L'azienda nacque nell'ambito delle municipalizzazioni dei servizi pubblici portate avanti su iniziativa del sindaco di Roma Ernesto Nathan nei primi anni del '900, in seguito al risultato positivo del referendum comunale sul tema del 1909; proprio in quell'anno fu costituita l'Azienda Elettrica Municipale (AEM), insieme all'Azienda Autonoma Tranviaria Municipale (AATM), per la gestione della fornitura di energia elettrica. Appena tre anni dopo, nel 1912, l'azienda inaugurò il suo primo impianto di produzione elettrica, ossia la Centrale termoelettrica Giovanni Montemartini nel quartiere Ostiense.[2][3]
Con l'istituzione del governatorato di Roma nel 1925 l'AEM cambiò nome in Azienda Elettrica del Governatorato (AEG) e poi nel 1937 in Azienda Governatoriale Elettricità ed Acque (AGEA)[4] poiché l'ente governatoriale le affidò anche la costruzione e l'esercizio degli acquedotti e delle reti idriche di distribuzione per la città.[5][6] Con la re-istituzione dell'ente comunale la denominazione fu modificata in Azienda Comunale Elettricità ed Acque (ACEA).[4]
Nel 1953 venne approvato il piano Acea per l'autosufficienza elettrica da parte del Consiglio capitolino, allo scopo di migliorare il sistema idrico della città.[7] Per le Olimpiadi di Roma del 1960, Acea si occupò, inoltre, degli impianti di illuminazione pubblica della città.[8] Nel 1964 l'Acea ottenne il controllo di tutta la rete idrica romana,[9] essendo scaduta la concessione all'Acqua Pia Antica Marcia per la gestione dell'Acqua Marcia.[7]
Nel 1976 venne approvato il piano Acea di risanamento idro-sanitario e di illuminazione stradale, nel quadro della politica di riqualificazione delle borgate romane avviata dal comune di Roma.[10] Nel 1979 venne inoltre ultimato il sistema acquedottistico Peschiera-Capore.[7][11] Fu poi nel 1985 che l'azienda completò la gestione del ciclo idrico con l'assunzione del servizio di depurazione.[7]
Nel 1989 Acea cambiò il proprio nome in Azienda Comunale Energia ed Ambiente.[4] Tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta entrò in funzione la centrale di cogenerazione di Tor di Valle (nel 1984, resa poi a ciclo combinato dal 1996)[12] e fu inaugurato il centro idrico Eur (1993).[7]
Sempre nei primi anni 2000 Acea, attraverso un raggruppamento di aziende controllate, ha assunto la gestione del servizio idrico integrato dell'Ato 3 Sarnese-Vesuviano in Campania, dell'Ato 5 Lazio Meridionale-Frosinone e per la regione Toscana dell'Ato 2 (Pisa), dell'Ato 3 (Firenze) e dell'Ato 6 Grosseto-Siena.[13][16][17]
Il 12 gennaio 2018, Acea e Open Fiber stipulano un accordo per lo sviluppo a Roma di una rete di comunicazione a banda ultra larga.[18] Nello stesso anno Acea entra nel settore di distribuzione del gas.[19][20]
Il 10 luglio 2019 Acea, Comune di Roma e Regione Lazio firmano il rinnovo fino al 2031 della concessione per la gestione dell’acquedotto del Peschiera, accordo in vista del progetto di raddoppio dello stesso.[21][22]
Attraverso le società del Gruppo,[23] si occupa di: servizio idrico integrato, produzione e distribuzione di energia elettrica (inclusa l'illuminazione pubblica e artistica), vendita di energia e gas, trattamento dei rifiuti.[24][25]
Le attività si suddividono in 7 aree:
Acea è il primo operatore nel settore idrico in Italia[9] con circa 10 milioni di abitanti serviti.[1] Oltre a gestire il servizio idrico integrato di Roma e Frosinone, opera in altre aree del Lazio, in Toscana, Umbria, Campania e Molise.[9][26]
Acea progetta, costruisce e gestisce infrastrutture energetiche[43] e idriche.[44] Inoltre si occupa di servizi di laboratorio e consulenze ingegneristiche.[1]
Il 2 dicembre 2013 Acea ha siglato un memorandum d'intesa con Mekorot, società idrica nazionale israeliana,[66] suscitando critiche in quanto la società sarebbe implicata in gravi violazioni nei confronti del popolo palestinese[67][68][69][70] tanto da aver indotto la Vitens, il più grande fornitore di acqua potabile dei Paesi Bassi, a cessare i suoi accordi di cooperazione con Mekorot[71].
Acea fornisce anche il servizio idrico alla Città del Vaticano, in modo gratuito, a carico dello Stato Italiano[72]: dal 1997[73], si è protratto un contenzioso relativo ad un insoluto di 44,3 miliardi di lire, canoni relativi alla depurazione ed allontanamento delle acque reflue, che lo Stato estero si rifiutava di saldare al Comune di Roma (allora erogatore dei servizi contestati, poi espletati da Acea che ne ha sostanzialmente rilevato il credito), appellandosi alle prescrizioni previste dai Patti Lateranensi[74]. La controversia verteva sull'interpretazione dell'articolo 6 della convenzione di cui sopra: l'Italia riteneva che la dicitura adeguata dotazione di acque in proprietà comprendesse solo la fornitura dell'acqua e non la depurazione e la gestione degli scarichi. La controparte, invece, sosteneva che il comma prevedesse la gratuità totale di tutto il ciclo delle acque. Con la Legge 350/2003 si stabilisce che lo smaltimento delle acque reflue sia carico dello Stato Italiano, stanziando a tal fine 4 milioni di euro ogni anno e 25 milioni di euro per il pagamento dell'insoluto, normativa applicata dal DPCM 23 aprile 2004. Dal canto suo, la Santa Sede versa un contributo una tantum di 1.1 milioni di euro[75][76]. Curiosamente, però, nei successivi bilanci Acea[77][78], il credito continua a comparire, pari a 20.51 milioni (e non 25)[79]. Nel 2016, l'allora Amministratore Delegato di Acea, Irace, ha dichiarato che ogni anno Roma Capitale versa una quota per il saldo dell'impagato[80].
Areti, inoltre, fino al 2022[81], assicura al Vaticano la fornitura di energia elettrica[82]. Sulla base di una convenzione con l'Italia, Acea importa annualmente 45 megawatt dalla Francia, ad un prezzo inferiore a quello italiano, venduti al Vaticano che provvede al pagamento della fornitura; dopodiché, Acea richiede a Terna il rimborso degli oneri sostenuti per il trasporto dell'elettricità[83]. Solamente il 40% dei Mw destinati a tal fine vengono però effettivamente consumati dalla Santa Sede, il restante 60% viene rivenduto da Areti sul mercato nazionale[84].
^ Alberto Clementi e Francesco Perego, La Metropoli “spontanea”: il caso Roma, 1925-1981: sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano, Bari, Edizioni Dedalo, 1983.
^ Renzo Mario Del Duro, Dalla cogenerazione alla trigenerazione: come ridurre la dipendenza energetica dell’Italia, Milano, FrancoAngeli, 2014.
^abc Associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno, L’industria idrica italiana: scenario economico finanziario, struttura territoriale e modelli di gestione e confronto, Guida Editori, 2006.
^Rio Chillon, su water-technology.net. URL consultato il 1º Ottobre 2019.
^Le percentuali di azionariato derivano da quanto comunicato dagli azionisti, secondo quanto previsto dall'articolo 120 del TUF. Parti minori dell'azionariato possono essere indicate direttamente dalla società attraverso altre fonti.