Alberto Bertolini (Padova, 1901Venezia, 1963) è stato un commediografo, giornalista e scrittore italiano.

Biografia

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Alberto Bertolini nacque a Padova nel 1901.[1]

Da giovane si avvicinò al giornalismo, collaborando con incarichi direttivi, per un paio di mesi nel 1920, con il periodico repubblicano La Riscossa,[2] dopo di che lavorò alla cronaca della Gazzetta di Venezia e infine a Il Gazzettino[1] come critico teatrale, cinematografico e musicale.[1] Con il giornale veneziano collaborò anche come inviato,[3] diventando una delle firme più autorevoli e popolari.[2][4]

La critica degli anni tra le due guerre che effettuò Bertolini, si ispirò al modello di Renato Simoni, importante critico del Corriere della Sera.[5] All'esposizione della narrazione con sviluppi e chiarimenti Bertolini dedicò gran parte dell'intervento, per passare poi ad una breve descrizione della serata, dagli interpreti alla reazioni del pubblico.[5] L'assenza in palcoscenico, in quegli anni, del regista, assegnò quasi al critico tale carica, dato che riscrisse la trama e delineò le figure dei personaggi.[5]

Per quanto riguarda la drammaturgia, Bertolini esordì con l'atto unico Atanasia (Teatro stabile del Veneto Carlo Goldoni di Venezia, 1945, con Memo Benassi).[1]

Il suo principale successo risultò Borinage (Teatro Olimpia di Milano, 1950, con Benassi), un intenso dramma incentrato sulla vita dei minatori, ispiratogli da un articolo giornalistico svolto in Belgio.[1]

Tra le altre commedie si ricordano: Notturni (rappresentata a Milano nel 1959), melodramma crepuscolare tratto dagli avvenimenti del dopoguerra,[5] caratterizzato dalla disperazione e dal dolore provocato dal conflitto, ispirato da un clima alla Rosso di San Secondo e a Dino Buzzati,[5] ricco di pathos e di critiche alla guerra;[5] I fuorilegge; inoltre scrisse in lingua veneta, Paese; Avanti adagio, quasi indietro; Amabile, vedova consolabile; Bissaboa.[1]

Inoltre ridusse in veneziano, assieme a Carlo Micheluzzi, L'avare fasteux di Carlo Goldoni,[1] rappresentato ad Asolo il 27 giugno del 1954 in occasione del trentennale della morte di Eleonora Duse.[5]

Alberto Bertolini morì a Venezia in un incidente stradale, mentre era inviato per un servizio nel 1963.[2]

Opere

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Note

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  1. ^ a b c d e f g Alberto Bertolini, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 228.
  2. ^ a b c Recente storia del giornalismo trevigiano e padovano: i legami tra la città del Sile e Padova, su trevisotoday.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
  3. ^ Il mio Gazzettino (PDF), su ordinegiornalisti.veneto.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
  4. ^ Attori italiano, su memoria-attori.amati.fupress.net. URL consultato il 12 giugno 2019.
  5. ^ a b c d e f g Alberto Bertolini, in Storia di Venezia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1992-2012. URL consultato il 12 giugno 2019.

Bibliografia

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Voci correlate

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