare il monumento verso l'Accademia di Belle Arti, onde permettere uno spazio di 6 metri intorno al monumento; costruire sul lato verso la chiesa di San Rocco un edificio destinato a museo che, verso il Lungotevere, doveva essere fronteggiato da un giardino; costruire un portico nella facciata verso il giardino. Fu deciso di affidare lo studio del nuovo progetto allo stesso architetto Morpurgo, già autore dell'attuale sistemazione.

Aspetto attuale del Museo dell'Ara Pacis

Descrizione

L'aspetto dell'Ara Pacis è stato ricostruito grazie alla testimonianza delle fonti, agli studi durante gli scavi e alle raffigurazioni su alcune monete romane.

L'Ara Pacis è costituita da un recinto quasi quadrato in marmo (11,65 x 10,62 x h 3,68 m), elevato su basso podio, nei lati minori del quale si aprivano due porte, larghe 3,60 metri; a quella anteriore si accede da una rampa di nove gradini; all'interno, sopra una gradinata, si erge l'altare vero e proprio. La superficie del recinto presenta una raffinata decorazione a rilievo, esterno e interno. Nelle scene la profondità dello spazio è ottenuta mediante differenti spessori delle figure.

Quattro pilastri (detti paraste) angolari corinzi, più altri quattro ai fianchi delle porte, sono decorati sull'esterno da motivi a candelabra e lisci all'interno. Essi sostengono l'architrave (interamente ricostruita, senza parti antiche) che, secondo le raffigurazioni monetarie, doveva essere coronata da acroteri laterali.

L'Ara Pacis è un monumento chiave nell'arte pubblica augustea, con motivi di origine diversa: l'arte greca classica (nei fregi delle processioni), l'arte ellenistica (nel fregio e nei pannelli), l'arte più strettamente "romana" (nel fregio dell'altare). L'aspetto era quindi eclettico e la realizzazione fu certamente opera di botteghe greche.

L'aspetto politico-propagandistico è notevole, come in molte opere dell'epoca, con i legami evidenti tra Augusto e la Pax, espressa come un rifiorire della terra sotto il dominio universale romano. Inoltre è esplicito il collegamento tra Enea, mitico progenitore della Gens Iulia, e Augusto stesso, secondo quella propaganda di continuità storica che voleva inquadrare la presa di potere dell'imperatore come un provvidenziale ricollegamento tra la storia di Roma e la storia del mondo allora conosciuto. Non a caso i Cesari Gaio e Lucio sono abbigliati come giovanetti troiani, così come è illuminante l'accostamento tra il trionfo di Roma e la Saturnia Tellus, l'età dell'oro.

Decorazioni esterne

L'esterno dell'altare è decorato da un fregio figurato in alto e da elaborati girali d'acanto in basso; i due ordini sono separati da una fascia a meandro; queste fasce decorate si interrompono quando incontrano i pilastri per poi proseguire sugli altri lati.

Nella parte bassa si ha un'ornamentazione naturalistica di girali d'acanto e, tra essi, piccoli animali (per esempio lucertole e serpenti). I girali si dipartono in maniera simmetrica da un unico cespo che si trova al centro di ogni pannello. Possiamo notare un'eleganza e una finezza d'esecuzione che riconducono all'arte alessandrina. La natura viene infatti vista come un bene perduto, secondo uno dei temi della poesia di quel tempo: basti pensare a Virgilio e Orazio.

La fascia figurata si divide in quattro pannelli sui lati delle aperture (due per lato) e un fregio continuo con processione-assemblea sui lati lunghi, che va letto unitariamente come un'unica scena.

Pannelli sul lato principale (orientato a ovest)

Il Lupercale
Sacrificio di Enea ai Penati

I due pannelli figurati del lato principale, dal quale si accedeva all'altare, rappresentano il Lupercale e il Sacrificio di Enea ai Penati.

Il Lupercale

Di questa scena (posta a sinistra) restano solo pochi frammenti, ma che comunque permettono di ricostruire la mitica fondazione di Roma: vi si riconosce il dio Marte armato, padre dei gemelli Romolo e Remo e divinità protettrice dell'Urbe, e il pastore Faustolo; essi assistono, presso il Ficus ruminalis, all'allattamento dei gemelli da parte della lupa, tra i resti di piante palustri che caratterizzano lo sfondo.

Il Sacrificio di Enea ai Penati

A destra si trova il Sacrificio di Enea ai Penati. Vi si riconosce Enea, in quanto figlio di Venere (ma alcuni sostengono Numa Pompilio), col figlio Ascanio o Augusto (ritenuto discendente di Venere) presso un altare rustico, assistiti da due giovani camilli. L'altare è avvolto da festoni e vi vengono sacrificati primizie e la scrofa bianca di Laurento. Il sacrificio è destinato ai Penati (protettori) di Lavinio, che presenziano alla scena affacciandosi da un tempietto sulla roccia, posto sullo sfondo in alto a sinistra. Enea ha il capo velato e veste un mantello che gli lascia scoperto parte del busto atletico. In mano reca lo sceptrum. Ascanio è dietro di lui (secondo alcuni potrebbe essere anche Acate) e ci è pervenuto solo nel frammento della mano destra appoggiata a una lancia e di una parte delle vesti, all'orientale.

Pannelli sul lato secondario est

La Saturnia Tellus
Personificazione di Roma

Sull'altro lato si trovano i rilievi della Personificazione di Roma, quasi completamente perduto, e della Saturnia tellus.

La Personificazione di Roma

Questo rilievo, pervenutoci in resti molto scarsi, permette di riconoscere sulla destra solo una personificazione di Roma in abito amazzonico seduta su una catasta d'armi.

La Saturnia tellus

Lo stesso argomento in dettaglio: Saturnia tellus (Ara Pacis).

Questo pannello è uno dei meglio conservati, pervenutoci praticamente integro. Si tratta di una complessa allegoria di una mitica terra dell'Età dell'oro. Il rilievo rappresenta una grande figura matronale seduta con in grembo due putti e alcune primizie. Ai lati si trovano due ninfe seminude, una seduta su un cigno in volo, simbolo dell'aria, e l'altra su un drago marino, simbolo del mare; questi due animali predominanti riecheggerebbero la serenità della pace, cioè terra marique: la pace in terra e in mare. Anche il paesaggio ha elementi allegorici: a sinistra è fluviale, con canne e un'oinochoe dal quale fluisce l'acqua, al centro è roccioso con fiori e animali (una giovenca accasciata e una pecora che pascola), mentre a destra è marino. L'interpretazione della scena non è univoca: la figura centrale potrebbe essere una Venere Genitrice o una personificazione dell'Italia, o forse ancora della Pax: forse queste interpretazioni erano fuse in un'ideologia ambivalente della Pax Romana dell'epoca di Augusto. D'altronde non è da escludere la presenza di Venere, che farebbe coppia col rilievo della personificazione di Roma, i cui culti saranno poi accoppiati.

Fregio della processione

Sui lati lunghi è raffigurata la processione per il voto dell'Ara, divisa in due parti: una ufficiale, coi sacerdoti, e l'altra semiufficiale con la famiglia di Augusto. La lettura va concepita unitariamente, con quattro sezioni: metà di quella ufficiale e metà di quella semiufficiale per lato, in maniera da facilitare la concezione unitaria del fregio. Ma se le due scene della processione ufficiale sono una il seguito dell'altra, le due scene della famiglia imperiale vanno considerate come una accanto all'altra.

Sebbene l'identificazione dei personaggi non sia indiscutibilmente certa, è ormai generalmente accettata. L'insieme rievoca le Panatenee del fregio continuo del Partenone di Atene. In ogni caso la scena non va interpretata come un reale corteo, così come potrebbe essere avvenuto nel 13 a.C., poiché Augusto sarebbe diventato pontefice massimo solo nel 12 a.C., né può essere la processione del 9 a.C., perché allora Agrippa era già morto mentre Tiberio e Druso erano impegnati nelle campagne militari in Illirico e in Germania. Si tratta quindi di una raffigurazione politica ideale, da mettere in relazione con le gravi incertezze di quegli anni legate alla successione, che troveranno una temporanea soluzione nel 6 a.C. con la crisi e l'esilio volontario di Tiberio.

Lato sud
Fregio del lato sud
Raffigurazione lacunosa dei lictores, del camillus e del lictor proximus
Raffigurazione lacunosa di Augusto, seguito dai quattro flamines maiores, dal flaminius lictor e da Agrippa
Inizio della processione della famiglia imperiale

La scena più importante e meglio conservata è sul fianco meridionale,[59] con personaggi della famiglia imperiale. La successione delle figure ricalca un preciso schema protocollare, legato alla successione al trono come era concepita da Augusto attorno al 10-9 a.C. Anche la divisione in primo e secondo piano delle figure (piani che diventano enfaticamente tre nella raffigurazione della famiglia di Augusto e Livia) non è casuale.

La processione ha inizio con la raffigurazione lacunosa di littori (secondo la tradizione dodici), un camillo che porta la cassetta sacra del collegio pontificale (l'acerra) e il lictor proximus, che cammina all'indietro: egli secondo la tradizione infatti non volge le spalle al magistrato e al sommo sacerdote.

Seguono quindi una serie di togati, a partire dall'imperatore Augusto col capo velato nella veste di pontefice massimo. Chiudono il corteo ufficiale, in primo piano, i quattro flamines maiores (dialis, martialis, quirinalis e iulialis). Il Flamen iulialis è quello dotato di una vera e propria fisionomia, questo perché era un vero parente di Augusto, Sesto Appuleio. L'ultimo personaggio religioso è il flaminius lictor, con il capo coperto e l'ascia sacra sulla spalla.

A questo punto, dopo un netto stacco, inizia la processione della famiglia imperiale, coi personaggi disposti secondo la linea dinastica all'epoca della costruzione dell'altare.

Per primo si trova Agrippa, morto nel 12 a.C., pure col capo coperto, posto di profilo; seguono il piccolo Gaio Cesare (nipote e figlio adottivo di Augusto), Giulia maggiore, figlia di Augusto, o Livia, sua moglie, prima di Tiberio, suo figlio; sconosciuto è il personaggio in secondo piano; la donna dopo di lui è Antonia minore, che tiene per mano il piccolo Germanico, figlio di lei e di Druso maggiore, il quale si trova subito dopo; il gruppo seguente è di Antonia maggiore e i suoi figli Gneo Domizio Enobarbo (futuro padre di Nerone) e Domizia, seguiti da suo marito Lucio Domizio Enobarbo; il personaggio che fa cenno di silenzio a questi bambini parrebbe non essere né MecenateOrazio, secondo alcune interpretazioni proposte, ma uno degli Appulei, forse Marco console nel 20 a.C., figlio di una sorellastra di Augusto e fratello del Flamen iulialis.

Lato nord
Fregio del lato nord
Processione della famiglia imperiale
Quindecemviri ed augures
I septemviri epulones

Il lato nord è peggio conservato e ha quasi tutte le teste dei personaggi rifatte nel XVI secolo. In cima prosegue la processione secondo l'ordo sacerdotum, con gli auguri, forse recanti dipinti o le insegne del loro potere, e i quindecemviri sacris faciundis, riconoscibili dal camillo con l'acerra dai simboli di Apollo; seguono i septemviri epulones, anch'essi identificabili dai simboli dell'acerra del secondo camillo.

Riparte poi, in parallelo con la processione del lato sud, la sfilata dei personaggi della casa imperiale, aperta da Lucio Cesare e da sua madre Giulia maggiore, figlia di Augusto (che quindi sarebbero alla stessa altezza di Agrippa, sull'altro lato); segue un fanciullo abbigliato come un camillo, forse il figlio di Iullo Antonio. A questo punto è la volta di Claudia Marcella maggiore col console Iullo Antonio, e la piccola Giulia minore; poi Claudia Marcella Minore, il figlio e il marito Sesto Appuleio, console nel 29 a.C., del quale i resti sono molto scarsi.

La successione al trono quindi era rigidamente raffigurata in due rami principali, corrispondenti ciascuno a un lato, e iniziava quindi da Giulia o da Agrippa, coi relativi figli, poi i figli di Livia (Tiberio e Druso), seguite dalle due Antonie e le due Marcelle.

Decorazioni interne

La decorazione interna

La superficie interna del monumento reca nel registro inferiore scanalature verticali simulanti una palizzata, riproduzione di quella provvisoria eretta alla constitutio dell'ara. Questo steccato, presente negli altari romani più antichi fin dal VII-VI secolo a.C., veniva ancora costruito per i templi augurali che precedevano il luogo sacro vero e proprio.

In quello superiore si trovano festoni sorretti da bucrani, cioè crani di buoi con ghirlande, con al centro, sopra le ghirlande, dei phialai. Anche questo motivo deriva dalla costruzione provvisoria lignea del 13 a.C. tra i due ordini corre una fascia a palmette e fiori di loto.

Ara Pacis

L'altare

L'altare è costituito da un podio di tre gradini su ciascun lato, sul quale poggia un basamento che presenta altri cinque gradini solo su un fronte, dove passava il sacerdote che celebrava il sacrificio sulla mensa, utilizzata per le offerte delle spoglie di animali e stretta tra due avancorpo laterali.

La mensa occupa tutto lo spazio interno del recinto dal quale è separata da uno stretto corridoio il cui pavimento è leggermente inclinato verso l'esterno. Le due sponde laterali presentano un pulvino di coronamento con girali vegetali e leoni alati.

L'altare è decorato con personaggi femminili sullo zoccolo, allegorie forse delle province dell'Impero, mentre nel fregio superiore che gira all'interno ed all'esterno della mensa vi è la raffigurazione del sacrificio che vi si celebrava annualmente, con le Vestali ed il pontefice massimo (all'interno), accompagnati (nel rilievo esterno) da camilli, sacerdoti vittimarii e dagli animali destinati ai suovetaurilia: di questo rilievo è ben conservata solo la fiancata sinistra.

Sull'altare le figure sono rappresentate ad altissimo rilievo, ben diverse da quelle dei piani sovrapposti nel recinto esterno. Tali contrapposizioni, ben illuminanti sulla bipolarità dell'arte romana, si ritrovano anche negli archi trionfali, nei pannelli con scene di diverso tipo (allegorico e allusivo contro scene tratte dalla realtà idealizzata).

Ricostruzioni virtuali

Metodo a proiettori

Il monumento è attualmente completamente bianco, ma pare che in origine fosse riccamente colorato; per ricostruirne l'aspetto, in via sperimentale il 22 novembre 2009 dalle 21:00 alle 24:00[60] il lato principale e quello secondario del monumento sono stati illuminati tramite proiettori digitali, sovrapponendo immagini a colori ai fregi reali, con una tecnologia applicata per la prima volta nella storia dell'archeologia su un monumento di età romana; vista l'efficacia del metodo per riproporre al pubblico l'antico aspetto dei monumenti, la tecnica è stata in seguito ampiamente riutilizzata, in modo permanente, presso vari siti archeologici:

In tutti i casi la realizzazione è stata possibile grazie al contributo di:

Metodo a visori 3D

Il 14 ottobre 2016 è stata avviata l'iniziativa "Ara com'era":[69] mediante l'utilizzo di visori per realtà virtuale Samsung GearVR, il visitatore può osservare l'Ara così com'era oltre 2000 anni fa. I sensori del visore VR (giroscopio, accelerometro, bussola) permettono infatti di ricreare sullo schermo del cellulare posto al suo interno immagini 3D che riproducono il monumento e i suoi dintorni, così com'erano 2000 anni fa, proprio come se l'utilizzatore si trovasse sul posto, ricreando di fatto un ambiente virtuale esplorabile a piacimento; l'esperienza di "realtà virtuale immersiva" permette ad esempio di "volare" virtualmente sul Campo Marzio così com'era nel 9 a.C., o di stare seduti accanto all'Ara e vedere personaggi dell'antica Roma muoversi intorno ad essa e intorno allo spettatore, con la possibilità di guardare tutto intorno a sé a 360°; durante l'esperienza VR è anche possibile osservare l'Ara "in diretta" così com'è oggi attraverso la telecamera del visore, ma al tempo stesso alle immagini reali vengono sovrapposte immagini ricreate dal software, che ricostruiscono le parti mancanti del monumento e la sua colorazione originale (tecnica della "Realtà Aumentata"). Al momento della stesura di queste note (maggio 2017) era possibile osservare solo una sezione alla volta del monumento in Realtà aumentata (posizionandosi in 8 diversi punti di vista), ma tecnicamente, quando l'hardware del visore diventasse sufficientemente potente, sarebbe possibile sovrapporre immagini di realtà aumentata all'intero monumento; invece, l'esperienza di "realtà virtuale immersiva", che utilizza soltanto immagini artificiali e non fa uso della telecamera, ricostruisce l'intero monumento e l'ambiente circostante, ma può essere fruito solo in "modalità statica", stando cioè seduti senza possibilità di muoversi intorno al monumento. Nota tecnica: nelle sessioni di realtà aumentata il monumento è visibile solo in 2D in quanto il cellulare del visore VR è dotato di una sola telecamera; nelle sessioni di realtà virtuale immersiva, invece, essendo le immagini interamente generate dal computer, la visione è in 3D in quanto viene generata un'immagine diversa per ogni occhio.

Museo dell'Ara Pacis

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo dell'Ara Pacis.

Note

  1. ^ Res Gestae Divi Augusti, 12.
  2. ^ http://www.romanoimpero.com, su romanoimpero.com.
  3. ^ Museo dell'Ara Pacis - Il ritrovamento, su arapacis.it.
  4. ^ Sito di un teatro, in seguito trasformato in un cinema. Inizialmente noto come Palazzo Peretti, nell'800 divenne di proprietà dei duchi Ottoboni di Fiano, prendendo così il nome di "Palazzo Fiano"; nel 1898 divenne proprietà del ricco commerciante Edoardo Almagià.
  5. ^ Archivio Stato di Roma, Direzione Generale Antichità e Belle Arti, II Divisione, b. 35, Relazione di Pellati del 28 giugno 1906
  6. ^ a b Engramma.it - Ara Pacis 1938. Storia di una anastilosi difficile, su engramma.it.
  7. ^ Sole24ore - Calcola il potere d’acquisto in lire ed euro dal 1860 al 2015, su infodata.ilsole24ore.com.
  8. ^ Scheda 6 FORMAZIONE DELLA CITTA' INDUSTRIALE XIX secolo, su cittasostenibili.it.
  9. ^ Archivio di Stato di Roma, Direzione Generale Antichità e Belle Arti, II Divisione, anni 1934-1940, b. 35, Pareri di Autorità e Istituti scientifici dello Stato intorno alla proposta di ricostruzione dell’Ara Pacis Augustae in Roma, approvata nell’adunanza del 22 dicembre 1918
  10. ^ Luciano Villani, Le Borgate del fascismo: Storia urbana, politica e sociale della periferia romana, Università di Torino, 2012, p. 222.
  11. ^ Benedetto Coccia, Il mondo classico nell'immaginario contemporaneo, Apes, 2008, p. 142.
  12. ^ Archivio Luce, su mediatecaroma.it.
  13. ^ Comune di Roma - IL MAUSOLEO DI AUGUSTO E LA SUA PIAZZA: UNO SPAZIO PUBBLICO, NON SOLO ARCHEOLOGICO Il Progetto Esecutivo del primo stralcio di attuazione (PDF), su comune.roma.it.
  14. ^ v. anche "Duce - Storia romana"
  15. ^ Piazza Augusto Imperatore da Morpurgo a Meier [collegamento interrotto], su kataweb.it.
  16. ^ Giuseppe Moretti, L’Ara Pacis Augustae, Ministero della Educazione Nazionale. Roma: Libreria dello Stato, 1939.
  17. ^ Non senza alcune inesattezze, come l'orientamento dell'altare
  18. ^ "[...] E a proposito del trasporto ho invitato la Ditta Gondrand, Taburet, Silvestrini a presentarmi le loro offerte. Esse prevedono un periodo non inferiore a cinquanta giorni per il trasporto. Ma non c’è da illudersi che nel collocare tutte le parti e soprattutto nel montare il secondo sul primo piano (sono stati necessariamente con ogni cura, ricomposti l’uno separato dall’altro) non sorgano, per asimmetrie e irregolarità già esistenti in antico, degli imprevisti e si debba provvedere sul luogo piccoli ma necessari aggiustamenti delle parti rifatte, i quali esigono precisione e tempo. [...] (Archivio di Stato di Roma, Direzione Generale Antichità e Belle Arti, Commissione II, Anni 1934-1940, b. 36, Lettera di Giuseppe Moretti alla Regia Soprintendenza Alle Antichità di Roma, 13 luglio 1938) http://www.engramma.it/eOS/index.php?id_articolo=386
  19. ^ engramma - la tradizione classica nella memoria occidentale, su engramma.it. URL consultato il 30 luglio 2017.
  20. ^ Regio decreto – Legge 10 febbraio 1937- XV. Attribuzione al Ministro per l’educazione nazionale di speciali poteri, in relazione all’art. 3, n. 2 della legge del 31 gennaio 1926, IV n. 100 e alla legge 20 giugno 1909 n. 364
  21. ^ Nel 1937 si decise di ricostruire l’altare, per gli stessi motivi politico-propagandistici che ne avevano motivato la prima erezione. Era impossibile farlo sul luogo originario (si sarebbe dovuto distruggere un palazzo antico). Allora si propose di farlo in qualche museo o sulla via dell’Impero. Ma Mussolini stesso scelse i pressi del Mausoleo di Augusto, “sotto un porticato” tra via di Ripetta e il Lungotevere.[1]
  22. ^ Filmato Istituto Luce dell'inaugurazione, su youtube.com.
  23. ^ Annamaria Ciabatta, La modernità nei tessuti storici: Gardella, Meier, Terragni (PDF), in Tesi di Dottorato di Ricerca in Progetto Architettonico ed Analisi Urbana.
  24. ^ Oriolo Frezzotti, Progetto di sistemazione dell’arch. Oriolo Frezzotti. Sistemazione dell’Ara Pacis sul Piazzale di Romolo e Remo. Relazione, in ACS, Ministero, Div. II (1934-40), Busta 36 (A), 2 Gennaio 1942.
  25. ^ a b c d Antonella Clementoni, Tesi di Dottorato "Gli architetti e l’ archeologia: Roma 1922 - 1938", 2017, p. 193.
  26. ^ A. Massarente, Composizione dei ruderi: un progetto di Adalberto Libera per la sistemazione nel Mausoleo di Augusto di un Sacrario ai caduti in Africa Orientale, in Storia del restauro archeologico. Appunti, Alinea Editrice, 2004, p. 63.
  27. ^ Non sono state trovate fonti certe in merito alla data esatta dell'intervento di rimozione delle vetrate; un video dell'Istituto Luce del 25 giugno 1940 mostra i lavori di allestimento della protezione in sacchetti di sabbia intorno all'Ara Pacis - filmato YouTube Rnma38e3VNk
  28. ^ Tali transenne in legno sono spesso confuse, nella documentazione disponibile, con i muri di cemento successivamente costruiti a loro sostituzione, complice anche la lontananza del monumento in alcune foto, e il fatto che le foto stesse siano in bianco e nero; alcune foto ravvicinate dell'Istituto Luce permettono però di intravedere le venature del legno usato per le transenne, ad esempio le immagini RG/RG127/RG00005933.JPG e RG/RG127/RG00005925.JPG
  29. ^ Domenico Palombi, Ara Pacis Augustae,1882-1950: archeologia, politica, storia urbana, in Quaderni del Centro Studi Magna Grecia 25 - Studi di antichità 4 - Archeologia e politica nella prima metà del XX secolo - Incontri, protagonisti e percorsi dell’archeologia italiana e tedesca nel Mediterraneo., Naus Editoria, 2017, p. 402.
  30. ^ Domenico Palombi, Ara Pacis Augustae, 1882-1950: archeologia, politica, storia urbana, in Archeologia e politica nella prima metà del XX secolo Incontri, protagonisti e percorsi dell’archeologia italiana e tedesca nel Mediterraneo, pp. 401-402.
  31. ^ a b gruppiarcheologici.org (PDF).
  32. ^ Storia dell'Ara Pacis, su cdm.reed.edu.
  33. ^ Ara Pacis 1938. Storia di una anastilosi difficile, su engramma.it.
  34. ^ a b Carmela Capaldi, Ortwin Dally e Carlo Gasparri, Atti delle giornate internazionali di studio, in Quaderni del Centro Studi Magna Grecia 25 - Studi di antichità 4 - Archeologia e politica nella prima metà del XX secolo - Incontri, protagonisti e percorsi dell’archeologia italiana e tedesca nel Mediterraneo, 26 Febbraio 2016, pp. 376-377.
  35. ^ Irene Lisi, La visione dell’antico fra conoscenza e progetto - archeologia, geometria e percezione nel Museo dell’Ara Pacis di Richard Meier, p. 22.
  36. ^ L'ambito urbano dell'Augusteo (PDF), su padis.uniroma1.it. URL consultato il 26 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2018).
  37. ^ Bollettino d'Arte (PDF), Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, 1954.
  38. ^ Cronologia dell'Ara Pacis (in lingua inglese), su reed.edu.
  39. ^ Settant'anni di polemiche [collegamento interrotto], su kataweb.it.
  40. ^ Rassegna stampa dell'inaugurazione, su architettiroma.it.
  41. ^ Ara Pacis: l'iscrizione con le Res Gestae Augusti nell'allestimento Morpurgo (1938), su engramma.it. URL consultato il 20 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016).
  42. ^ Repubblica.it - L'Ara Pacis cambia volto addio al muro della discordia, su roma.repubblica.it.
  43. ^ Comune di Roma - Progetto Tridente-Campo Marzio, tempi e punti chiave, su comune.roma.it.
  44. ^ Lavori sottopasso Ara Pacis, non aggiudicata gara. Progetti presentati non conformi al bando, su comune.roma.it.
  45. ^ a b Repubblica.it.
  46. ^ Corriere.it.
  47. ^ Repubblica.it, su roma.repubblica.it.
  48. ^ http://www.abitare.it (PDF), su abitare.it.
  49. ^ Corriere della sera - 16/6/2008 (PDF), su old.awn.it.
  50. ^ http://www.old.awn.it (PDF), su old.awn.it.
  51. ^ Repubblica.it - Ara Pacis, al via il progetto: sottopasso, isola pedonale, parco storico, su comune.roma.it.
  52. ^ Ara Pacis (PDF), su itaca.org. URL consultato il 15 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2018).
  53. ^ Italia nostra - «Salviamo i platani dell'Ara Pacis» (PDF), su italianostra.org.
  54. ^ Ara Pacis, addio al sottopasso, su romadailynews.it, Corriere della Sera.
  55. ^ Rassegna stampa, su architettiroma.it.
  56. ^ La parte del muro interessata dall'abbattimento sarebbe quella di fronte alle chiese di San Girolamo e di San Rocco. Dei 33 metri che costituiscono il muro, dunque, gli ultimi 17 sarebbero ridotti a 1,5 metri di altezza invece degli attuali 2,7.
  57. ^ Repubblica - 29/5/2012 (rassegna stampa), su architettiroma.it.
  58. ^ Per questo 18 associazioni del centro storico hanno presentato una diffida al sindaco, Cfr. La Repubblica, 8 maggio 2012 (Rassegna stampa).
  59. ^ Il lato meridionale era infatti quello che dava verso la città.
  60. ^ L'Ara Pacis a colori / Eventi - Museo dell'Ara Pacis
  61. ^ Svelata la Roma di 1500 anni fa e quella che manca sarà virtuale, su repubblica.it.
  62. ^ Palazzo Valentini. Le scoperte archeologiche e i nuovi spazi multimediali, su abitarearoma.net.
  63. ^ Palazzo Valentini, alla scoperta della «domus» romana del IV secolo d. C., su roma.corriere.it.
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  66. ^ CERVETERI > ITINERARI MULTIMEDIALI, su cerveteri.beniculturali.it. URL consultato il 15 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2017).
  67. ^ Sito Mizar Lab, su mizarlab.it.
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Bibliografia

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